Zes unica al Sud, Cestari (ItalAfrica): da solo non basta se non si fa campagna di promozione, attrazione, assistenza e consulenza ad imprese estere. Di seguito la nota integrale.
“Condivido la valutazione della Premier Meloni sull’istituzione di una Zona economica speciale per il Mezzogiorno quale «grandissima opportunità di colmare il gap rispetto al Nord e di attrarre investimenti» ma non basta. Se non si svolge in contemporanea una campagna di promozione e di attrazione degli investimenti, specie esteri, temo si risolva in un’opportunità sprecata”. Così l’ing. Alfredo Cestari (presidente Camera ItalAfrica e Gruppo omonimo) sottolineando l’esigenza di affidare compiti specifici alle Camere italiane che operano all’estero e si occupano da sempre di internazionalizzazione delle nostre imprese, accompagnandole nelle attività di import ed export. Certamente le semplificazioni amministrative e soprattutto le agevolazioni fiscali a favore delle aziende che decidono di investire al Sud sono importanti. Solo che vanno garantiti assistenza tecnica, consulenza, l’accompagnamento in tutte le fasi di localizzazione. “Purtroppo – aggiunge – non c’è ancora piena consapevolezza su ruoli, funzioni, compiti della Zes. Dal gruppo di esperti che lavora in ItalAfrica e Gruppo Cestari alcuni dati: l’export globale stimato nelle Zes già operanti nel mondo è di 200 miliardi di dollari; 130 Paesi hanno individuato aree Zes per circa 4000 Zes complessive di cui 91 in Europa; i cinesi hanno investito 5 miliardi di dollari per realizzare una decina di Zes in diversi Paesi Africani. Sono cifre – commenta il presidente ItalAfrica – che da sole dovrebbe produrre uno scatto di reni e far superare ritardi, inadeguatezze, sottovalutazioni e inadempienze. Noi di ItalAfrica partiamo dalle esperienze positive e consolidate negli anni delle Zes realizzate in ambito Ue ed extra Ue per indicare come rafforzare il ruolo strategico di queste aree a cominciare dalla ‘governance’. Ed è quello che il Governo intende fare dando attuazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’altro nodo da sciogliere è l’infrastrutturazione. Anche su questo va dato atto di una svolta del Governo per l’infrastrutturazione delle Zes per assicurare, per queste aree, opere di urbanizzazione primaria e di connessione alla rete stradale e ferroviaria infrastrutture fondamentali. “Il nostro team di lavoro con esperti – dice l’ing. Cestari – parte dall’analisi e dalla lettura dell’attuale situazione che riguarda la produzione di energia e quindi dagli attuali punti di debolezza che sono ampiamente diffusi in queste aree meridionali. Stiamo pensando attraverso società specializzate in Italia e all’estero, che da tempo lavorano nel campo “Protocolli energetici” per ridurre il costo dell’energia per le imprese, attraverso la consulenza e l’assistenza tecnica per il sostegno finanziario agli investimenti, sia in maniera indiretta, attraverso azioni volte al potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali, ad incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, con sistemi fotovoltaici ed eolici. Altri servizi fondamentali riguardano la gestione dell’acqua e lo smaltimento dei rifiuti prodotti. Intorno a questi fattori si creano le condizioni di attrattività specie per investitori esteri oltre che di competitività”.