Si presenta quanto mai accidentato l’iter parlamentare di conversione in legge del c.d. Decreto Sud che istituisce la ZES unica per tutto il Mezzogiorno.
Sono stati, infatti, bocciati in Commissione Bilancio gli emendamenti che prevedevano la creazione di sportelli sui territori, con la presenza delle attuali strutture commissariali che agevolino le piccole e medie imprese che intendono investire.
Un’unica ZES, che coinvolge 2.500 Comuni e un quarto della popolazione nazionale, se è vero che supera il problema della perimetrazione, non garantisce tuttavia il risultato prefisso. Ciò non solo per l’incognita delle risorse finanziarie (1,8 miliardi stanziati solo per il 2024), ma soprattutto perché le imprese di minori dimensioni, a differenza delle grandi aziende, hanno bisogno di punti di riferimento sul territorio, finora assicurati dall’azione sinergica delle Associazioni imprenditoriali con i Commissari, che hanno aperto sportelli dedicati.
A questo punto, il Presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo, chiede direttamente alla Regione, e segnatamente all’Assessore allo Sviluppo Economico Michele Casino, di creare uno sportello ZES regionale a supporto degli investimenti delle PMI, lucane e no.
Sempre alla Regione Confapi chiede di intervenire per chiedere a Bruxelles una deroga in merito alla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale, che penalizza la Basilicata rispetto alle Regioni confinanti nella percentuale di aiuti pubblici, con il 10% in meno, penalizzazione che rende la nostra Regione meno attrattiva e meno competitiva nei confronti delle altre.
Il Presidente De Salvo, inoltre, evidenzia che il Governo, da un lato parla di autonomia differenziata, dall’altro accentra a Roma lo sportello unico per le autorizzazioni ai programmi d’investimento nelle aree ZES.
Il Sud – dichiara il Presidente di Confapi Matera – è stato praticamente rimosso dalla politica governativa. Le Legge di Bilancio, che di fatto lo ignora, ne è la prova evidente. Un altro esempio è dato dal Fondo di Sviluppo e Coesione, che dovrebbe destinare per legge l’80% delle risorse al Sud (4 miliardi all’anno) e che è bloccato dal 14 mesi. Il sospetto è che il Governo voglia ripartire questi fondi fra tutto il territorio nazionale.
Il Sud – prosegue Massimo De Salvo – è una risorsa anche per il Nord; il Paese deve essere compatto, utilizzando il PNRR proprio per ridurre i divari territoriali. Senza l’integrazione economica il Paese resterà spaccato in due, con due economie che viaggiano a velocità differenti, l’autonomia differenziata farà il resto.
La ZES – conclude il Presidente De Salvo – potrebbe costituire un’opportunità di rilancio del Sud in una prospettiva euromediterranea, se supportata dalle infrastrutture, in Basilicata carenti.