Giampiero De Meo, componente del comitato tecnico scientifico Zona Franca Matera: “Zona Franca Matera retroporto d’Italia. Di seguito la nota integrale.
Zona Franca Matera retroporto d’Italia. E’ questo l’impegno dell’Associazione ZFM all’indomani dell’assemblea nazionale degli agenti marittimi italiani svoltasi a Taranto ieri dal titolo evocativo ” Porto Italia nel mondo che cambia”, e ad una settimana dal seminario “Decreto Mezzogiorno Zes Unica e fondi per la coesione” svoltosi presso Openet a Matera . E’ il momento della coesione per una programmazione strategica che sappia inserire la Basilicata e Matera al centro dei grandi cambiamenti in corso e che hanno determinato la nuova normativa sul Mezzogiorno come è emerso dal seminario: al centro del mezzogiorno ma anche al centro del medioceano Mediterraneo . Per ottenere ciò nell’interesse del sistema socio-economico lucano, le zone franche doganali portuali e non con i depositi doganali, sono essenziali per la competitività di un territorio al servizio delle importazioni ed eventuali riesportazioni. E’ uno degli elementi che rendono una zona economica veramente “speciale” e quindi attrattiva, al netto delle agevolazioni fiscali e delle semplificazioni e della dotazione infrastrutturale. Bene ha fatto la Regione Basilicata tramite Apibas su Tito e il CSI Matera a sollecitare la manifestazione di interesse da parte delle singole imprese. per depositi doganali Ma resta al palo la Zona Franca doganale in Val Basento . Infatti la scelta strategica era ricaduta su Ferrandina per via della sua collocazione, snodo naturale di collegamento con il porto di Taranto e già dotata di infrastrutture adeguate che sono state sottoposte a sopraluoghi e a controlli dei tecnici per perfezionare la proposta di perimetrazione di cui non vi è traccia nei provvedimenti del Commissario Zes Ionica a cui va dato atto di aver avviato con provvedimento di urgenza, le procedure di esproprio per l’infrastrutturazione delle aree industriali di Jesce e La martella oltre che Tito. A differenza della Zes Adriatica che oltre le tre aree doganali portuali ha autorizzato sette zone non intercluse e depositi doganali .
Le ZFD rappresentano spazi all’interno del territorio doganale dell’Unione Europea in cui è possibile depositare merci, provenienti dai Paesi extra UE, in sospensione dal pagamento dei dazi doganali e dell’IVA. Pertanto, consentono, ad esempio, di importare le merci, quali materie prime e semilavorati, e trasformarle in prodotti finiti, con vantaggi competitivi notevolissimi. La gestione di tali aree deve essere a carattere pubblicistico, per cui il soggetto gestore deve consentire alle aziende interessate di potersi insediare all’interno delle stesse. Una piattaforma logistica retroportuale senza zona franca doganale non ha ragion d’essere. L’altro impegno è quello delle risorse umane e della formazione per poter preparare il territorio ad accogliere nuovi investimenti anche nella previsione del provvedimento di decontribuzione estesa alla Zes unica