Con l’ordinanza n°41 del 2 Novembre 2020 la Regione Basilicata ha istituito le zone rosse nei comuni di Irsina e Genzano. L’ordinanza specifica chiaramente che gli abitanti non possono uscire dai comuni di residenza nemmeno per comprovate esigenze lavorative superando in questo anche l’impostazione del DPCM che consente la mobilità ai Lavoratori.
Questi Lavoratori si trovano nella paradossale condizione di essere stati, in alcuni casi, sottoposti a tampone essere negativi ma non poter raggiungere il loro posto di Lavoro e, cosa ancor più grave, non hanno nessuna copertura salariale a fronte dell’obbligo di restare nei loro domicili.
Abbiamo atteso che le annunciate interlocuzioni tra la presidenza della regione Basilicata e le aziende coinvolte producesse risultati ma al momento in cui scriviamo non abbiamo nessun ritorno, le confederazioni CGIL CISL e UIL hanno chiesto un incontro urgente alla Presidenza della Regione Basilicata che ancora non è stato fissato e, nel mentre, si sta generando una grossa confusione per il rischio che i Lavoratori si trovino senza reddito a fronte di un obbligo che scaturisce da una ordinanza.
I dispositivi devono contenere, a nostro avviso, indicazioni precise per la copertura dei Lavoratori che peraltro erano già contenute nel DPCM “Cura Italia” e poi rimossi incomprensibilmente nei successivi. È urgente che la Regione Basilicata individui strumenti per gestire la contingenza e che intervenga con il governo nazionale al fine di dare risposte certe e, a questo punto retroattive, ai Lavoratori che stanno ulteriormente e responsabilmente attenendosi alle misure imposte per il contenimento del contagio e che hanno già perso nel corso di questi mesi salario ed istituti contrattuali.
Nov 05