Cna Fita è contraria per due ragioni.
Di metodo, afferma Leo Montemurro Segretario Regionale FITA CNA – in quanto si è elusa la discussione in Commissione, evitando in questo modo di coinvolgere anche lo stesso Ministero dei Trasporti, competente in materia. Soprattutto perché attraverso un simile percorso e con uno strumento normativo discutibile, si modificano in modo significativo parti di una legge quadro, recepita e modificata e modellata secondo le esigenze delle diverse Regioni italiane, rispetto a quanto previsto dallo stesso titolo V della Costituzione, e senza un minimo confronto con le parti interessate: aziende, Amministrazioni locali o Associazioni di categoria.
Di merito, continua Montemurro, – in quanto le modifiche apportate, anziché andare nella direzione, da tutti auspicata, di affrontare il tema della mobilità delle persone in ambito urbano e metropolitano in modo organico e con il massimo di coinvolgimento attivo di tutti gli attori tra cui i settori regolati dalla legge 21/92, rischia di creare nuove e sempre maggiori tensioni fra gli stessi operatori.
L’impressione che se ne ricava, tra i soli addetti ai lavori è quella che il Comune di Roma, la Provincia di Roma e la Regione Lazio, negli ultimi decenni, hanno provocato la crescita smisurata di licenze di noleggio da rimessa con conducente ed autorizzazioni al servizio taxi ed ora grazie ai “poteri forti” del Comune di Roma si vorrebbe risolvere il problema locale a danno di tutte le imprese interessate nel resto del Paese, con gravi interferenze sull’intero territorio nazionale.
Siamo convinti, conclude Montemurro, che il buonsenso e la ragione prevalgano e se pur comprensibili le ragioni che hanno spinto ad una iniziativa di questo tipo, le soluzioni debbano essere individuate nel mercato più complessivo della mobilità e non continuando ad alimentare un odio che ricordiamo per la cronaca proprio a Roma portò il livello dello scontro fino a provocare la morte di un autonoleggiatore a seguito di una collisione fisica con un tassista.
Lo sforzo che la Cna-Fita cercherà di mettere in campo sarà quello di un serio e convinto intervento per un ripensamento di quanto inserito nel “milleproroghe”, per l’apertura di un più ampio confronto con tutti i soggetti a vario titolo coinvolti.