Due mostre: una che racconta la storia del design italiano riferendosi all’idea di benessere fisico suscitato nella cultura contemporanea da forme e materiali e come questa sia stata interpretata dai più importanti designers.
Nell’altra, nella terra che ha legato il suo sviluppo al comparto del “Mobile Imbottito”, il design italiano più sofisticato si fonde con la migliore tradizione degli artigiani locali e dà vita ad una “mostra-laboratorio”, da cui far ripartire una nuova fase del “Distretto del Mobile imbottito”, facendo leva sull’innovazione e su nuove forme di progettualità.
Si chiamano “Super Comfort” e “Disagevoli Ozii” e sono le due mostre inaugurate a Matera mercoledì 22 dicembre presso la chiesa rupestre di San Nicola dei Greci: resteranno aperte fino al 20 gennaio 2011.
L’iniziativa è frutto di una sinergia tra il Politecnico di Milano e il Distretto del mobile imbottito di Matera e Montescaglioso, che ha permesso di trasferire per la prima volta dalla Triennale di Milano Design Museum la mostra “Super comfort”, una delle aree tematiche estrapolate da “Le sette ossessioni del design italiano”, presentata per la prima volta a Milano nel 2007 ed esposta successivamente anche in Corea, Giaponne e Stati Uniti. Si tratta di un museo non cristallizzato e statico ma dinamico e in continua evoluzione, che cerca di rispondere alla domanda “Che cos’è il design italiano”, fornendone diverse sperimentali interpretazioni. Per la prima volta Super confort lascia la sua location originaria per farsi ammirare in un’altra città italiana e Matera, candidata a capitale europea della cultura nel 2019, ha l’onore di accogliere nei suggestivi spazi della chiesa rupestre di San Nicola dei Greci i pezzi di design più accattivanti realizzati dai professionisti del settore
Attraverso una selezione di pezzi icone nella storia del design italiano, la mostra curata da Andrea Branzi individua una delle “ossessioni del design italiano”, e cioè quali sono le consistenza, le forme e i materiali capaci di evocare il maggior comfort psicologico. Tra le opere esposte la Sacco di Piero Gatti, Cesare Paolini e Franco Teodoro la Superonda di Archizoom, la Blow di Jonathan De Pas, Donato D’Urbino e Paolo Lomazzi e la Her di Fabio Novembre. Arricchirà l’allestimento una galleria di immagini realizzata dal regista napoletano Pappi Corsicato, ideato per il Triennale Design Museum.
In “Disagevoli Ozii”, curata da Paolo Rigamonti direttore artistico per Sviluppo Basilicata, invece sono esposti otto prototipi di design sperimentale, progettati dagli allievi che per quattro mesi hanno partecipato al progetto presentato dal MIM design district, una “costola” del Distretto del mobile operativo che intende avviare una serie di iniziative per rilanciare il salotto nell’area murgiana e quindi anche nella città di Matera, duramente colpita negli ultimi anni da una crisi irreversibile che ha portato in cassa integrazione e in mobilità migliaia di lavoratori. I disagevoli ozii sono sicuramente un segnale importante sulla strada da seguire per vincere la sfida del mercato globale ma sarebbe opportuno intensificare queste attività attraverso un dialogo più stringente tra imprenditoria e politica. Per una sfortunata coincidenza alla presentazione delle due mostre erano assenti i principali esponenti politici del nostro territorio, impegnati a Potenza nell’approvazione della finanziaria regionale e a Roma per l’approvazione della riforma Gelmini. L’auspicio è che gli otto prototipi possano rappresentare la speranza di poter presto ricominciare a parlare di triangolo murgiano del mobile imbottito, attraverso naturalmente una serie di investimenti nel campo dell’innovazione e della ricerca, le uniche possibilità per combattere la concorrenza mondiale, che attraverso l’ultimo blitz in alcuni salottifici si conferma molto spesso sleale, irregolare o peggio destinata a lavorare solamente in nero, made in China.
Michele Capolupo
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