La politica deve mettersi in posizione di ascolto.
La politica deve far proprie le indicazioni che vengono dagli imprenditori, dalle agenzie, dai sistemi di ricerca perché non si può intervenire adeguatamente se non si conoscono in maniera approfondita i meccanismi che regolano il sistema produttivo, il mercato, l’economia.
E la migliore conoscenza è il fare.
Che il mondo dell’impresa e quello della politica viaggiano a due velocità è arcinoto: il primo necessariamente efficiente e con tempi veloci per rincorrere i mercati, le innovazioni tecnologiche i cambiamenti strutturali; il secondo vittima delle lentezze burocratiche che ne legano i movimenti, ne rallentano l’attività è sempre in ritardo rispetto alle urgenze.
Ma quando la crisi imperversa gli sforzi per viaggiare paralleli sono obbligatori.
E in Basilicata è crisi. Lo attesta Bankitalia sciorinando una serie di numeri per niente confortanti i cui si registra un calo della produzione del 4,4 %, delle esportazioni del 17,3%, dell’occupazione del 3,1%. Il resoconto si riferisce ai primi sei mesi del 2010 quindi questi numeri vanno sommati, in negativo, a quelli dell’anno 2009.
A parlare è l’imprenditore e l’uomo politico che, dopo aver sperimentato cosa vuol dire fare impresa in Basilicata attraverso la creazione di due aziende in forte espansione, adesso siede nell’assise regionale e sperimenta i tempi e le modalità della politica.
La prima importante riflessione è proprio sui tempi: siamo a fine 2010 e parliamo della programmazione 2007-2013
Risale al 3 novembre il mio intervento in Consiglio regionale in cui con estrema chiarezza, pur apprezzando e condividendo la relazione programmatica dell’assessore alle Attività Produttive ho indicato quello che, secondo me, è necessario fare per rilanciare il sistema produttivo in Basilicata.
Di stesso contenuto la mia discussione sulla relazione programmatica del Presidente Defilippo, datata 8 giugno.
E sono gli stessi argomenti che hanno caratterizzato la mia campagna elettorale adottati come proposte di governo.
Per rilanciare il sistema produttivo la cosa più importante è quella di puntare sugli imprenditori lucani che hanno la capacità e la volontà di crescere. Gli industriali del nord preferiscono investire in altre nazioni europee perché offrono migliori condizioni di insediamento. Nell’Europa dell’est si trova energia a basso costo, manodopera a basso costo tutto ciò apre altre possibilità di mercato. L’imprenditore lucano di buona volontà deve, allora, essere messo nelle condizioni di crescere: colleghiamolo all’ Università della Basilicata per favorire la ricerca e la sperimentazione. Sarà possibile per esempio creare nuovi brevetti per avere prodotti innovativi per l’economia regionale e nazionale
Facciamo in modo che una parte delle royalties del petrolio servano per far diminuire il costo dell’energia sostenuto dalle aziende. Diamo contributi per il fotovoltaico.
Pensiamo ad altre aree industriali: ho ribadito più volte il valore del Consorzio “Felandina”. Quest’area si presta a tutte le innovazioni tecnologiche e si trova in posizione geografica strategica a cavallo tra Puglia e Calabria, allora perché continuare a insistere sulla Valbasento che è una zona su cui occorre investire notevoli risorse finanziarie per essere bonificata prima di poterla utilizzare? Il valore commerciale di un capannone è pari a zero in quella zona quindi l’investimento dell’imprenditore, in Val Basento, è perdente in partenza.
Evitiamo gli interventi a pioggia nel settore della formazione ma realizziamola direttamente nelle aziende come previsto dalla legge sull’apprendistato professionalizzante
Sblocchiamo gli intoppi che ostacolano, da tempo, il completamento dell’aeroporto di Pisticci Scalo, infrastruttura strategica per l’industria, l’agricoltura, la sanità e il turismo. A questo proposito si parla sempre della necessità di una società di gestione, a mio avviso serve solo attuare i servizi utili ad un aereoporto di terzo livello come quello di Bolzano. Otto milioni di euro sono stati già investiti per la strumentazione che può servire al volo notturno e che potrebbe essere utilizzato anche dagli elicotteri del 118.
Riordiniamo i Consorzi Industriali utilizzando il criterio del rigore: invece di raddoppiare i direttori come nel caso dell’ASI. Gli enti ASI, ALSIA, APT, ARBEA, ARDSU riducano le spese di gestione e siano più incisivi negli interventi sul territorio
Puntiamo sulla carta del turismo approfittando dei sostanziosi finanziamenti assegnati ai vari PIOT per creare attrattori turistici che possano calamitare l’interesse e l’attenzione dei visitatori. Il clima della nostra regione consente di allungare la stagione turistica. La Basilicata deve essere conosciuta in Italia e all’estero pianifichiamo un lavoro di comunicazione per pubblicizzarla. Ma ho l’impressione che piuttosto facciamo il contrario: quest’anno la Regione Basilicata non era presente nemmeno alla fiera del Levante.
Dico queste cose da sempre, vivo queste situazioni quotidianamente nelle gestione delle mie aziende e in questo mio impegno di politico voglio mettere la fatica, l’impegno e l’esperienza maturata a disposizione di altre realtà produttive che devono essere agevolate nell’insediamento e nella gestione da un sistema che si deve adoperare per incoraggiare lo sviluppo industriale.
Fare impresa in Basilicata non è facile ma è qui che il futuro va costruito.
Consigliere regionale IDV – Nicola Benedetto