Nucleare, De Filippo: Per le scelte si ascolti la voce dei territori
Il presidente al convegno Api: “Il Federalismo non può essere uno slogan ma va riempito di contenuti. La sentenza costituzionale indica il percorso da seguire”.
“Il federalismo non può essere un semplice slogan del Governo, o una visione egoistica di territori economicamente forti che vogliono diventare ancor più forti, ma va riempito di contenuti. A cominciare dal rispetto del ruolo che la Costituzione attribuisce alle Regioni e al loro diritto di partecipare attivamente, da protagoniste, alle decisioni che riguardano il presente e il futuro dei loro cittadini e dei loro territori”. Lo ha affermato il presidente della Regione Vito De Filippo nel suo intervento all’incontro promosso dall’Api (Alleanza per l’Italia) di Basilicata e da Alleanza Ecologica sul tema “Nucleare No/Si” al Museo Provinciale di Potenza.
“Il federalismo – ha sottolineato il Presidente – non può altresì essere applicato ad intermittenza, blindando decisioni strategiche di grande impatto economico e sociale dentro la ferrea cornice dell’interesse nazionale, come è accaduto purtroppo, per stare al tema dell’incontro odierno, per la questione relativa alla individuazione del sito unico per lo stoccaggio a Scanzano Jonico delle scorie nucleari, o come sta accadendo per la costruzione di nuove centrali nucleari. Ribadisco pertanto che il Federalismo vero, quello che rappresenta la sfida che siamo pronti a cogliere anche come Conferenza delle Regioni, non può che poggiare la sua architrave e i suoi pilastri su fondamenta che si chiamano democrazia, partecipazione, condivisione, rispetto dei territori. Altre scorciatoie, come abbiamo constatato, conducono inevitabilmente a irrigidimenti e conflitti istituzionali, sociali, legali”.
“E’ questa la lezione che dobbiamo trarre dalla recentissima decisione, di mercoledì 2 febbraio, della Corte Costituzionale, – ha aggiunto ancora il Governatore lucano – con la quale viene imposta al Governo nazionale di acquisire il parere obbligatorio, sia pure non vincolante, delle Regioni interessate, prima di mettere mano alla realizzazione di una centrale nucleare sul territorio italiano. La decisione va accolta con favore, perché consentirà alle comunità locali di avere voce in un procedimento amministrativo dal quale erano state totalmente escluse da un decreto governativo.
Si ripristina così, sia pure parzialmente, lo Stato di diritto in una materia così delicata, qual è quella legata alle politiche nucleari che, cogliendo l’opportunità offertami da questo confronto a più voci, – ha concluso il Presidente della Regione De Filippo – intendo ancora una volta sottolineare ha sempre visto la Basilicata schierata sul fronte del “no”, sulla base di una scelta chiara, inequivocabile in favore dell’utilizzo dell’energia riveniente da fonti rinnovabili”.
Dichiarazione del Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo:
“La decisione della Corte Costituzionale, con la quale viene imposta al Governo di acquisire il parere obbligatorio, sia pure non vincolante, delle Regioni interessate, prima di mettere mano alla realizzazione di una centrale nucleare sul territorio italiano, va accolta con favore, perché consentirà alle comunità locali di avere voce in un procedimento amministrativo dal quale erano state totalmente escluse da un decreto governativo.
Si ripristina, sia pure parzialmente, lo Stato di diritto in una materia così delicata, qual è quella legata alle politiche nucleari, che ha sempre visto la Basilicata schierata sul fronte del “no”, sulla base di una scelta chiara, inequivocabile in favore dell’utilizzo dell’energia riveniente da fonti rinnovabili.
Bene ha fatto quindi la Consulta a decretare, con la sua parziale bocciatura dell’articolo 4 del decreto attuativo della legge delega in materia nucleare, che la Regione dove si intende costruire un nuovo impianto o un sito di stoccaggio delle scorie nucleari (come a suo tempo si sarebbe voluto fare a Scanzano Jonico) deve essere “adeguatamente coinvolta”.
In presenza di questo “coinvolgimento”, le Regioni avranno un’arma in più a disposizione per fare emergere le contraddizioni di un governo che, a parole si dice “federalista”, salvo poi immaginare di procedere a colpi di decreti su decisioni che coinvolgono da vicino il futuro delle comunità interessate”.