L’impatto dei prezzi dei materiali sui costi di realizzazione delle opere pubbliche ha assunto proporzioni devastanti, soprattutto per il settore strade e impermeabilizzazioni, a causa dell’aumento esponenziale del prezzo del bitume.
I dati più recenti segnalano nell’ultimo anno un aumento record, in particolare, dei prodotti siderurgici e del gasolio: + 121% trafilato a freddo, + 75% tondo per cemento, + 30% bitume.
Per questo motivo – sottolinea il presidente della Sezione Edili dell’API Michele Molinari – l’esigenza di reintrodurre un sistema di revisione prezzi efficace è fra le priorità sulle quali il settore edile chiede al Governo di adottare interventi urgenti.
L’attuale meccanismo di compensazione, previsto dal Codice Contratti, non è assolutamente adeguato a garantire una remunerazione per gli operatori anche perché la sua attivazione è condizionata al verificarsi di circostanze eccezionali.
Il problema è particolarmente avvertito nel settore strade e impermeabilizzazioni, in cui la crescita abnorme del prezzo del petrolio sui mercati mondiali costringe le imprese di costruzione stradale e tutti coloro che lavorano col bitume (derivato dal petrolio) a rinunciare sovente all’esecuzione dei lavori.
Il bitume, materiale indispensabile per la costruzione di strade – prosegue Molinari – nella gestione di un appalto di manutenzione incide fino al 40%, con riflessi diretti sulla qualità dell’opera e sulla sicurezza delle strade.
Il prezzo del bitume, materiale impiegato per la realizzazione dei manti stradali e per le membrane impermeabilizzanti utilizzate nelle coperture, nei ponti e negli impalcati, è aumentato in un anno di oltre il 47%, raggiungendo la cifra record di 350 euro a tonnellata.
E’ quindi auspicabile e indispensabile che si trovino soluzioni che tengano conto di queste fluttuazioni, soprattutto nel momento in cui l’attività è entrata nel vivo della sua stagionalità.
Giu 06