“Temo che il Consigliere Mattia non si sia veramente addentrato né nel complesso quadro normativo che fa da impalcatura al Piano di dimensionamento scolastico e che pretende, a causa della Riforma Gelmini, il taglio delle istituzioni scolastiche, nè nell’approfondimento delle lunghe procedure di confronto e condivisione che la Regione Basilicata, le Province, l’Anci, le Organizzazioni sindacali, l’Associazione Nazionale Presidi e i rappresentanti dell’Ufficio Scolastico Regionale del MIUR hanno osservato prima della sua approvazione. Altrimenti si guarderebbe bene dal parlare di “riscrivere” completamente il Piano e ancor meno dall’avallare accuse, troppo facilmente smentibili, di “assoluta mancanza di concertazione” con i sindacati». E’ il commento dell’Assessore alla Formazione professionale, Rosa Mastrosimone, alla richiesta di dimissioni espressa dall’esponente della minoranza Franco Mattia. Diversamente si è costretti a pensare che il consigliere di minoranza abbia solo sbagliato l’esatto indirizzo delle proprie accuse, volendo in realtà orientarle contro le stesse amministrazioni provinciali di Potenza e Matera che le hanno varate”. Lo afferma in una dichiarazione l’assessore alla Formazione della Regione Basilicata Rosa Mastrosimone.
“Non può essere sfuggito infatti, all’esponente del Pdl e meno ancora alle stesse sigle sindacali che hanno presenziato ufficialmente, sin dal luglio scorso, tutti i tavoli tecnici preliminari e sottoscritto ogni verbale di accordo finalizzato alla condivisione delle linee-guida – prosegue l’assessore – per il dimensionamento scolastico approvate con D.G.R. n. 1621/2010, che il Piano stesso sia il risultato di un intenso e democratico confronto di competenza, come chiaramente si legge nell’iter procedurale scandito dalle linee guida regionali, delle rispettive Province che, attivando incontri con le istituzioni scolastiche, acquisendo le istanze formali degli enti locali e delle stesse scuole, devono formulare le proprie strategie di razionalizzazione della rete scolastica in coerenza con gli indirizzi di programmazione e con i criteri che esse stesse hanno concertato, assieme alle parti sociali, ai tavoli tecnici. Alla Regione, e si badi bene non solo all’Esecutivo ma proprio al Consiglio Regionale, spetta infine il compito di garantire che i Piani provinciali siano armonizzati con le linee-guida e con la normativa nazionale a cui queste ultime sono ispirate.
Di questo ne dà atto lo stesso Presidente della Provincia, Piero Lacorazza, che nel corso dell’audizione in quarta commissione ha ricordato il lungo confronto della provincia, durato un mese e mezzo dopo la conclusione della fase concertativa regionale per la condivisione delle linee-guida, cui ha preso parte il mondo della scuola, i sindacati e le amministrazioni comunali e che ha portato all’approvazione del Piano nella sostanziale unanimità sia in sede di conferenza dei sindaci che delle commissioni consiliari provinciali. Non abbiamo motivo di dubitare ovviamente – sottolinea Mastrosimone – che altrettanto sia stato fatto anche dalla Provincia di Matera nell’assolvimento dei propri compiti istituzionali.
Diversamente le parti sindacali smentiscano, dinanzi alla Regione e alle Province, le proprie presenze agli incontri e le proprie sigle a verbale.
Sono assolutamente serena della correttezza amministrativa e dell’onestà di intenti del lavoro svolto dal Dipartimento sulla base dei Piani approvati dai Consigli Provinciali di Potenza e Matera che sono stati in larghissima parte rispettati e confermati, salvo dover intervenire su poche situazioni particolari per le quali, pur condividendone le ragioni, i problemi e i disagi delle singole comunità locali, si è resa necessaria l’applicazione di correzioni imposte esclusivamente dal rispetto della normativa, nell’applicazione della quale ci si è comunque sempre ispirati alla ricerca di soluzioni che garantissero il più possibile la salvaguardia delle autonomie scolastiche.
Di questo – aggiunge l’assessore alla Formazione – ne può dare atto anche l’Ufficio Scolastico Regionale, sempre disponibile nella verifica dell’esattezza giuridica delle soluzioni adottate.
Dispiace invece che sia stato alzato un polverone esclusivamente strumentale a sostenere interessi molto più spiccioli e di basso profilo rispetto al più elevato fine della ottimizzazione dell’attività scolastica e dell’offerta formativa. Interessi che dovrebbero essere perseguiti prima di tutto da chi è chiamato a svolgere il ruolo di insegnante e indurre gli addetti ai lavori a superare piccoli disagi negli spostamenti da un plesso all’altro per raggiungere la direzione amministrativa del proprio istituto, piuttosto che depistare i genitori in merito a inesistenti conseguenze negative del dimensionamento sulla organizzazione della vita familiare o addirittura sulla continuità didattica degli alunni. Su questo – conclude Mastrosimone – occorre sgomberare definitivamente il campo dagli equivoci ingenerati sottolineando, come accertato anche nelle competenti sedi, che le operazioni di dimensionamento non incidono in alcun modo sull’organizzazione complessiva delle attività didattiche, dal momento che l’unico riferimento che cambia è il dirigente scolastico e il collegio dei docenti”.