Nelle scorse settimane è passata, quasi sotto silenzio, la bocciatura di una proposta di legge costituzionale che mirava all’abolizione delle Province.
Il Presidente nazionale Confesercenti, Marco Venturi dichiarò che “evidentemente, la sopravvivenza delle Province ha più santi in Paradiso del nostro enorme debito pubblico”.
Sul tema della abolizione delle Province si sono cimentati, e sprecati, con dichiarazioni e promesse mai mantenute, numerosi politici italiani, ovviamente sempre e solo in campagna elettorale.
Il carrozzone delle Province costa alle casse dello Stato (e quindi ai cittadini) circa 17 miliardi di euro, ed è evidente che si tratti di soldi che possono essere tranquillamente risparmiati, visto che servono solo a garantire, spesse volte, poltrone e ubicazioni per politici trombati, di primo e secondo pelo, oppure doppi e tripli incarichi, per non farsi mancare nulla.
La mancata abolizione delle Province cozza contro la declamata volontà di aiutare le imprese ed i cittadini, intervenendo sulle tasse che questi pagano allo Stato.
Infatti non si capisce, in presenza di una coperta corta, cortissima, come si faccia a diminuire le tasse senza diminuire le spese, considerato un debito pubblico alle stelle che, fra l’altro, negli ultimi anni ha continuato a crescere, alla faccia della politica economica rigorosa.
È evidente che, se davvero si vuole diminuire la trattenuta fiscale sugli stipendi (aspetto questo che ritengo fondamentale per rilanciare i consumi e le produzioni) e sulle imprese sempre più tartassate, bisognerà risparmiare i soldi da qualche altra parte!
E se le Province non si toccano, e gli sprechi pure, come si fa? Compriamo meno carta igienica o per fotocopie negli uffici pubblici? Riduciamo la luce negli uffici, tanto per quello che fanno, i collaboratori della Pubblica Amministrazione possono stare anche al buio? Scherzi a parte, è evidente che non esiste alcuna volontà di diminuire le tasse, anzi… Agli aumenti annuali dei costi corrisponde sempre un abbassamento della qualità dei servizi, e per affrontare i problemi legati al debito pubblico che diventa una voragine, si pone rimedio con tagli indiscriminati a destra e a manca, per ultimi mi vengono in mente i fondi tagliati per l’Università o la “cacciata” di migliaia di insegnanti italiani, prima precari nel lavoro, ora stabilizzati nella disperazione.
Una soluzione potrebbe essere una maggiore severità e attenzione nei confronti degli evasori, quelli, per intenderci, che cittadini italiani lo sono solo quando devono usufruire dei servizi pubblici, mentre per il resto “si fanno i fatti propri”.
A questi il Governo ha pensato bene di offrire una possibilità di redenzione, attraverso uno Scudo Fiscale che, di fatto, rappresenta l’ennesimo condono. Hai fatto il furbo, hai barato, imbrogliato, rubato? Non ti preoccupare, ti aiutiamo noi a pulire la coscienza (e magari anche a “lavare” il denaro sporco). Se hai soldi all’estero falli rientrare nella tua patria e paga allo Stato il 5%, così ti metti a posto. Considerato che, normalmente, avrebbero dovuto pagare fra il 45 ed il 50%, direi che si tratta di un bel affare e, soprattutto, di un messaggio “incentivante” per quanti, invece, avevano rispettato la legge e pagato le tasse.
Sempre più spesso, in Italia, è così: se rispetti le regole rischi di passare per fesso. D’altronde lo vediamo anche per strada, nella nostra città.
Le bancarelle abusive aumentano giorno per giorno, senza controlli, senza fitti da pagare, canoni e bollette, tasse sui rifiuti, controlli dei NAS, della Guardia di Finanza, Polizia Municipale, senza rispetto delle più elementari regole igieniche (che costano), senza bisogno del consulente e del commercialista (costano pure quelli), senza tasse e senza studi di settore.
Ci si deve sorprendere, allora, se i negozi chiudono? Ci si deve sorprendere se il gettito fiscale diminuisce? Credo di no, ma mi domando come potremo fare ad aumentare le buste paga dei lavoratori dipendenti, pubblici e privati, e come si devono diminuire le tasse a carico delle imprese, senza cominciare a tagliare qualche spesa e, soprattutto, senza abbassare la qualità dei servizi pubblici (sanità, scuola, trasporti).
L’abolizione delle Province sarebbe stato un ottimo inizio ma, evidentemente, la volontà è un’altra: ci tocca pagare tutto e, in ogni caso, accontentarci di quello che abbiamo, seppure scarso. Tanto, sta per arrivare una nuova campagna elettorale e, allora, potremo sognare di nuovo, perché oramai, ci restano solo le promesse!
Il Presidente Confesercenti Matera Giovanni Schiuma
Questo è il manifesto della banalità…
concordo cn Mughini!…nn mi meraviglierei se alle prossime comunali si candidasse il presidente della confesercenti che,nn riesce a difendere i suoi associati!! VERGOGNATI pure tu! :confused: