Salotti. Fondi europei e modelli keynesiani per superare la crisi
“La crisi delle aziende del mobile imbottito è tra le priorità del sistema produttivo materano, oggetto di analisi e di confronto in sede istituzionale, sindacale e imprenditoriale, ma che sembra non aver sufficiente attenzione nell’opinione pubblica forse perché sommersa dal rincaro delle tariffe e da altre voci del carovita. Per questo occorre effettuare scelte concrete, per evitare di perdere un patrimonio di risorse che ancora può dare molto all’economia locale.L’intervento pubblico e l’utilizzo delle opportunità normative e finanziarie dell’Unione europea rappresentano una carta importante da giocare sul tavolo della crisi delle aziende del mobile imbottito e contenere gli effetti della disoccupazione”. E’ quanto afferma il presidente della Camera di commercio di Matera, Domenico G. Bronzino, che si inserisce nel dibattito sulle cose da fare per dare risposte concrete alle difficoltà del sistema produttivo locale, dopo i continui ricorsi alla mobilità o all’avvio delle procedure di messa in liquidazione di importanti aziende produttrici di salotti. “ Occorre –ha detto Bronzino- produrre in questa fase il massimo sforzo per evitare di disperdere un patrimonio di conoscenze e di professionalità, che per anni hanno fatto conoscere e affermare nel mondo il nostro Distretto del Mobile Imbottito. Vanno percorse tutte le strade, come il riconoscimento dello stato di crisi, la riforma e l’attuazione del protocollo “Scajola’’ siglato a Matera dalle Regioni Puglia e Basilicata due anni fa, l’attivazione della cassa integrazione straordinaria per i lavoratori della Nicoletti. Allo stesso tempo occorre mettere in campo una serie di iniziative pubbliche, in grado di favorire il sostegno al reddito e la ripresa dei consumi. Penso a una politica delle opere pubbliche e delle infrastrutture in grado di muovere, ‘’a cascata’’ i diversi comparti produttivi, riprendendo quella politica Keynesyana che dopo il crollo delle borse del 1929 portò al ‘’New deal’’ del presidente americano Roosvelt e, nel dopoguerra, in Italia al “boom’ economico. Furono contesti diversi, ma rappresentano un valido punto di riferimento sulla strada da intraprendere. La politica keynesiana richiedeva un intervento pubblico sulla domanda per uscire dall’empasse della sottoccupazione. La spesa garantiva anche “effetti moltiplicativi” tramite il meccanismo del moltiplicatore della spesa pubblica secondo cui ogni intervento generava benefici più che proporzionali alla spesa’’.
Un altro strumento da attivare sono i programmi e le risorse dell’Unione europea. “ Gli Enti locali –ha aggiunto Bronzino- e,in primis il Comune di Matera, che ha professionalità e sensibilità sul piano tecnico e politico per farlo, può e deve attivare programmi e risorse soprattutto quelle comunitarie che possano sostenere ripresa e diversificazione anche delle aziende del mobile imbottito, attraverso un’azione sinergica con le imprese e le associazioni imprenditoriali. Questo impegno va legato peraltro all’obiettivo dell’occupazione e del mantenimento dei posti di lavoro, che costituisce priorità assoluta. A questo obiettivo essenziale occorre che faccia riferimento anche la proposta di variazione di destinazione d’uso, da produttiva a commerciale, di una parte delle volumetrie dello stabilimento Nicoletti o di quanti potrebbero trovarsi nelle stesse condizioni; anche se, non è possibile stabilire in via preventiva quali potrebbero essere gli esiti di tale variazione sui livelli sperati di occupazione. Matera e il suo territorio non possono permettersi di perdere pezzi importanti della propria economia, come accaduto in passato per il settore dei laterizi e pastaio-molitorio. Da parte di tutti, e la Camera di commercio farà la sua parte, il massimo impegno per superare una fase difficile del sistema produttivo materano’’.
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Mobile imbottito: piccole e medie imprese a confronto.
Fontanarosa: chiediamo l’attivazione del Protocollo Scajola
“Chiediamo al Governo e alla Regione Basilicata l’attivazione del Protocollo Scajola, sottoscritto il 19 marzo 2006, documento all’epoca ritenuto necessario e oggi considerato urgente per il comparto del mobile imbottito”.
Con queste parole Nicola Fontanarosa, presidente della Sezione Legno dell’API di Matera, esprime il punto di vista delle piccole e medie imprese al termine di un incontro tenutosi ieri sera presso la sede dell’Associazione.
Nel gran parlare che in questi giorni si fa intorno alla critica situazione del comparto del mobile imbottito, l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica si è concentrata prevalentemente sulle grandi aziende in crisi o in difficoltà.
Tuttavia, dietro la drammaticità delle cifre dei grandi committenti (debiti in aumento, fatturati in calo, ordini in diminuzione, personale in esubero) si cela l’autentica emergenza delle piccole e medie imprese conterziste e dell’indotto, dei cui dipendenti – spesso senza tutele – nessuno si preoccupa.
Nella sede di piazza Mulino si sono riunite diverse aziende che vivono con preoccupazione questa emergenza e il cui futuro è fortemente a rischio. Quasi tutte, inoltre, vantano cospicui crediti dai grandi committenti e a loro volta sono indebitate con le banche e i fornitori. Essere stritolati dalle due ganasce di una stessa tenaglia, a questo punto, è molto facile.
Gli analisti internazionali dicono che bisognerà attendere le elezioni negli Stati Uniti per capire come andrà il mercato, ma 9 mesi sono troppi per aziende che ormai sono quasi senza lavoro.
All’incontro erano presenti, inoltre, il presidente dell’API Olivieri, il presidente e il vice presidente della Sezione Legno Fontanarosa e Colacicco, i membri di giunta Muscaridola e Clemente; quest’ultimo riveste anche la carica di membro del Comitato di Distretto.
“Il Protocollo Scajola – precisa Fontanarosa – prevede non solo le misure specifiche per risollevare il comparto, ma anche gli impegni delle parti firmatarie e soprattutto l’istituzione di un comitato tecnico con funzioni esecutive per l’attuazione dell’accordo”.
“Se il Governo istituisse subito questo tavolo potremmo cominciare a parlare di cose concrete. L’occasione per ribadire quest’impegno potrebbe essere il convegno che l’API di Matera e la CONFAPI Puglia terranno a Santeramo in Colle tra qualche settimana con la presenza del ministro Fitto e degli esponenti delle due Regioni.