“Abbiamo esposto all’AATO Basilicata le esigenze specifiche del comparto produttivo industriale e turistico, affinché la predisposizione dei nuovi modelli tariffari possa raccogliere le istanze espresse dal mondo dell’impresa”.
È il commento espresso dai vertici di CONFINDUSTRIA Basilicata che hanno preso parte all’incontro convocato dall’AATO di Basilicata, teso a predisporre un modello tariffario capace di raccogliere le istanze diversificate espresse dal territorio.
“Il nuovo modello tariffario – ha detto Giuseppe MORAMARCO, Presidente Vicario di CONFINDUSTRIA Basilicata, che ha partecipato all’incontro – dovrà caratterizzarsi per una flessibilità strutturale, che permetta di adattare le tariffe idriche alle esigenze specifiche di ciascuna realtà produttiva. In concreto, l’AATO dovrà concordare direttamente con le imprese interessate i consumi previsti, in linea con le necessità connesse ai rispettivi impieghi produttivi. Sulla scorta di tale indicazione, l’importo relativo ad una eventuale eccedenza rispetto ai consumi preventivati, entro il limite del + 20% o – 20%, dovrà essere calcolato con l’applicazione della “tariffa base”. Oltre tale limite, per un ulteriore eccedenza del 10 %, andrà applicata la “tariffa di prima eccedenza”. Il superamento di questo ulteriore limite sarà calcolato con la “tariffa di seconda eccedenza”.
Nel corso dell’incontro è stato chiesto al Presidente di AATO Basilicata, Angelo Nardozza, di prescrivere all’ente gestore della risorsa idrica, Acquedotto Lucano, di indicare espressamente, in ogni singola fattura destinata all’utenza, l’importo relativo alla “quota parte” di incidenza dell’ex-tributo 660 che, con Legge Regionale, è stato abbonato ai soggetti obbligati. A fronte di ciò, i mancati introiti sono stati “socializzati”, attraverso la ripartizione di tali importi sulla collettività. “Ciò conferma la necessità – ha concluso Moramarco – di tenere alta la guardia sui temi della competitività del territorio, che necessariamente passano attraverso una efficace azione tesa a ridurre i costi delle utilities impropriamente fornite da società a capitale pubblico, evitando che i “costi” non di stretta competenza siano addebitati al sistema delle imprese, impegnate quotidianamente nel sostenere le sfide del mercato”.
Nov 12