“I dati emersi dalla Ricerca di Sos Impresa di Confesercenti su mafia e usura, descrivono una mappa del Sistema Italia di drammatica gravità”.Lo sostiene Leonardo Montemurro, segretario regionale del Cna.
“Un fatturato di 90 miliardi l’anno e una media di 1300 reati al giorno, sono alcune delle cifre dell’attività di quella che viene definita la prima azienda italiana. La ricerca prende in considerazione numerosi aspetti legati alle attività commerciali ed imprenditoriali in tutte le regioni italiane, all’interno delle quali la Basilicata si colloca su posizioni che non destano preoccupazioni immediate ma che comunque inducono a non abbassare la guardia.
Le piccole imprese – prosegue Montemurro – del Materano e della Basilicata inserite tra i 150 mila commercianti che ogni anno diventano vittime del fenomeno usurario, rappresentano l’anello più debole di un’economia che nella nostra regione mostra da tempo segnali di difficoltà.
La crisi del settore manifatturiero, di quello industriale più in generale e i dati sull’indebitamento delle famiglie, segnalati dalla ricerca di Unioncamere sullo stato dell’Economia lucana nel 2006, sono dati sui quali è necessario concentrare la nostra attenzione, consapevoli comunque del fatto che il mancato attecchimento dei fenomeni mafiosi non diventi per tutti noi, un pericoloso alibi.
I 1000 commercianti del settore agricolo registrati dalla ricerca di Confesercenti, nell’ambito della cosiddetta “mappa del pizzo”, per i quali la zona a medio rischio (“gialla”) si concentrebbe nel Metapontino, devono essere il campanello d’allarme perennemente acceso. Occorre ricordare tra l’altro – prosegue Montemurro – che nel corso della Conferenza regionale sul credito, tenutasi nello scorso mese di maggio a Potenza, promossa da Abi (Associazione Bancaria Italiana) e Regione Basilicata, con riferimento al fenomeno dell’usura che il ricorso al credito illegale tocca il 30%delle imprese, variamente distribuite nei differenti comparti produttivi (artigianato, commercio, industria..) La Cna, con i suoi 3.000 iscritti a livello regionale di cui 1000 nel Materano, si farà interprete di una serie di misure a difesa di un tessuto economico rappresentato soprattutto dalle piccole imprese già messe a dura prova negli ultimi tempi.
Il dato che, inoltre, riguarda il rischio usura in Basilicata, secondo i riferimenti dell’Indice Sintomatico di Fatti estortivi (ISE) – prosegue Montemurro – fa chiaro riferimento a 2000 soggetti coinvolti, pari al 18,7% del totale e ad un giro d’affari che alla “Premiata Ditta Mafia” frutta circa 43mila euro all’anno per azienda (42.857 euro), vale a dire 85milioni 714 euro all’anno.
E’ necessario che gli istituti di credito promuovano condizioni e metodologie in favore dei piccoli imprenditori. Come sottolineato dall’indagine di Sos Impresa (“Il perdurare della crisi economica, il calo dei consumi, l’impoverimento della classe media, ma anche dissesti e scandali finanziari che hanno toccato il sistema bancario, ripropongono uno scenario simile a quello del biennio 1990/1992 nel quale l’usura emerse come dramma sociale diffuso”) è necessario che anche il sistema creditizio giunga ad una cambio di passo, ad un momento di riflessione nel quale il confronto con le associazioni di categoria diventi ancora più proficuo e propositivo. A rischio, altrimenti – conclude Montemurro – ci sono piccole imprese che potrebbero progressivamente scomparire a tutto vantaggio di un sistema malavitoso che potrebbe mettere le mani su un territorio ancora miracolosamente sano, trasformando la sua economia con l’imposizione di regole delinquenziali”.
Ott 24