“In questi anni abbiamo provato, con grandi sforzi, a portare avanti un preciso piano industriale di sviluppo della nostra azienda, in un contesto molto complesso che non avrebbe incoraggiato molti. Analizzando tutta la vicenda che ha riguardato gli investimenti effettuati sul territorio di Matera emerge un dato estremamente sconfortante per un imprenditore e per una intera comunità: il totale disinteresse delle istituzioni rispetto alla possibilità di creare nuova occupazione.
Abbiamo garantito la salvaguardia della tradizione molitoria e pastaia materana, anche se i diversi procedimenti giudiziari che hanno interessato l’azienda in questi anni non hanno permesso di portare avanti il piano industriale secondo la tempistica e le modalità programmate, tanto da costringere l’azienda al ricorso agli ammortizzatori sociali per la riduzione dei costi di esercizio. Confermiamo ancora una volta, tuttavia, la volontà di andare avanti nel perseguire i nostri obiettivi aziendali, garantendo la continuità produttiva del nostro stabilimento di Matera ed il conseguente mantenimento dei livelli occupazionali, che non sarà ulteriormente ridotto rispetto alle 18 unità lavorative che attualmente l’azienda può garantire”.
È quanto ha dichiarato Adalberto Tandoi a margine dell’incontro svoltosi questa mattina presso la Prefettura di Matera, per illustrare le dinamiche produttive ed occupazionali dello stabilimento Tandoi di Matera.
“Il nostro maggiore rammarico – ha continuato Adalberto, che insieme al fratello Filippo è socio della “Tandoi Filippo e Adalberto Fratelli spa” – è quello di dover far fronte non solo alle difficoltà del mercato, dove riusciamo a difendere ottimamente le nostre posizioni grazie alla qualità dei prodotti e alle indovinate scelte di marketing come l’iniziativa “Pasta è benessere”, ma anche e soprattutto alle insidie ambientali che, sin dall’inizio, non hanno mai accolto con favore la nostra iniziativa imprenditoriale, grazie alla quale – è bene ricordarlo – è stata recuperata, nel 2006, una parte dei livelli occupazionali persi con la chiusura dello stabilimento Barilla, assicurando continuità alla tradizione molitoria di questa città”.
“Le nostre aspettative, tradotte in un piano industriale sostenibile, sono state disattese a causa di una situazione di pesante e costante indeterminatezza, che ha condizionato negativamente la strategia di sviluppo della nostra azienda, costretta ad utilizzare solo in parte le potenzialità produttive di cui dispone, sia per i limiti infrastrutturali dell’area industriale di La Martella, sia per il singolare accanimento di alcuni soci della Cerere tracimato poi in procedimenti giudiziari tuttora in corso. A ciò si aggiungono anche alcuni elementi, come la presentazione della proposta di Regolamento Urbanistico del Comune di Matera che continua a riservare al sito ex Barilla, ubicato nel cuore della città, la “destinazione d’uso industriale”, quando invece una sua trasformazione, coerente con il Piano Integrato di Intervento approvato dal Commissario Prefettizio lo scorso 9 aprile 2010, consentirebbe all’azienda Tandoi di poter contare su risorse economiche utili sia per consolidare i livelli occupazionali operanti presso l’impianto dell’area industriale di La Martella, sia per generare un nuovo e prezioso indotto occupazionale, il cui valore, a quanto pare, non sembra interessare il Comune di Matera. Per quanto detto, dunque, la Tandoi ha dovuto ricorrere ad una riduzione dei costi, sperando di non dover rinunciare, per cause indipendenti dal mercato, alla volontà di continuare a fare impresa a Matera, per generare crescita, sviluppo, economia ed occupazione”.
Pastificio Tandoi