La nota della Cgil sulla vertenza ex Cosin, Siram e Innova
Ancora nessuna risposta per i 70 lavoratori ex COSIN addetti alla manutenzione della rete viaria provinciale: nella giornata di martedì 22 febbraio, si è tenuto l’ennesimo incontro con i vertici istituzionali della Provincia, ma la situazione resta ferma a sette mesi fa.
Esiste un percorso, già tracciato da delibere di giunta ed accordi sindacali, che prevede l’attribuzione all’APEA delle competenze in materia di manutenzione della rete viaria, delle relative risorse e dei 70 operai, ma questa ipotesi pare ormai immotivatamente archiviata.
Non si può tollerare oltre questo inaccettabile disinteresse dell’Amministrazione Prov.le che dimostra, in tal modo, grande e grave insensibilità verso il dramma di chi ha un’occupazione già precaria (per opportuna memoria, il salario di tali lavoratori si aggirava intorno ai 700 euro mensili), ed incapacità o mancata volontà di gestire la questione occupazionale di ben 70 lavoratori.
Né si può pensare solo a soluzioni tampone, o ad attivare ammortizzatori sociali, perché, dopo anni da LSU, questi operai erano stati finalmente “stabilizzati” per svolgere un servizio pubblico essenziale per conto dell’ente provincia, ed ora di fatto tornano indietro, gettati nel baratro della disoccupazione.
Gli ammortizzatori sociali si attivano in caso di crisi aziendali; in questo caso, l’Amministrazione Provinciale, ha da espletare dei servizi essenziali (manutenzione strade) per la comunità e di tali servizi i 70 lavoratori ne erano i diretti esecutori e devono continuare ad esserlo.
Si era richiesto alla Amministrazione Provinciale le uno scatto di reni, un atto di responsabilità verso le maestranze e le rispettive famiglie. La risposta non può essere l’ammortizzatore sociale che è un palliativo e una sconfitta per chi invoca il lavoro, per chi vuole sentirsi utile per la propria comunità.
Questi 70 lavoratori vogliono lavorare e non essere assistiti; essi hanno una dignità e grandi responsabilità verso le rispettive famiglie e non possono essere collocati in una situazione di inerzia forzata.
Con rammarico, si rileva che l’Amministrzione Provinciale, ad oggi, non ha fatto nulla di concreto per tali lavoratori se non quello di tentare di “scaricare” il problema sulla Regione Basilicata o di ottenere a tutti i costi l’accesso ad ammortizzatori sociali che però non rappresentano la soluzione, ma rende tali lavoratori eterni disoccupati.
Il sindacato non demorde e metterà in campo azioni concrete con cui pretendere rispetto e lavoro per i 70 lavoratori, la cui dignità, per l’ennesima volta, è stata calpestata.
Ancora nessuna risposta per i 70 lavoratori ex COSIN addetti alla manutenzione della rete viaria provinciale: nella giornata di ieri, si è tenuto l’ennesimo incontro con i vertici istituzionali della Provincia, ma la situazione resta ferma a sette mesi fa.
Esiste un percorso, già tracciato da delibere di giunta ed accordi sindacali, che prevede l’attribuzione all’APEA delle competenze in materia di manutenzione della rete viaria, delle relative risorse e dei 70 operai, ma questa ipotesi pare ormai immotivatamente archiviata.
Non si può tollerare oltre questo inaccettabile disinteresse dell’Amministrazione Prov.le che dimostra, in tal modo, grande e grave insensibilità verso il dramma di chi ha un’occupazione già precaria (per opportuna memoria, il salario di tali lavoratori si aggirava intorno ai 700 euro mensili), ed incapacità o mancata volontà di gestire la questione occupazionale di ben 70 lavoratori.
Né si può pensare solo a soluzioni tampone, o ad attivare ammortizzatori sociali, perché, dopo anni da LSU, questi operai erano stati finalmente “stabilizzati” per svolgere un servizio pubblico essenziale per conto dell’ente provincia, ed ora di fatto tornano indietro, gettati nel baratro della disoccupazione.
Gli ammortizzatori sociali si attivano in caso di crisi aziendali; in questo caso, l’Amm.ne Prov.le esiste, ha da espletare dei servizi essenziali (manutenzione strade) per la comunità e di tali servizi i 70 lavoratori ne erano i diretti esecutori e devono continuare ad esserlo.
Si era richiesto alla Amministrazione Provinciale uno scatto di reni, un atto di responsabilità verso le maestranze e le rispettive famiglie. La risposta non può essere l’ammortizzatore sociale che è un palliativo e una sconfitta per chi invoca il lavoro, per chi vuole sentirsi utile per la propria comunità.
Questi 70 lavoratori vogliono lavorare e non essere assistiti; essi hanno una dignità e grandi responsabilità verso le rispettive famiglie e non possono essere collocati in una situazione di inerzia forzata.
Con rammarico, si rileva che l’Amministrazione provinciale, ad oggi, non ha fatto nulla di concreto per tali lavoratori se non quello di tentare di “scaricare” il problema sulla Regione Basilicata o di ottenere a tutti i costi l’accesso ad ammortizzatori sociali che però non rappresentano la soluzione, ma rende tali lavoratori eterni disoccupati.
Il sindacato non demorde e metterà in campo azioni concrete con cui pretendere rispetto e lavoro per i 70 lavoratori, la cui dignità, per l’ennesima volta, è stata calpestata.
La segretaria generale Cgil Matera Manuela Taratufolo
Questione ex Cosin, Innova e Siram, la Provincia non ha mai abdicato alle sue responsabilità
In risposta alle nota in cui la consigliera Marzano e la Segretaria Provinciale CGIL Manuela Taratufolo lamentano il mancato impegno della Provincia rispetto i lavoratori ex Cosin, Siram e Innova, la Giunta provinciale sottolinea come: “Al fine di sgombrare il campo da dubbi, che potrebbero degenerare in facili quanto inopportune strumentalizzazioni, è necessario premettere come questa Amministrazione si sia trovata, di fatto, a gestire una situazione già in essere. Insomma, una eredità molto complessa a cui, però, non abbiamo mai sottratto tempo, attenzione e risorse economiche”
Carte alla mano si ricostruisce attentamente il corso degli ultimi eventi evidenziando come: “Attesa l’impossibilità giuridica di prevedere soluzioni diverse in considerazione del fatto che trattasi di dipendenti di aziende private aggiudicatarie di appalti pubblici, l’Amministrazione provinciale aveva delegato all’Apea la gestione dei servizi e il reclutamento dei rispettivi lavoratori. Purtroppo, a causa dell’assenza di fondi la Provincia, non potendo mantenere in essere i contratti, ha presentato alla Regione, a luglio del 2010, 4 progetti. Quattro soluzioni che avrebbero potuto tutelare, nello stesso tempo, occupazione, sicurezza stradale e manutenzione ambientale.”
“Il mancato riscontro dalla Regione,non ha permesso all’Ente di assumersi responsabilità che, è bene ricordarlo, vanno accertate su dati e fatti evidenti. Come è noto a tutti, infatti, il Patto di stabilità più che un alibi è una vera e propria trincea al di là della quale si stagliano scenari catastrofici che sarebbe meglio non augurarci. Non esistono, al momento, possibilità oggettive di stabilizzare questi lavoratori, perché la “coperta” è sempre quella e non possiamo venire meno a obblighi di legge o impegni assunti e determinati, anche se lo faremmo a fin di bene. Purtroppo la filantropia, nelle questioni amministrative, va comunque sostanziata dai numeri e sebbene noi continuiamo a sforzarci per non fare mancare la nostra attenzione alla questione dei lavoratori ex Cosin, Siram e Innova, dobbiamo sforzarci di essere onesti intellettualmente. Sfruttare i diritti dei lavoratori e dei più deboli è uno slogan che non fa bene a una politica corretta che deve assumersi, oltre agli onori, anche gli oneri. Una assunzione di responsabilità che pratichiamo nell’interesse di tutti”.
Replica della Cgil Matera sulla nota inviata dalla Provincia di Matera in merito alla vertenza ex Cosin, Siram e Innova
Non per alimentare una sterile polemica, ma quanto affermato dalla Provincia tramite un comunicato stampa pubblicato in data 24 febbraio u.s., a proposito della vertenza Ex Cosin, lascia interdetti e insoddisfatti ed induce ad esprimere ulteriori riflessioni.
Su questa vicenda, sembra sempre più chiaro che manca la volontà politica a risolvere il problema occupazionale dei 70 lavoratori e manca un impegno concreto a trovare soluzioni definite e definitive.
E’ troppo semplicistico giustificare la mancata prosecuzione dell’attività lavorativa dei 70 storici lavoratori con l’assenza delle risorse, coi mancati riscontri della Regione, col patto di stabilità.
Sorge spontanea, per l’ennesima volta, la domanda: ma la Provincia di suo cosa mette in campo? quale sforzo intende dispiegare per dare un segnale del suo impegno in questa drammatica vicenda?Ad oggi non è dato ancora sapere.
Anzi, le uniche strade che l’ente ha indicato sono : “scaricare” il problema interamente sulla Regione o “gettare” i lavoratori in ammortizzatori sociali.
Tali soluzioni non denotano un progetto o un impegno a risolvere concretamente il problema restituendo a tali lavoratori un loro sacrosanto diritto: il lavoro.
La Provincia deve dare prova di un impegno concreto e reale ma soprattutto non ammantare le sue intenzioni a risolvere il problema solo di belle parole o di formale solidarietà.
Occorrono fatti e solidarietà sostanziale e non praticare la politica dello “scarica barile”.
Non bisogna dimenticare che questi lavoratori sono stati stabilizzati dall’Ente Provincia, non possono essere considerati figli di un dio minore né possono essere riprecarizzati dall’Ente che ha consentito loro di passare dallo status di LSU allo status di lavoratori dipendenti.
La CGIL Insiste pertanto nel rivendicare che da parte della Provincia si ridia il lavoro, per sette mesi negato, ai 70 lavoratori che sono uomini e donne con una dignità che non va ulteriormente umiliata, che sono madri e padri con famiglie a cui si sta negando pane e lavoro (oggi, 28 febbraio, è l’ultimo giorno di sussidio di disoccupazione per questi lavoratori).
La segretaria generale Cgil Matera Manuela Taratufolo