ZONE FRANCHE URBANE. ANCORA UN BLUFF PER IL SUD
Il Ministro Romani in audizione alla Commissione Attività Produttive della Camera
Vico: Confermati i nostri timori sulle ZFU
A dicembre l’allarme lanciato dai parlamentari del PD e dall’onorevole Ludovico Vico in aula, poi i passaggi di distensione da parte del Ministro Romani. Non c’è pace però per le Zone Franche Urbane, lo strumento che attraverso gli incentivi fiscali per le aziende vecchie e nuove inserite in aree depresse del Mezzogiorno d’Italia, rischia ora di trasformarsi in un ulteriore bluff ai danni proprio delle imprese del Sud.
Il rischio è palesato nel testo di risposta che lo stesso Ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani, formula nell’audizione tenuta oggi nella X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati.
Quello che leggiamo è tutto fuorché una rassicurazione – spiega Vico (PD) – anzi è nero su bianco la conferma alle preoccupazioni da noi espresse in questi mesi. Le Zone Franche Urbane, malgrado la loro perimetrazione e malgrado gli adempimenti che molti comuni (compreso quelli pugliesi di Taranto, Lecce e Andria – ndr) avevano già messo in atto, probabilmente resterà soltanto uno dei tanti buoni propositi annunciati da questo Governo che pure continua a declinare il verbo fare solo nel nord del Paese.
100 milioni di euro sostanzialmente destinati nella Finanziaria del 2007 a molte città del Sud – afferma Vico – che ora rischiano di essere dirottati altrove, trasformando le Zone Franche Urbane in un papocchio discrezionale con una disciplina totalmente diversa.
Vico si riferisce ad un passaggio fondamentale della risposta di Romani che nell’audizione sottolinea l’introduzione, attraverso il D.L. 78/2010 delle Zone a Burocrazia Zero nel Mezzogiorno: una disciplina di aiuto che sostituirebbe completamente nelle aree individuate quella delle ZFU e che non consisterebbe più in esenzioni fiscali per aziende vecchie (de minimis) e nuove, ma solo in contributi concessi dai Sindaci territorialmente competenti.
Ma anche in questo caso siamo nella nebbia più assoluta – dichiara ancora il parlamentare pugliese Vico – perché come non esisteva nessuna autorizzazione comunitaria avviata da questo Governo in tema di Zone Franche Urbane, stesso e identico destino è toccato alle Zone a Burocrazia Zero. Meri annunci che hanno solo il compito di confondere le acque e soprattutto disperdere i finanziamenti in favore del Meridione.
Con preghiera di cortese diffusione,
Roma, 4 febbraio 2011
Audizione del Ministro dello Sviluppo Economico
On. Paolo Romani X COMMISSIONE Attività Produttive, Commercio e Turismo Camera dei Deputati
Replica dell’On. Sig. Ministro
Roma, 3 febbraio 2011
Desidero porle, signor Ministro. Una domanda che riguarda le zone franche urbane, provvedimento per il Mezzogiorno, ma in seguito bloccato in ordine all’erogazione. Vorrei quindi conoscere quale sia lo stato dell’arte.
Replica dell’On. Sig. Ministro
Il Ministero è stato impegnato nell’attuazione delle Zone Franche Urbane, istituite dalla legge finanziaria per il 2007, con una dotazione complessiva di 100 milioni di euro.
La delibera CIPE dell’8 maggio 2009 ha individuato 22 ZFU (di cui 18 nel Mezzogiorno e 4 nel Centro-Nord) e la norma ha ottenuto l’approvazione da parte della Commissione europea il 28 ottobre 2009.
L’offerta di agevolazioni fiscali e tributarie in favore delle imprese si è arricchito con l’art. 43 del D.L.78/2010 che introduce le Zone a Burocrazia Zero (ZBZ) nel Mezzogiorno, ed ha previsto che ove queste coincidano con le ZFU già individuate dal CIPE, si applichi una diversa disciplina di aiuto consistente non in esenzioni fiscali ma in contributi concessi dai Sindaci territorialmente competenti, solo a beneficio delle nuove iniziative produttive.
Per l’applicazione di tale diverso regime (che comunque richiederebbe una nuova autorizzazione comunitaria) occorre comunque che il Ministero dell’economia e delle finanze ed il Ministero dell’interno individuino, con loro decreto, le Zone a Burocrazia Zero. Si è nel frattempo sperimentata una ipotesi peculiare di Zona franca urbana prevista dal d.l. 39/2009, per i territori dell’Abruzzo colpiti dal sisma del 6 aprile 2009.
In proposito, si segnala che il CIPE ha già approvato, su proposta del Ministero dello sviluppo economico, d’intesa con la Regione Abruzzo, la delimitazione della ZFU, facendola coincidere con l’intero territorio del Comune dell’Aquila, e che il d.l. 78/2010 ha recentemente incrementato la specifica dotazione finanziaria da 45 milioni di euro a 90 milioni di euro.
Il Ministero ha altresì avviato, in data 12 gennaio 2011, la procedura per l’acquisizione della necessaria autorizzazione comunitaria dell’aiuto di Stato. In questo caso, come per le precedenti 22 ZFU, è infine necessario il decreto attuativo del Ministro dell’economia e delle finanze.