In occasione dell’anniversario degli scontri tra tifosi del Melfi Calcio e del Rionero che hanno portato alla morte del tifoso della Vultur Rionero, Fabio Tucciariello, di 39 anni, investito domenica 19 gennaio 2020 presso la stazione ferroviaria di Vaglio di Basilicata, da un supporter melfitano, Salvatore Laspagnoletta, di 30, in carcere con l’accusa di omicidio volontario, riportiamo di seguito la lettera inviata ai giovani melfitani e rioneresi scritta a quattro mani dalla Presidente dell’ANPI sezione di Melfi, Anna Martino, e dal Presidente dell’ANPI Sezione di Rionero, Antonio Sanfrancesco.
I valori dello sport: dal campo alla vita.
Carissimi giovani,
è passato un anno dagli scontri fra tifosi delle comunità di Melfi e Rionero in Vulture e dai loro tragici effetti sui residenti delle due comunità.
La violenza non si può qualificare con un aggettivo, non è né sportiva, né giovanile, è semplicemente un atto di espressione della stupidità umana e del suo istinto animale.
La violenza non fa parte della sana competizione sportiva.
Lo sport, da sempre, viene considerato un fenomeno culturale di estrema importanza perché fa riferimento ad antichi valori, come la fratellanza, il rispetto delle regole, la sana competitività.
Lo sport educa al rispetto delle regole, al vivere civile di una comunità, di un gruppo sociale o della singola persona: l’attività sportiva può diventare fattore d’integrazione multirazziale, di convivenza civile e di solidarietà.
L’osservanza delle regole e la disciplina aiutano, in campo e nella vita, ad autoregolare il proprio comportamento e quindi anche alla disciplina personale. Inoltre, l’etica sportiva comprende i valori della tolleranza, della lealtà, del rispetto, sintetizzabili nel
concetto di fair play.
Il gioco corretto ci fa pensare ai campi sportivi come a delle comunità educanti, dove l’atleta, sia che pratichi l’attività agonistica sia che segua l’evento come tifoso, deve rispettare l’avversario, l’arbitro, il pubblico e deve avere la capacità di accettare la
sconfitta. Deve abituarsi a comportamenti e a esperienze di vita corretti nel piccolo gruppo per interiorizzarli e trasferirli nella vita fuori dai campi sportivi.
Nel gioco, corretto e leale, regole e libertà sono tra loro legate. Le buone regole promuovono una libertà adulta, capace di accettare lo stretto legame che c’è tra diritti e doveri, diritti e doveri che sono la base del comportamento sociale in ogni contesto e
in ogni epoca. Sempre e solo nel gioco corretto, lo sport diventa spazio di inclusione e di solidarietà che rende onore al merito ed esalta l’eccellenza.
Purtroppo viviamo in un’epoca in cui la vittoria, come risultato ultimo, sembra essere l’unico fine a cui puntare in tutti i settori della vita. Occorre vincere sempre: a scuola, nello sport, nel lavoro. La sconfitta non è contemplata nella vita di tutti i giorni.
Ecco allora l’importanza fondamentale dello sport e in modo particolare del calcio, quando è in grado di insegnarci il valore della sconfitta come crescita e come opportunità per migliorare e superare i nostri limiti e quando ci trasmette valori positivi, quando diventa spazio di lealtà e amicizia, palestra di impegno e di crescita umana.
Quindi, carissimi giovani, la vita spezzata di qualsiasi persona deve essere di monito per tutti, superando i particolarismi, le rivalità, i campanilismi, guidandoci verso un’accoglienza gioiosa dell’altro con una apertura mentale capaci di valorizzare i principi ed i valori sani dello sport.