E’ morta Lina Wertmuller. La grande regista di origin lucane che aveva 93 anni si è spenta nella notte a Roma.
In Basilicata ha girato il film “I Basilischi” nel 1963 tra Palazzo San Gervasio e Minervino Murge. Film premiato nel 1963 con la Vela d’Argento al festival di Locarno.
La camera ardente sarà allestita in Campidoglio. La notizia è stata data dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri che in un tweet la ricorda come “una grande regista che ha realizzato film densi di ironia e intelligenza, la prima donna candidata all’Oscar per la miglior regia”.
Nata a Roma nel 1928, il carattere deciso di chi non ha mai nascosto le sue idee, che fosse l’adesione al Partito Socialista o la rivendicazione dei diritti della donnanel mondo del cinema. “Ho sempre avuto un carattere forte fin da piccola”, raccontava di sé. “Sono stata addirittura cacciata da undici scuole e sul set ho sempre comandato io”.
”Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva”. E ci e’ riuscita, come testimonia una carriera fitta di successi.
E’ stata la prima donna ad ottenere una nomination come migliore regista ai tempi di “Pasqualino settebellezze” (1976) che ne totalizzo’ ben quattro; e’ stata la prima donna ad avere successo in tv ai tempi degli “sceneggiati” con la trionfale accoglienza del “Giornalino di Giamburrasca” (1964-65) e ha diviso con Iaia Fiastri il privilegio di avere avuto spazio nella premiata ditta Garinei&Giovannini.
A 17 anni si iscrive all’accademia teatrale di Pietro Sharoff, debutta come regista di burattini con la guida di Maria Signorelli, scrive per la radio e la televisione mettendo in mostra un estro surreale e comico che sara’ la sua arma vincente, va a scuola di cinema da Fellini sui set di “La dolce vita” e “8 ½”, collabora alla prima Canzonissima della Rai e quando debutta nel lungometraggio con “I basilischi” nel 1963 gia’ vince la Vela d’oro del Festival di Locarno. L’anno dopo il sodalizio con Rita Pavone per “Il giornalino di Giamburrasca” ne fa d’un colpo una regista ricercata dai produttori. Nello stesso periodo incontra l’apprezzato scenografo teatrale Enrico Job con cui si sposera’ , dividera’ tutta la carriera artistica e adottera’ la figlia Maria Zulima. Il suo primo, grande successo nel 1972, “Mimi’ metallurgico ferito nell’onore”, in cui per la prima volta fa coppia artistica con il suo protagonista per eccellenza, Giancarlo Giannini. Il film ha un travolgente successo in sala e si guadagna l’invito al festival di Cannes.
La sua mania per i titoli di lunghezza fluviale diventa in fretta un marchio di fabbrica, cosi’ come i vistosi occhiali bianchi, la battuta sferzante, la simpatia contagiosa. “Film d’amore e d’anarchia”, “Tutto a posto e niente in ordine”, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”, “Pasqualino settebellezze” segnano in modo assolutamente personale il cinema italiano degli anni ’70 e ogni volta mettono d’accordo critica e pubblico. Arriva un’accentuazione dei temi storici e politici che percorrono gli anni ’80 (da “La fine del mondo…”e “Fatto di sangue tra due uomini…” fino a “Notte d’estate…”).
Dall’inizio degli anni ’90 conosce un nuovo successo scommettendo su attori che plasma e trasforma secondo il suo gusto personale. Ecco allora il sodalizio con Sophia Loren per portare in tv un riuscito adattamento di “Sabato, domenica e lunedi’ ” da Eduardo e quello con Paolo Villaggio per “Io speriamo che me la cavo” dal romanzo-verita’ di Marcello D’Orta. Ritorna due volte a fare coppia fissa con l’amica Loren, tenta l’affresco storico con “Ferdinando e Carolina”, rivisita i suoi personaggi tipici aggiornandoli con volti nuovi come Veronica Pivetti o Claudia Gerini. E’ sempre piu’ attratta dalla cultura partenopea tanto da meritarsi la cittadinanza onoraria di Napoli e da debuttare al Teatro San Carlo con una felice regia della “Carmen” di Bizet. Si diverte anche in veste di doppiatrice per “Mulan” o come esponente dei “poteri forti” in “Benvenuto Presidente” di Riccardo Milani.
Il cordoglio di Bardi per la scomparsa di Lina Wertmuller
“I lucani piangono la scomparsa di Lina Wertmuller, la grande regista che ha raccontato con graffiante ironia l’Italia e gli italiani, le loro miserie e la loro grandezza. Con i suoi film Lina Wertmuller ci ha accompagnato in tutti questi anni e ci hai fatto emozionare. Il suo sguardo è stato sempre volto a scoprire i sentimenti umani. Mi piace pensare che quel suo carattere forte e travolgente, che le ha permesso di affermarsi e di raggiungere traguardi così importanti, sia almeno un po’ anche il frutto delle sue origini lucane, della fierezza di questa terra e in particolare di Palazzo San Gervasio, che ha dato i natali a suo padre e che ha raccontato tanti anni fa nel film ‘I basilischi’. Ai suoi familiari esprimo i sentimenti di partecipazione e di cordoglio del governo regionale”. Così il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ricorda la regista Lina Wertmuller, scomparsa oggi a Roma.
Il cordoglio del senatore Margiotta per la scomparsa di Lina Wertmuller
“L’Italia piange la scomparsa di Lina Wertmüller, grande protagonista del cinema italiano, regista sensibile e donna raffinata, che ha saputo consegnarci opere alle quale ognuno di noi resterà per sempre legato. Da lucano, non posso non ricordare con grande affetto “I basilischi”, il film che ha segnato il suo esordio da regista, in gran parte girato nel paese originario del padre, Palazzo San Gervasio in provincia di Potenza. Un’opera preziosa, ironica, amara, che racconta la Lucania dell’epoca e più in generale i luoghi comuni ed i rituali della provincia italiana”. Lo scrive in una nota il Senatore PD Salvatore Margiotta, esprimendo per la regista scomparsa a 93 anni, “infinita gratitudine, per aver saputo rappresentare con classe, intelligenza e in modo sempre anticonformista, il cinema italiano nel mondo.”
Il cordoglio del presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala, per la scomparsa di Lina Wertmuller
“A Lina Wertmüller va l’omaggio di tutti noi lucani”. Così il presidente del Consiglio regionale nel commentare la scomparsa della regista che aveva origini lucane. “Va via una protagonista del cinema italiano, autrice talentuosa e regista sensibile che ha portato alto il nome della Basilicata”
“Scompare una protagonista del cinema italiano, autrice talentuosa e regista sensibile che ha portato alto il nome della Basilicata”.Così il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala, nel commentare la scomparsa di Lina Wertmüller, ed esprimendo le più sentite condoglianze alla famiglia da parte sua e di tutta l’Assemblea legislativa.
“Oltre che per le sue origini – precisa il Presidente Cicala – Lina Wertmüller ha legato il suo nome alla Basilicata quando, nel 1963, arrivando per la prima volta nel suo paese d’origine, Palazzo San Gervasio, rimase folgorata dal materiale umano e dal tessuto sociale di quel paese del Sud: famiglie radicate nei loro riti (la famosa ‘controra’) e giovani arrampicati sui muretti del paese, immobili e pietrificati al sole esattamente come i ‘basilischi’ da cui prese poi il titolo il suo primo film da autrice e da regista. Una visione tragica e ironica assieme, che sarà poi la cifra dì tutta la sua carriera, consegnò quel film alla storia della cinematografia italiana”.
“Regista, sceneggiatrice (per Zeffirelli e Salerno), collaboratrice di Fellini, di Garinei e Giovannini nel mondo del musical – ricorda il presidente del Consiglio regionale della Basilicata – è stata la prima donna ad essere candidata all’Oscar come miglior regista nel 1972 per Pasqualino Settebellezze, mentre nel 2020 ha ricevuto quello onorario alla carriera”.
“Una professione – conclude Cicala -onorata con impegno e passione e che ha sempre cercato di trasmettere con entusiasmo ai giovani. A lei che aveva origini lucane, va l’omaggio di noi tutti lucani”.
Il cordoglio del Presidente Rocco Guarino e dl Consiglio Provinciale di Potenza per la scomparsa di Lina Wertmuller
Il Presidente ed il Consiglio Provinciale di Potenza, esprimono il loro cordoglio alla famiglia della nostra conterranea, Lina Wertmuller, scomparsa oggi.
Il suo sentirsi lucana, il suo attaccamento alla nostra regione di cui non ha mai fatto mistero, le sue grandi opere cinematografiche in uno con il senso e la capacità di raccontare anche in chiave ironica le trasformazioni e le sofferenze della nostra società, sono il segno di una indimenticabile storia di cui andare fieri.
Dei suoi racconti e dei suoi film, potremmo parlarne all’infinito, resta in noi il sentimento di gratitudine collettiva che la gente lucana sta esprimendo in queste ore e di cui la Provincia di Potenza si fa interprete.