Celebrata questa mattina anche a Matera la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, organizzata dalla Prefettura e dal Comando Provinciale Carabinieri di Matera. Alla cerimonia hanno partecipato il Prefetto di Matera, Rinaldo Argentieri, alla sua ultima presenza istituzionale prima del trasferimento alla Prefettura di Ferrara dove si insedierà sabato 6 novembre, le Autorità civili, militari e religiose e le varie Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
Nella circostanza, il Prefetto e i Comandanti Militari e dei Corpi di Polizia, alla presenza di tutte le Autorità, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e della cittadinanza, hanno commemorato i Caduti con la deposizione di due ghirlande di alloro, prima al cippo di via Lucana e, dopo aver percorso il centro storico in corteo da piazzetta Pascoli verso Piazza Vittorio Veneto, al Monumento ai Caduti, posizionato nel cuore del centro storico cittadino.
Durante la celebrazione è stato schierato un reparto di formazione composto da una rappresentanza delle Forze Armate, della Guardia di Finanza, dei Corpi di Polizia, Croce Rossa Italiana, Vigili del fuoco e da volontari delle Associazioni Nazionali dei Carabinieri e della Polizia di Stato; è stata inoltre data lettura dei messaggi inviati dal Capo dello Stato e dal Ministro della Difesa e sono seguiti gli interventi della rappresentante della Consulta Studentesca, Denise Kerouchi, che ha frequentato nel precedente anno scolastico l’Istituto Magistrale, di Franco Lisanti Orfano di guerra in rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, del Presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese e del Sindaco di Matera, Domenico Bennardi. Presenti tra gli altri sul palco anche Monsignor Pino Caiazzo, Arcivescovo della diocesi di Matera-Irsina, il sindaco di Policoro, Enrico Mascia, il sindaco e presidente dell’Anci Basilicata, Andrea Bernardo, il consigliere provinciale Nunzio Carriero in rappresentanza del Comune di Montescaglioso, il presidente del Consiglio comunale di Bernalda, Nunzio Gallotta e i vertici delle forze dell’Ordine. Nicola Roberto Lerario ha letto il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. I brani musicali della cerimonia sono stati eseguiti dalla Banda “Nunzio Vincenzo Paolicelli” di Matera. Hanno raggiunto piazza Vittorio Veneto per seguire la cerimonia 4 classi della scuola primaria Marconi e due classi della scuola media Torraca.
Al fine di garantire l’interazione con la cittadinanza e le scolaresche, il Comando Provinciale Carabinieri di Matera sarà aperto al pubblico negli orari 09.00 – 13.00 e 16.00 – 19.00 del 4 novembre 2021. Nella circostanza, i visitatori potranno osservare da vicino i veicoli e le apparecchiature in dotazione all’Arma, nonché visionare filmati istituzionali. Inoltre, allo scopo di favorire la partecipazione della popolazione e delle scolaresche, il “Museo storico dei cimeli di guerra”, allestito presso l’Associazione Invalidi e Mutilati di Guerra, in via Francesco D’Alessio 52, sarà visitabile dalle 09.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00 nella giornata del 4 novembre mentre per tutto il mese, nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 10:00 alle ore 12:00.
Michele Capolupo
Intervento del presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese
“La grandezza non ha un tempo e non ha un nome”
Questo il claim del 4 novembre 2021, in ricordo della
giornata del 4 novembre 1918 che sancì la fine della prima Guerra Mondiale
“Giorno dell’Unità Nazionale” e “Giornata delle Forze Armate”
Parole che rimandano al Milite Ignoto, quel soldato senza nome divenuto poi figlio e fratello di tutti noi, che rappresenta uno dei simboli più importanti su cui poggia il concetto di identità nazionale.
Lo scorso 29 ottobre è partito il “Treno della Memoria”, riedizione del convoglio speciale che nel 1921 – 100 anni fa- trasportò la salma del soldato da Aquileia a Roma e oggi 4 novembre le celebrazioni culminano con la cerimonia solenne all’Altare della Patria.
Il viaggio in treno rappresenta un viaggio simbolico in cui il Milite Ignoto in un percorso storico giunge fino ad oggi, a dimostrazione del fatto che i valori da lui incarnati sono ancora vivi e ispirano l’operato della Difesa del nostro Paese.
Obiettivo della ricorrenza di oggi è non solo Commemorare il centenario della ricorrenza del Milite Ignoto, in un ideale collegamento tra passato e presente, ma anche accrescere positivamente l’immagine e la percezione dell’impegno della Difesa e di tutte le Forze Armate (Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri) e dalla Guardia di Finanza, in ambito nazionale ed internazionale, evidenziando il sacrificio e il senso del dovere profusi, da sempre, a supporto del Paese.
Impegno che oggi è richiesto anche per arginar e combattere un nemico subdolo, un virus insidioso e invisibile che ha scatenato una pandemia e che può essere contenuto e combattuto con misure di vasta portata a cui vengono chiamate quotidianamente le Forze Armate: sia per il coordinamento delle fondamentali campagne vaccinali nazionali e a livello territoriale locale, sia per le azioni propositive, difensive o di freno ai disordini sociali scatenati da frange di popolazione ideologicamente contrarie alle misure di contenimento del virus.
Le Forze Armate hanno saputo corrispondere all’emergenza sanitaria senza risparmio di energie, con il proprio personale altamente specializzato, medici, infermieri, mezzi e strutture mediche, nonché con la intensificazione dei contributi alla sicurezza della convivenza civile.
Pertanto, oggi, le funzioni delle Forze Armate hanno assunto aspetti diversi rispetto al passato, quando avevano il significato di difesa dei confini naturali di una nazione e di presidio territoriale in tempi di pace o di forza d’urto offensiva nei periodi di guerra.
Ecco quindi che oggi la giornata celebrativa in onore delle Forze Armate assume un significato che travalica confini territoriali e investe altri settori della società civile: da quello etico a quello politico-amministrativo, da quello storico-istituzionale a quello ambientale e della comunicazione internazionale.
La giornata del 4 novembre rappresenta l’occasione per sensibilizzare tutti sull’importanza della solidarietà e della lealtà, del coraggio e dell’altruismo del senso di appartenenza e della dedizione propri di queste donne e uomini in divisa che vegliano sui diritti umani, aiutano i profughi, supportano le unità sanitarie a fronteggiare la pandemia da coronavirus, sono a fianco delle popolazioni colpite da calamità naturali, si interpongono nelle situazioni di tensione per garantire un clima di pace.
Valori, gesta e principi che le attuali generazioni potrebbero aver dimenticato, e che in giornate come queste si vogliono riaffermare per motivare i più giovani al loro rispetto.
I soldati in trincea erano gli uni per gli altri. Sono morti gli uni per gli altri!
E le Forze Armate rappresentano uno degli ambiti in cui la comunanza di valori, l’unità di intenti, il rispetto, il coraggio e l’impegno si evidenziano al meglio.
I valori che oggi celebriamo sono e restino sempre, i capisaldi del nostro vivere comune e sappiano guidare il nostro agire.
Un Grazie a chi opera ogni giorno per garantire la nostra sicurezza, la nostra salute, a chi con il proprio lavoro consente a tutti Noi di affrontare questo difficile periodo: a Loro non venga mai meno la nostra riconoscenza, il nostro rispetto e la nostra gratitudine.
Un grazie a tutte le Forze Armate per il lavoro che quotidianamente svolgono con impegno, passione e dedizione.
Un Grazie alle Autorità civili, religiose e militari, ai rappresentanti delle associazioni di combattenti, ai reduci di guerra e invalidi civili e del lavoro presenti oggi.
A tutti Noi oggi chiamati ciascuno per la propria parte ad affrontare con serietà questi momenti giunga forte questo messaggio di Unità e Solidarietà
Viva l’Italia, Viva le Forze Armate, Viva la Repubblica!
Intervento sindaco di Matera, Domenico Bennardi
Autorità, associazioni d’Arma e dei combattenti e reduci, care concittadine e cari concittadini,
porgo il mio saluto in ricordo del 4 novembre 1921 quando la salma del milite ignoto fu sepolta al Vittoriano: un evento centrale della memoria collettiva.
Sentiamo il dovere di irrobustire il ricordo di quel giorno di 100 anni faper consentire alla comunità di celebrare i propri valori. Celebriamo il ricordo degli eroi e delle battaglie della nostra storia risorgimentale che non può essere disgiunto dal patrimonio di cultura e di idee che ha cementato il popolo italiano, che lo ha portato ad essere libero e unito.
Lo dobbiamo ad una generazione di giovani piena di passione che ha combattuto una guerra di trincee e di assalti alla baionetta. Dobbiamo essere tutti consapevoli e immensamente grati a quanti sui campi di battaglia, nelle fabbriche, nelle campagne, nelle città, in ogni casa, ne sono stati protagonisti.
Anche il fiore della gioventù materana si immolò per la causa della libertà e dell’indipendenza italiana. Siamo qui – di fronte alla lapide che porta incisi i nomi e i cognomi di quella gioventù per rendere omaggio ai nostri 277concittadini caduti o dispersi. Erano ragazzi perlopiù ventenni: Francesco Calia aveva appena 18 anni quando combattè a Valdaora, in Trentino Alto Adige, senza fare più ritorno a casa. Anche il suo sacrificio ha contribuito alla nascita dell’Italia Repubblicana: unita, libera e solidale.A questi ragazzi va – ancora oggi – la riconoscenza della nostra comunità.
E’ difficile dimenticare quel passato, e non vogliamo dimenticarlo, perché un mondo nuovo è risorto dalle rovine lasciate dalle stragi del Novecento. I Padri della Patria hanno amato l’Italia fino al sacrificio, ma non erano chiusi nell’ambito nazionale. Sognavano un’Italia aperta all’Europa, vicina ai popoli che ovunque nel mondo stessero combattendo per la propria libertà.
L’Europa unita, che lasciamo in eredità ai nostri figli, è cresciuta sulle fondamenta di una antica civiltà comune, che ha le sue radici nella storia, nella cultura, negli ideali civili e religiosi della nostra Italia.Abbiamo condannato e respinto ogni forma di totalitarismo; abbiamo scelto come nostra bandiera la democrazia; il rispetto dei diritti dei cittadini e delle minoranze.
Nella grande Unione Europea di oggi, patria comune di nazioni un tempo nemiche, finalmente unite dagli stessi ideali e dalla stessa cultura, Matera trova oggi una collocazione importante, quale simbolo di convivenza e di collaborazione fra i popoli; sede di iniziative per la collaborazione tra Stati ai fini di una comune crescita culturale e civile.
Il 4 novembre è il giorno in cui insieme riflettiamo sulla responsabilità che ciascuno di noi ha: lo facciamo nel nostro ruolo di adulti, di giovani, di politici, di educatori, di responsabili dell’oggi. Perché l’indipendenza, la democrazia e la libertà sono conquiste straordinarie che vanno difese ogni giorno: come comunità d’intenti, come capacità di cooperare per il bene comune, come desiderio di provare, anche individualmente, la gioia di fare qualcosa per il bene collettivo, per il benessere della nostra comunità: una consapevolezza e una responsabilità che gli italiani, per la prima volta nella loro storia, vissero proprio in quei momenti drammatici.
In occasione del Centenario della traslazione del feretro del Milite Ignoto nel Sacello dell’Altare della Patria, su proposta dall’ANCI e su invito del Gruppodelle Medaglie d’Oro al valor Militare d’Italia, la Città di Matera, tramite il Consiglio comunale, proprio ieri ha conferito la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto ed ha aderito al progetto “Milite Ignoto cittadino d’Italia” attraverso l’iniziativa “Sulle ormedel Milite Ignoto. Per una cultura della Pace, dei diritti umani, dello sviluppo e della Cooperazione fra i popoli”. Il progetto mira non solo a rendere omaggio al “fante senzanome”.
Rendere quel semplice soldato, per cento anni senza identità, un cittadino appartenente a tutte le Comunità, contribuisce a risvegliare in ciascuno di noi il senso di appartenenza e di amore verso la Comunità in cui ci troviamo a vivere, a lavorare e a studiare.
Commemorare significa condividere la memoria storica e passare il testimone alle future generazioni affinchè la custodiscano e sia loro risparmiata la sofferenza di chi li ha preceduti.Mi rivolgo soprattutto ai ragazzi: studiate le storie della gioventù di allora, imparate a conoscerne i nomi, a ricostruirne le letture e le azioni; conservate ciò che è ancora vivo di quei valori: il tricolore non è semplice insegna di Stato, è un vessillo di libertà, di coraggio e di uguaglianza, di rispetto delle idee altrui.
Grazie a questo spirito, alla condivisione di questi valori, ci attende, cari concittadini, una nuova fioritura sociale, culturale, economica e civile che mi porta ad esprimere sentimenti di fiducia nel futuro della città.
Viva la nostra Patria, viva l’Italia.
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La fotogallery della cerimonia (foto www.SassiLive.it)