Il cittadino materano Francesco Paolo Francione in una nota segnala i disagi sopportati durante il viaggio da Matera a Milano in particolare nel tragitto di ritorno a causa di un ritardo del treno Frecciargento Milano-Bari che di conseguenza ha impedito di poter prendere la corsa prevista delle Fal Bari-Matera. Di seguito la nota integrale.
Riesco a fare i biglietti Bari-Milano dal mio computer, ma decido di comprare quelli da Matera a Bari alla nuova stazione di Piazza Matteotti, se non altro per vederla, finalmente, quest’opera dell’archistar Stefano Boeri. Incrocio due turisti spagnoli che mi chiedono indicazioni, è sabato e capisco che preparano la visita a S. Nicola di Bari. Cerchiamo di raccapezzarci con gli orari, non c’è anima viva, il closed su cartone logoro sostituisce l’impiegato allo sportello. Intravediamo la macchinetta automatica, ma,se non viaggi frequentemente, ti ci vuole qualche minuto per farti dare i biglietti. Quelli mi ringraziano e io faccio due biglietti per la partenza di lunedì.E’ bella ? E’ brutta, questa nuova stazione? Per me è superflua!
A Villa Longo, il giorno della partenza, il cancelletto automatico non legge il biglietto e impedisce l’accesso al treno, ma poi il capotreno mi chiarisce il problema fortunosamente risolto: avrei dovuto scrivere la data della partenza sul biglietto. Qualche hanno fa, ricordo, la data e l’ora di partenza venivano impresse con la cosiddetta obliterazione. Appena partiti, sul treno risuona la voce meccanica: prossima fermata, Serra Rifusa. E’ nuova di zecca, per me una grande novità, abituato com’ero alla fermata al borgo Venusio d’epoca fascista; ad Altamura, però, si cambia, come 60 anni fa: per fortuna il treno per Bari è al lato e le valigie sono pesanti non per quello che contengono ma per gli anni che corrono nelle mani di chi le trasporta.
La Frecciargento va a 180 km all’ora, leggo sul riquadro: ci sono informazioni chiare, c’è l’ora di arrivo in ogni stazione, il treno è puntualissimo e mi sembra di stare in Svizzera; il capotreno gentile chiede il green pass e controlla il biglietto che mi sono stampato con qualche foglio di troppo.Viene consegnata ad ogni passeggero una busta con acqua Fiuggi e con una mascherina che tutti portano incollata sulla bocca per otto ore fino a Milano. L’operatore delle pulizie passa e ripassa e così, vero miracolo, persino la toilette, non è più italiana.
Il ritorno si annuncia più complicato: un tizio, non so se più stupido o mascalzone, fa jogging sul binario in quel di Piacenza e il treno accumula 50 minuti di ritardo che si porterà fino a Bari. Avevo preparato un pezzo di 10 Euro e la monetina di 20 centesimi per la biglietteria automatica nella stazione Appulo Lucana dove saremmo dovuti arrivare alle 18.27, e questa volta mi sentivo a pieno titolo digitale perché portavo il codice della frecciargento sul cellulare: è un’ emozione nuova potersi liberare del supporto cartaceo ed è un miracolo della tecnologia, non lo si può negare, anche quando non si riesce a farla funzionare! Arriviamo invece alle 19.13, ma non perdiamo la speranza, tanta è la voglia di arrivare a casa. Abbiamo tre minuti per il treno calabro delle 19.16.
Raggiungiamo di corsa e sotto la pioggerellina la stazioncina, so dov’è la biglietteria automatica, l’ho adocchiata alla partenza; la dispettosa mi risponde che la stazione non è disponibile. Intravediamo un operatore, burbero ma efficace, ci grida che i biglietti possiamo farli alla tabaccheria in fondo al corridoio; facciamo una rampa di scala con la lingua fuori, il treno è ancora sul binario, l’avremmo preso se non ci fossero i cancelletti automatici e se un capotreno ci avesse visti arrivare e avesse trattenuto per un attimo il fiato prima di fischiare la partenza,come tante volte ai bei tempi della giovinezza. Il treno parte sotto i nostri occhi, accompagnato dalla nostra spontanea imprecazione. Prossimo treno alle 20.01: tre quarti d’ora d’ attesa. Il tabellone luminoso è chiaro: Gravina-Matera.
Non troviamo una carrozza per Matera, sono certo (per i ricordi conservati !) che ad Altamura si cambia: vorrei chiedere una conferma a qualcuno; una ragazzina che scenderà a Modugno ci colpisce per la sua gentilezza, si offre di andare a chiedere ad un operatore che staziona vicino al cancelletto automatico e ci viene confermato il cambio per Matera.Viva le giovani generazioni!
Una folla di ragazzi scende nelle stazioni di Palo del Colle, Grumo Appula, Toritto, ma non passa un’anima viva cui poter chiedere qualcosa. Arriva la stazione di Pescariello: fermata prevista, ma dubitiamo che sia effettuata. Quando viene annunciata la fermata ad Altamura siamo già sulla porta, ma solo in extremis viene farfugliato che per Matera si cambia. Ci aspettiamo che il treno sia a fianco di quello da cui scendiamo, come all’andata; un buon uomo, passeggero, ci indica, invece, il sottopassaggio; la rampa di scale, la pioggia, le valigie, il fiatone, ma, finalmente, siamo sul treno: anche qui nessun capotreno di quelli con il cappello con fascia rossa che possa tranquillizzarci confermandoci che il treno va a Matera. Il deserto nella carrozza fa paura e pensiamo che se qualche balordo si aggirasse, come spesso capita, non sapremmo a chi rivolgerci. Rimpiangiamo la folla della Metro milanese, pur con il rischio del Covid 19.Prossima fermata, scandisce la voce meccanica, Matera Serra Rifusa: è deserta più che mai, come all’andata, ma ci rincuoriamo con sorrisi ricolmi d’ironia beffarda sentendo che le ferrovie Appulo Lucane ringraziano per aver scelto di viaggiare con loro e augurano buona serata al passeggero. Siamo finalmente a casa e penso che almeno negli anni ’60, ad Altamura, non c’era il faticoso sottopassaggio, o almeno così ricordo.Sono certo, però, che a Villa Longo, fino a qualche anno fa, c’era un bar dove potevi chiedere anche il biglietto oltre che il caffè; ora tutto chiuso, la strana sensazione di abbandono con arredo tecnologico appena inaugurato; e qui non vedo neppure la biglietteria automatica, ma sento la voce meccanica che annuncia l’ arrivo dei treni, invita ad allontanarsi dalla linea gialla, ma devo attraversare il primo binario se il treno parte dal secondo.
No, il viaggio non è complicato; diventa faticoso se lo fai molto di rado e non sai dove sta la macchina cui chiedere il biglietto, se non te la cavi con Internet o non vuoi, per 10 euro, far conoscere i tuoi dati, per essere poi tormentato con pubblicità di vario genere. E, d’altra parte, bisogna comprendere che l’alta velocità non può arrivare sotto la casa di ogni cittadino.Sul treno ho intravisto l’icona del cerchio stellato,simbolo dell’Europa e suppongo che ci siano stati abbondanti finanziamenti per le carrozze, per la serie di stazioni nuove ma deserte, con tanti cancelletti automatici e con stridule voci meccaniche. Tante belle novità, penso, ma la triste sostanza non cambia: i 65 Km si percorrono in un’ora e tre quarti e squisitamente elettoralistica fu la promessa del governatore Michele Emiliano, di una navetta che avrebbe dimezzato quel tempo di percorrenza. Mi assale il dubbio che tanto denaro sia stato speso per un generale e superfluo maquillage !Assistiamo, ho pensato stanco e sconsolato, ma la stanchezza non porta buoni sentimenti, alla tronfiezza più spudorata! Un’apparenza che vuole stupire più che facilitare l’esistenza alle persone.E questo non solo nel campo del trasporto pubblico! Ma, dopotutto, l’azienda( FCL) non può dare di più: a Villa Longo sono scese quattro persone; la moltitudine dei passeggeri si ferma nei paesi pugliesi; nessuna impresa, statale o parastatale che sia, farebbe viaggiare le carrozze vuote. E se 60 anni fa stavano i noleggiatori che erano pronti a portarti a Matera se non volevi aspettare una o due ore per il treno, oggi non ci sono neppure quelli e non so se un taxi sarebbe disponibile a un prezzo abbordabile.
L’evoluzione sociale non può essere fermata, ne sono profondamente convinto da molto tempo: se, però, avessi l’opportunità,al Sindaco, al Prefetto e ai Dirigenti della FLC chiederei di mettere in atto interventi appropriati e metodici per agevolare il passaggio dalla società postindustriale a quella digitale e robotizzata, soprattutto a quelle persone che, per età o per altri motivi, inseguono con fatica i rapidi cambiamenti perché hanno troppa nostalgia del sorriso e della voce umana. Un po’ di rispetto per loro, visto che il trasporto pubblico tra Matera e Bari, molto probabilmente, rimarrà uguale nel XXI° secolo. Se rimarrà.
ho sperimentato anch’io quest’estate il viaggio in treno da Matera a Torino con il Fracciarossa; era da anni che non viaggiavo piu in treno. Da Matera a Bari non è cambiato nulla da quando andavo all’università negli anni 80, poco meno di due ore per arrivare a Bari, i treni sono nuovi le stazioni sono state rifatte, ma la sostanza non è cambiata, i tempi rimangono biblici per coprire una distanza di 65 km, non cambierà mai nulla da noi neanche se scende in terra il padre eterno, puoi pure fare la stazione piu’ avveniristica al mondo, rifare completamente il maquillage, ma non è cio’ che vuole l’utenza; non parliamo poi del viaggio da Bari a Torino, con il treno che da Milano a Torino ci ha messo 3 ore per coprire una distanza di 150 km a causa dell’ennesimo guasto sulla linea ad alta velocità; anche qui il biglietto che costa una follia (maledetto l’euro), per cosa? per avere il treno strafigo, sembra di stare dentro una navetta spaziale con tutti i comfort possibili, e che ce ne facciamo se poi all’arrivo a Torino alle 21:30 devo bestemmiare tutto e tutti??rimpiango i bei vecchi tempi quando facevo viaggi con il treno rapido negli anni 80 per andare al nord, non avevamo l’alta velocità, i treni super lusso come oggi, gli altoparlanti che annunciavano gli arrivi in stazione, tutta questa accoglienza sbalorditiva che sembra si debba fare un viaggio oltre i confini del sistema solare, ma santo Iddio i treni a lunga percorrenza arrivavano puntuali, al limite qualche minuto di ritardo, ahh se si potesse tornare indietro nel tempo!!!!!