Inaugurato nel pomeriggio in via Bruno Buozzi 19, nei Sassi il ristorante “Al becco della civetta ai Sassi Matera”. Nell’anno di Matera capitale europea della cultura 2019 lo storico ristorante della chef Maria Antonietta Santoro di Castelmezzano apre anche nei Sassi Matera.
La chef lucana ha contribuito a far conoscere la cultura della cucina della Basilicata nel mondo all’Expo di Milano, partecipando a livello internazionale a simposi, cerimonie di premiazione e convegni dove il cibo entra in relazione con l’uomo non solo come mera costruzione di “fashion cooking”, come gourmet effimero. Oggi Maria Antonietta Santoro racconta a Matera e al mondo la sua filosofia.
Una filosofia autentica, fatta di calore e conoscenza delle migliori materie prime e quindi del cibo che nella più naturale e semplice “traduzione-tradizione”, serve nel piatto dei suoi ospiti. Questo è semplicemente in umiltà “fare cultura”.
Dopo Castemezzano “Al becco della civettà” approda a Matera in uno spazio unico, bellissimo, dove regna l’ armonia con suoi 4 elementi, l’acqua, l’aria, la terra, il fuoco e non può che donare benessere e piacere.
Uno spazio nuovo per l’uomo del terzo millennio, uno spazio vivo, dove mangiare, parlare e pensare e lentamente prendersi del tempo fuori dal tempo.
Non ha caso, “Al becco della civetta ai Sassi di Matera” oltre che ristorante di alta qualità è spazio d’arte dal nome atavico “Enutria”, omaggio al più antico popolo che ha abitato a Matera, la cui fonte di vita e mater era l’acqua.
Ed è proprio una cisterna che in passato era utilizzata per la raccolta delle acque piovane una delle piacevoli sorprese a disposizione della clientela che sceglierà “Al becco della civetta ai Sassi Matera”.
Proprio all’acqua è dedicata la mostra che inaugura l’apertura, con le opere bellissime di Saro Patti, pittore siciliano di stile metafisico, il quale in acrilico su tela lavora sui tratti psicanalitici delle variazioni delle cromie, i quali incidono nell’ambiente e dall’ambiente, come l’antroposofia insegna.
La mostra è curata da Antonella Ventura dell’Associazione “Arte per Le Marche”, gia presente a Matera in una rassegna originale libera fuori da convenzioni stereotipate ma fortemente incentrata sulla ricerca.
Saro Patti, originario di Fiumefreddo, vicino Taormina ma da trent’anni residente a Macerata, dove ha svolto la professione di insegnante e dove ha trovato la sua dolce metà. “Questa mostra fa parte di una ricerca che faccio da dieci anni sugli elementi di base della natura, sull’aria, l’acqua, il mare e per me che sono siciliano l’acqua e il mare sono molto importanti. E’ una ricerca tra astrazione e natura. Essenzialmente vado per una ricerca astratta ma non è astrattismo puro, perchè nelle mie intenzioni vorrei andare più in profondità, per entrare in sintonia con la natura e l’ambiente. Per le mie opere utilizzo sia olio che acrilico, per questi quadri, che sono dieci, ho utilizzato sopratutto l’olio”.
La chef Maria Antonietta Santoro di Castelmezzano racconta come nasce questa nuova sfida: “Io sono la regista ma questo progetto nasce grazie ad una squadra di giovani professionisti: c’è un ragazzo di Palermo, uno di Grassano, uno di Genzano, due ragazze dall’Asturia che hanno fatto l’Erasmus e poi hanno deciso di restare qui in Italia. Qui vogliamo raccontare la storia di un popolo lucano. Partiamo dalla ricette tradizionali e raccontiamo i piatti con le esperienze fatte da questi ragazzi nel mondo. Alla cucina lucana applichiamo le tecniche moderne”.
Come si può definire la sua cucina? “Oggi si direbbe gourmet ma io dico che presento una cucina nobilitata con l’estetica, partendo sempre dai prodotti tradizionali che vengono preparati per la festa, per questo il mio menu si chiama “Antonietta va in città”. Quando i contadini andavano in città si mettevano l’abito nuovo, anche la mia cucina oggi si mette un abito nuovo, diverso e la veniamo a raccontare in questa città”.
Significativo è stato il gesto augurale con cui ha chiesto ai suoi amici di portare un po’ di terra nel vaso in cui stato piantato un piccolo ulivo, per quale motivo’ “Quando ho partecipato al Terra Madre Day a Campomaggiore per la città dell’Utopia ho invitato le persone a portare un pugno di terra per piantare un albero di ulivo nella città della pace con la terra che rappresenta la provenienza di ognuno di noi, quindi uniamoci insieme e andiamo avanti, facciamo un cammino in una osteria, perchè l’osteria è il punto di incontro nel quale l’oste accoglie le persone, anche con eleganza. Questo è un ristorante di lusso ma io conservo la figura dell’oste perchè mi piace molto essere oste a modo mio, nell’accoglienza”.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’inaugurazione dello spazio Enutria con la mostra di Saro Patti nel ristorante “Al becco della civetta ai Sassi Matera”
(foto www.SassiLive.it)