Il materano Pasquale Stano in una nota sottolinea l’assenza di una strategia di marketing da parte del Consorzio Pane di Matera Ipg per la promozione del pane di Matera, prodotto alimentare per eccellenza della città dei Sassi. Di seguito la nota integrale.
Il pane di Matera che fine ha fatto?
Il pane di Matera che fine ha fatto? Passeggiando per le strade cittadine piene di turisti capitava di sentire d’innanzi al panificio ”il pane di Altamura entriamo a prenderlo” o ”visto che siamo vicini, andiamo ad Altamura a prende il pane”, ti faceva l’effetto, che poteva fare ai modenesi a cui scambiavano i loro cappelletti per i tortellini bolognesi o a Parma per chi scambiava il loro parmigiano per grana padano. Oggi invece quando mi capita di assistere a questo scambio, mi fa quasi piacere, perchè il mondo è di chi se lo piglia, gli altamurani hanno un consorzio dagli anni settanta in pieno centro, che si è saputo vendere un prodotto che nasce dall’antica panificazione materana (te lo riconoscono, e vanno avanti). Noi abbiamo un consorzio che ad oggi non ha neanche un riferimento web, nell’anno di Matera capitale della cultura non è riuscito a pubblicizzare il suo prodotto neanche nella sua città, in un periodo con i riflettori su puntati almeno lo ha colorato la fondazione Matera 21019! Si deve ringraziare la fondazione Sassi che è riuscita a creare un evento che coinvolge il pane di Matera e gli Uffizi ma il consorzio che il pane di Matera rappresenta dov’era? Non cogliere la possibilità di legare il proprio nome ad una grande mostra che parla di pane con di mezzo opere degli Uffizi nei Sassi è colpevole. Esporre stantie forme di pane al di fuori dei negozi è un messaggio che possiamo cogliere noi non chi quel prodotto non lo conosce, dovrebbero indicarlo almeno come pane di Matera e anche perchè no IGP. Se i pochi panificatori materani si accontentano di vendere quel poco che esportano o di coprire parzialmente il mercato materano (perchè se ad Altamura trovi solo pane di Altamura e a basso prezzo, qui a Matera trovi anche il pane di Matera) non va bene per la città, perchè il brand pane di Matera se brand è mai stato, non è loro proprietà personale ma della collettività, loro che lo getiscono hanno il dovere di renderlo sempre più riconoscibile perchè crei posti di lavoro per i giovani che hanno voglia di lavorare e lavoro no trovano, devono poter contare su un prodotto unico che solo loro possono qui produrre e non come i divani che puoi farli anche in Cina, approposito gli altamurani stanno prendendo contatti per esportare pane in Cina, notizia di oggi. Ad Altamura ci sono più forni che che residenti! L’associazione tra prodotti di nicchia con Modica, non basta. Sono sicuro che i pochi panificatori consorziati siano tutti ottimi panificatori, ma il consorzio necessita di una figura manageriale ed intraprendente, perchè no aggressiva. In alcune puntate di fiction locale il pane è apparso come semplice comparsa grazie all’Apt che bene a saputo far conoscere il peperone crusco fino a ieri poco conosciuto ma che ha anche dalla sua un consorzio attivo. Parte del futuro economico della città può essere anche nella panificazione. Se il brand pane di Matera è un peso non sostenibile per il consorzio, potrebbe essere gestito in toto dall’Apt o dal comune di Matera e provincia. Il consorzio Matera Doc vanta pochi anni di vita ma hanno saputo fare sistema, hanno una sede in centro e chi poteva mai dirlo, stanno tallonando l’Aglianico. Perchè non c’è ancora un museo che racconti la sua lunga storia in un antico forno nei Sassi? Forse bisogna attendersi che lo creino degli ”esterni”, come per il museo della festa della Bruna. Aver rinnovato il disciplinare per cosa? Se anche nella sua città sembra quasi un’estraneo? O più precisamente, per pochi intimi!
Intanto mentre nessuno sa che fine ha fatto il Consorzio Pane di Matera Igp il pane DOP di Altamura e lenticchia IGP di Altamura sono stati inseriti nell’atlante Treccani ”Qualità della vita”, questo dimostra come lavorano consorzi veri.
Pasquale Stano
Nella foto il pane di Matera nei Sassi di Matera (foto Pietro Amendolara)