Riportiamo di seguito la replica alla nota del Consigliere Pasquale Doria di Matera Civica inviata dal sindaco di Matera Domenico Bennardi e dalla Vice-sindaca e Assessora alla Città e territorio del comune di Matera, Rosa Nicoletti sulla vicenda che riguarda il trasferimento dell’Archivio di Stato dall’attuale sede di via Tommaso Stigliani o e della mia persona a proposito dell’archivio di stato.
Di seguito la nota integrale e quella già pubblicata di Matera Civica
Nella Capitale Europea della Cultura da troppi anni, prima anche del 2019, i presidi culturali più importanti quali la biblioteca provinciale e l’Archivio di Stato di Matera vivono una fase di debolezza e fragilità nel reperimento di risorse e di personale, è un paradosso che ci portiamo avanti da troppo tempo – sostiene il Sindaco Bennardi. Solo ieri discutevamo in piazza e nei tavoli istituzionali di come poter garantire il futuro alla nostra Biblioteca T.Stigliani, medesima difficile fase, come confermato dalle notizie di questi giorni, è attualmente per l’Archivio di Stato di Matera. Proprio a sostegno di quest’ultimo, l’Amministrazione comunale ha siglato un protocollo di intesa datato 2 agosto 2021 e finalizzato all’inserimento professionale di quattro unità all’interno dell’Archivio di Stato, personale previsto nel programma del Reddito Minimo di Inserimento (RMI) in dotazione al Comune di Matera. Un gesto che andava oltre la solidarietà tra istituzioni, con la ferma volontà condivisa di mantenere un presidio pubblico fondamentale per la nostra comunità.
Oggi il problema maggiore per l’Archivio di Stato è legato alla propria sede.
L’amministrazione Bennardi ha inteso avviare una serie di dialoghi con altri Enti e Istituzioni affinché non soltanto l’Archivio di Stato venga salvaguardato, ma gli sia dato per la prima volta una sede pubblica, con la assoluta convinzione che una funzione pubblica solo così possa davvero consolidarsi in città, con tutti i benefici che comporta per la sua comunità: da una parte la consuetudine, la frequentazione, la permanenza di una funzione di grande valore storico e culturale, dall’altra i benefici economici legati all’eliminazione di un fitto passivo, che grava dal 1986 sulla spesa pubblica, che è spesa di tutti i cittadini e risulta essere iniqua, in favore di un singolo operatore privato.
L’ambizione è quella di costruire un centro di documentazione polivalente, che vada dall’archivistica alla biblioteconomia, che possa unire tutti gli archivi, da quello di stato a quelli comunali, oltre a quelli più validi privati, una cornice dove tutto parla di cultura, uno spazio aperto e fruibile da studenti, ricercatori, professionisti, non solo un “manipolo ristretto di studiosi”.
Questi sono i principi che stanno determinando le scelte, perché questa amministrazione, nella piena attuazione delle Linee programmatiche di mandato, vuole invece riabilitare il patrimonio edilizio pubblico esistente, compiendo su più fronti, tanti sforzi in merito.
Rispetto al regolamento urbanistico, tante volte tirato in ballo, – sottolinea anche la Vice-sindaca Assessora Rosa Nicoletti – quello che si è fatto è stato solo prendere atto di una classificazione che definirei distorta, poiché il vecchio piano regolatore definiva l’immobile destinato a standard dal 2007 e mai acquisito al patrimonio pubblico.Che la chiusura dell’Archivio di Stato sia imputabile all’approvazione del regolamento urbanistico è mendace oltre che fuorviante.
La proprietà dell’immobile, dove ha sede l’Archivio di Stato,non ha inteso rinnovare il contratto oltre ad aver avviato una procedura di sfratto, non ancora esecutivo, perché trattasi evidentemente di un ufficio pubblico “essenziale” con un indiscusso interesse pubblico.
L’attività dell’Archivio di Stato rimane per l’Amministrazione fondamentale per una città a forte vocazione e culturale dalle profonde radici storiche.
Archivio di Stato a un passo dalla chiusura, Consigliere comunale Pasquale Doria (Matera Civica): “Appello alla città, salviamolo”. Di seguito la nota integrale.
È nota la crisi che si trascina da anni alla Biblioteca provinciale “Tommaso Stigliani”, ma anche l’Archivio di Stato di Matera ora rischia seriamente di chiudere. Manca il personale. Di conseguenza, la sala di consultazione è praticamente chiusa al pubblico e la previsione del suo triste trasferimento in via Montescaglioso è avvolto in una confusa nebulosa progettuale, ben lontana da una soluzione funzionale e condivisa. Altra autentica emergenza che, però, viene quasi del tutto taciuta.
Che è successo?
Con l’approvazione del nuovo regolamento urbanistico la sede dell’Archivio di Stato di Matera, già Cinema Quinto, dovrà essere abbandonata e cedere il passo a un riuso residenziale. Scelta sciagurata. Di conseguenza, occorre un nuovo contenitore. C’è bisogno di spazi adeguati e debitamente attrezzati. È stata individuata la sede in cui un tempo era attivo il Provveditorato agli studi, immobile (ex Convitto) , collaudato agli inizi degli anni Ottanta e abbandonato da oltre un decennio.
Per la ristrutturazione sono disponibili 1 milione e 800 mila euro assegnati dalla legge 205 del 2017, legata alle attività di Matera capitale. Infatti, l’allocazione nell’immobile di via Montescaglioso, è subordinata alla realizzazione di uno ostello della gioventù. Ma solo i locali seminterrati e parte del primo piano sono destinati all’Archivio, a un tiro di schioppo dal centro di conferimento rifiuti. Uno spazio insufficiente, per cui è prevista la realizzazione di un corpo aggiunto della superficie di 800 metri quadrati.
Nel frattempo, le preziose carte che contiene il più importante scrigno della memoria cittadina non possono essere sfrattate. Sarebbe utile sapere che stiamo parlando di circa 18 chilometri lineari di scaffali. Appare poco praticabile e comunque lesiva per tutta la comunità anche la remota ipotesi di parcheggiarle temporaneamente da qualche parte, magari un anonimo capannone, in attesa di chissà quali tempi migliori. Il temporaneo, per l’indeterminatezza che da noi assume questa definizione, significherebbe bloccare le attività di servizio pubblico e di ricerca forse per anni.
Certo, se qualcuno pensa che la vicenda riguardi solamente un manipolo di studiosi, la cosa potrebbe tranquillamente chiudersi con un’alzata di spalle, per non dire altro. Ma l’Archivio è frequentato da tante altre figure professionali, magari per cercare quei documenti amministrativi utili a definire date, provvedimenti prefettizi, procedure di compravendita e molto altro ancora. Chi non conosce la sede di via Tommaso Stigliani questi aspetti non li sospetta o non li considera neppure lontanamente. Salvo a imbattersi in qualche atto notarile, magari per questioni di confini, solo allora è possibile accorgersi quanto sono importanti certi documenti.
Ecco perché la sua paralisi andrebbe in ogni caso scongiurata. Va detto che è in funzione dal 18 marzo 1955, conserva un patrimonio di circa centomila “pezzi archivistici”, tra buste, volumi, registri, pergamene, mappe e documenti singoli, numerosi archivi privati e, tra quelli pubblici, Prefettura e Genio civile. Ragione per cui è frequentato da numerosi, tecnici, studiosi e studenti che chiedono di assicurare anche per il futuro, la piena fruibilità del suo prezioso patrimonio documentario.
Come si può facilmente intuire, l’Archivio rischia di rimanere chiuso per un imprecisabile numero di mesi, forse anni. Un lusso che Matera non dovrebbe permettersi. Bisogna guardare già da ora all’esistenza di altri contenitori disponibili, anche in termini di semplici provocazioni.
Si è mai calcolato quanto è grande, oltre che centrale, l’insieme di volumi e superfici che si sono liberate nel palazzo della Provincia? E in via Lazazzera, già sede della facoltà di architettura, il silenzio tombale quanti altri anni ancora dovrà durare? E che dire dell’ex Centro di formazione regionale ripetutamenre vandalizzato e ristrutturato a suon di denari già due volte, eppure desolatamente muto e abbandonato a un non improbabile nuovo destino di degrado?
Non è forse una delle possibili destinazioni d’uso più rapidamente a portata di mano? Superando la provocazione, Matera Civica, sosterrà questa opzione, emersa nel corso del dibattito maturato nell’ambito della Marcia della cultura” promossa da Cigl Cisl e Uil.
La comunità dei materani non può assistere rassegnata a un desolante destino di progressivo impoverimento.
Opporsi a questa traiettoria di immeritato declino è necessario ed è giusto farlo, insieme ed ora.
Nella fotogallery l’Archivio di Stato di Matera in via Stigliani (foto www.SassiLive.it)