La Festa della Bruna e la rinnovata Cementeria
La perdurante passerella che il sindaco di Matera percorre accompagnata dallo slogan “In cammino Matera 2019”, è arrivata finalmente ad una tappa importante.
E’ presente infatti in moltissimi esercizi commerciali e punti di distribuzione il volantino ufficiale targato Comune di Matera che presenta il programma della Festa della Bruna per il 2011.
Si tratta di una tappa importante perché per la prima volta dal 1389, e cioè in ben 622 anni, nel programma dei festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Bruna compare per il 30 giugno 2011 alle ore 17.00 l’inaugurazione di una cementeria, o meglio, come recita testualmente il volantino: “l’inaugurazione della rinnovata Cementeria Italcementi.”
Per questa incredibile vicenda che non esitiamo a definire vergognosa e offensiva della dignità e della intelligenza dei cittadini materani e delle imprese materane chiediamo al sindaco di Matera Salvatore Adduce di rispondere pubblicamente a quanto segue:
1. Come mai l’inaugurazione di una rinnovata azienda trova posto istituzionalmente nel programma di una festa religiosa e di una tradizione così radicata della comunità materana?
2. Per quale motivo si produce una pubblicità gratuita ad un’azienda attraverso la distribuzione di materiale a stampa il cui costo è a carico pubblico?
3. Per quale motivo si associa arbitrariamente l’operato di una cementeria ad un momento di forte partecipazione sociale ad un rito che non appartiene all’amministrazione comunale?
4. Per quale motivo un sindaco, che dovrebbe rappresentare e tutelare gli interessi dei cittadini, pone tutte le possibili attenzioni nel redimere l’azienda con il più elevato impatto ambientale e paesaggistico della Provincia di Matera?
5. Come mai l’amministrazione decide di propagandare questo evento in perfetta concomitanza con la propaganda fatta dall’azienda stessa?
Nel merito
E’ palese e conclamato che questa amministrazione, come nessuna delle precedenti, ha avuto tanta cura e benevola attenzione nei confronti di questa azienda, ma arrivare a renderla parte del programma dei festeggiamenti della Bruna vuol dire non avere il minimo rispetto per questa Città.
Sia ben chiaro, l’Italcementi è libera di festeggiare quello che vuole, ma la vicenda in corso che riguarda l’inaugurazione della rinnovata Cementeria Italcementi purtroppo riguarda direttamente i cittadini di Matera dato che le sue attività industriali entrano fatalmente in circolo nella vie respiratorie e nel metabolismo ci ciascuno di noi.
Vorremmo inoltre che il sindaco di Matera ci spiegasse cosa ci sia da festeggiare per i materani con l’inaugurazione della “rinnovata Cementeria Italcementi” dato che:
• da 40 anni questa azienda per definizione stessa di attività estrattiva, opera distruggendo 1.500 ettari di territorio. 40 anni di mutilazione irreversibile di un’area di immenso valore storico, culturale e paesaggistico che, oltre ad essere zona a protezione speciale, oggi è riconosciuta patrimonio mondiale nel confinante Parco della Murgia Materana;
• per il suo insediamento sono state espropriate circa 100 aziende agricole sostituite con un presidio industriale che ogni anno, da 40 anni, immette nell’atmosfera centinaia di milioni di metri cubi di sostanze tossiche e fino al 2009 lo ha fatto con un bruciatore degli anni 60;
• attraverso una legge del primo governo Berlusconi ha potuto ampliare le proprie già distruttive attività con il nuovo e redditizio filone dell’incenerimento;
• il bene augurante nuovo inizio è fondato sui dati delle emissioni in atmosfera che fornisce l’azienda stessa, valori o meglio autovalori che provengono dall’autocontrollo dell’azienda, dati sostenuti e accompagnati da un altro slogan, un’altra benevola propaganda pubblicata sul sito del Comune di Matera dal titolo “Io non mento sul cemento”.
Prima della festa, poi, ci piacerebbe conoscere nomi e cognomi dei partecipanti ai cosiddetti tavoli di monitoraggio sulla questione del rinnovato avvio delle attività industriali, dato che, ripetutamente, i comunicati stampa di questa amministrazione parlano di partecipazione e trasparenza dove associazioni, istituzioni e cittadini sembrano immersi in una favola immancabilmente a lieto fine.
Vorremmo ricordare al sindaco in cammino che l’unico documento sulla base del quale l’azienda Italcementi ha potuto godere di questa nuova stagione di slogan è l’autorizzazione integrata ambientale 7 maggio 2007 fornita benevolmente e all’unanimità dalla prima giunta di centro sinistra presieduta da De Filippo, documento nel quale Italcementi viene autorizzata a raddoppiare il volume delle proprie attività mantenendo lo stesso livello di carichi inquinanti sul territorio, costituendo questo il pretesto per propagandare una diminuzione relativa dell’impatto ambientale.
Ricordiamo a proposito alcuni numeri che l’azienda Italcementi è autorizzata ad autocontrollare:
• 60 mila tonnellate di combustibile per alimentare le proprie attività costituito per il 75% da pet coke (gli scarti dell’estrazione petrolifera) fino al 1998 considerato un rifiuto altamente pericoloso, e 25% da altri rifiuti compresi i pneumatici
• Ogni tonnellata di combustibile produce 6 mila metri cubi di fumi immessi in atmosfera per un totale annuo di 360 milioni di metri cubi di inquinanti
Ma i tavoli di monitoraggio parlano, o meglio autodichiarano, un abbattimento dei carichi inquinanti addirittura del 90%.
Quello che non dicono i cavalieri della tavola di monitoraggio è che anche in questa favolosa ipotesi, 360 milioni di metri cubi di inquinanti meno il 90% fanno l’equivalente di 36 milioni di metri cubi di inquinanti, e che dai processi di combustione industriale che bruciano le sostanze citate non possono venire fuori deodoranti per la casa.
Quindi dove vanno a finire queste sostanze? Chi le respira?
Da aggiungere alle amichevoli discussioni, inoltre, ci sarebbe da chiarire che fine fanno i residui solidi della combustione, che tipo di reflui liquidi produce questo rinnovato insediamento industriale, per quale motivo dobbiamo sopportare un rumore assordante quasi ogni notte nei Sassi di Matera prodotto dai nastri trasportatori dell’impianto intervallato dalle sirene che ricordano gli allarmi dei bombardamenti durante la guerra.
Quindi rinnoviamo le domande finali al sindaco Adduce, prima che il suo cammino di slogan in slogan e di passerella in passerella ci porti fino all’intitolazione di qualcosa alla rinnovata Cementeria Italcementi:
Cosa c’è da festeggiare?
E come mai così tanta benevola attenzione per la Cementeria Italcementi?
Si sforzi di essere chiaro e, se possibile, si astenga dagli slogan.
Matera Cambia.
In basso il programma predisposto dal Comune di Matera con la segnalazione dell’inaugurazione della rinnovata Cementeria segnalata da una freccia rossa.
e quanti materani ci lavorano?