Si è ripetuto questa mattina nella Basilica Cattedrale di Matera l’appuntamento con la presentazione dei bozzetti che hanno partecipato al concorso per la categoria professionale relativo al carro trionfale dell’edizione 2020 di Maria Santissima della Bruna, patrona della città di Matera e per la categoria non professionale, indetto dall’Associazione Maria Santissima della Bruna. Grande attesa naturalmente per il bozzetto premiato dalla commissione l’11 dicembre scorso, quello realizzato dal materano Uccio Santochirico, che ha prevalso sul secondo classificato Mario Daddiego, assente alla cerimonia.
Per la categoria non professionale sono stati presentati i bozzetti giudicati e premiati dalla commissione: al primo posto si è classificato il bozzetto di Maria Paolicelli, al secondo posto quello delle sorelle Maria Grazia e Valeria Caiella e al terzo posto quello di Cristina Ninni e Angela Cotugno.
La Commissione, nominata dal Consiglio di Amministrazione del Sodalizio, è stata composta da Bruno Caiella, dal Delegato Arcivescovile don Vincenzo Di Lecce, da Maurizio Sarra e dagli esperti tecnici Marina Alfieri e Francesca Turco.
Alla cerimonia di premiazione in Cattedrale hanno partecipato Monsignor Pino Caiazzo, le autorità civili e religiose della città di Matera e i protagonisti dei bozzetti delle due categorie previste dal concorso. In sala tra gli altri il sindaco De Ruggieri, la consigliera comunale Maria Teresa Vena e il deputato Gianluca Rospi.
Il tema scelto dalla Diocesi di Matera-Irsina sul quale dovrà lavorare Uccio Santochirico, vincitore del bando di concorso per la costruzione del Carro della Bruna 2020, è legato al 750° anniversario del completamento della costruzione della Cattedrale di Matera.
Il tema del bozzetto del Carro è “Zaccheo, oggi devo fermarmi a casa tua (tratto dal Vangelo di Luca capitolo 19 versetto 5) – La Cattedrale, casa di Dio tra le case degli uomini”.
Il tema è stato scelto perchè nel 2020 ricorrono i 750 anni del completamento della Costruzione della Cattedrale di Matera,che risale al 1270, che si apprende dall’unica testimonianza, l’iscrizione latina che si trova sull’architrave della porticina che immette nel campanile: Mille ducentenus erat annus septua genus dum fuit completa domus spectamine leta”, che vuol dire “era l’anno 1270 quando il Duomo bello a vedersi fu completato”.
Michele Capolupo
La fotogallery della cerimonia di presentazione del bozzetto (foto www.SassiLive.it)
Carro trionfale della SS. Madonna della Bruna anno 2020
Tema: “Zaccheo, oggi devo fermarmi a casa tua – La Cattedrale, casa di Dio tra le case degli uomini”
Il Carro della Bruna 2020 verrà realizzato dalla squadra composta da Eustachio Santochirico, Francesco Digilio (legno e design), Claudia Passarelli, Giuseppina Cetani, Niccolò Montemurro, Nicola Andrisani, Massimo Matera, Isabella Loreto, Rosanna Larato, Gennaro Andrulli.
Molti dell’equipe sono membri della Cooperativa Sociale “Oltre L’Arte” di Matera.
Il passo biblico (Cfr. Lc 19-5) , da cui scaturisce il tema del Carro della SS. Madonna della Bruna 2020, dà spunto a numerose interpretazioni artistiche che vengono declinate nel Carro, sia nella sua struttura architettonica sia nel contenuto simbolico dei quadri e delle rappresentazioni statuarie.
Il Carro della Bruna del 2020 si fa così ponte tra i giorni nostri e il momento in cui Gesù, attraversando Gerico, incontra Zaccheo, il quale è salito su un sicomoro per vederlo passare.
I temi della “conversione” e della “casa” sono le chiavi di lettura delle declinazioni artistiche presenti nel Carro.
In continuità con la tradizione materana, la struttura architettonica del Carro della Bruna richiama il barocco, in linea con lo stile degli interni della Cattedrale di Matera, cui fa riferimento il tema 2020.
La struttura del carro si trasforma, nella parte retrostante, nella poppa di una barca. Tale trasformazione sta a rappresentare la conversione, intesa come la “sostanza” evangelica del tema che modifica la “forma” del carro che la rappresenta. La conversione cui si fa riferimento è insita nel passo biblico “Lc 19-5” e vuole esprimere ciò che accade nell’incontro di Gesù con Zaccheo, il quale, dopo aver fatto esperienza di Dio, sceglie di cambiare rotta e diventare una persona nuova.
La barca è intesa come mezzo per traghettare nell’attualità il messaggio di una cultura nuova, generata dal Vangelo e mossa dalla Fede. Così la storia di Zaccheo diventa la storia di ogni uomo, chiamato da Dio per trasformare la propria vita.
Nella scena centrale è raffigurato Gesù mentre passa tra la folla di Gerico, il quale invita Zaccheo a scendere subito dall’albero in quanto Gesù vuole fermarsi a casa sua. Un uomo e una donna del popolo criticano tra loro la scelta di Gesù. Ai piedi dell’albero è raffigurato invece un povero proteso a chiedere l’elemosina, richiamando la conversione di Zaccheo successiva all’incontro con Gesù. Del povero qui raffigurato non è visibile il volto in quanto si vuole rappresentare l’universalità del povero in cui ognuno può rispecchiarsi nelle proprie povertà; inoltre si vuole esprimere che dietro ogni povertà c’è il volto di Dio, invisibile all’uomo. Per Zaccheo è proprio il povero la strada che lo conduce verso Dio
La discesa di Zaccheo dall’albero, per seguire l’invito di Gesù, rappresenta il cambiamento di vita generativo: il capo dei pubblicani decide successivamente di donare metà dei suoi beni ai poveri e di restituire quattro volte tanto per ogni volta che avesse frodato. Zaccheo lascia il suo “uomo vecchio” sull’albero per una vita nuova. A completare la scena centrale troviamo alcuni quadri sottostanti, in cui vengono riprodotti i momenti salienti della conversione di Zaccheo.
Ai tradizionali angeli e angioletti, si aggiungono due statue molto rappresentative del tema poste nella parte retrostante del Carro: le statue di Maria incinta e di San Giuseppe rappresentano la “famiglia come chiesa domestica” (cit. “Lumen Gentium”), e il grembo della Madonna che si fa casa di Dio tra gli uomini.
Tra i quadri presenti, oltre alla rappresentazione della Cattedrale di Matera “casa di Dio tra le case degli uomini”, vi sono diversi luoghi e ritratti di personaggi significativi nella interpretazione del tema 2020, a partire dalla tradizione fino ad arrivare ai giorni nostri, attualizzando il messaggio del passo biblico di riferimento.
Uno tra i più rappresentativi è quello di Papa Francesco al Sinodo sull’Amazzonia: la “casa comune dell’umanità” esprime il tema dell’ecologia integrale e della custodia del creato.
Troviamo poi la rappresentazione pittorica del terremoto del 2016 che ha coinvolto il Centro Italia: la casa di Dio tra gli uomini è proprio la comunità vivente tra le macerie delle case e delle chiese crollate.
Tra i personaggi scelti per declinare il tema 2020, Giorgio La Pira esprime l’impegno politico nella vicinanza agli ultimi. Laico, Sindaco di Firenze, chiamato anche “il sindaco santo”, è divenuto simbolo di una politica di carità. Tra le tante scelte che hanno reso la sua vita un modello di santità, decide di essere vicino agli ultimi donando le case ai senza fissa dimora e agli sfrattati di Firenze.
Infine, a coronare l’espressione della Cattedrale “casa di Dio tra le case degli uomini”, declinando anche il tema della conversione, sono raffigurati Sant’Eustachio e San Giovanni da Matera, patroni della nostra città insieme alla Madonna della Bruna.
Il carro contiene complessivamente nove statue e un albero nella scena centrale, oltre ad una serie di angioletti, cherubini e puttini. Il carro è largo 2 metri e 60 centimetri.