In occasione della Festa della Madonna della Bruna del 2015 il Polo Museale Regionale della Basilicataespone nelle Sale dedicate al Collezionismo del Museo di Palazzo Lanfranchi, un capolavoro della pittura seicentesca meridionale proveniente dalla raccolta di Camillo d’Errico: la preziosissima tela Natura morta di frutta e ortaggi con tre vasi di fiori e due colombe. Il dipinto è stato selezionato da Vittorio Sgarbi tra le più importanti opere della Basilicata per la mostra Tesori d’Italia all’Expo 2015 di Milano, insieme alla Contadina,recentemente ascritta a Giuseppe Bonito, (sempre della Collezione d’Errico) e alcune sculture: la straordinaria Sant’Eufemiadella Cattedrale di Irsina avvicinata a Mantegna; il San Giovanni Battista della Chiesa Madre di Miglionico, anch’esso di ambito veneto e laMadonna in trono con Bambino di Marsico Nuovo, realizzata da uno scultore abruzzese del XVI secolo.
La Natura morta assegnata al Maestro di Palazzo San Gervasio- recentemente esposta alla mostra Camillo d’Errico. Le passioni di un collezionista, curata dalla ex Soprintendenza in collaborazione con l’Università degli Studi della Basilicata, in Palazzo d’Errico a Palazzo San Gervasio- è un’opera che da decenni fa interrogare gli studiosi, non ancora concordi sulla sua paternità e sull’area di appartenenza. Dipinto caravaggesco, di forte impronta naturalista, è senza dubbio tra le opere più importanti della raccolta di Camillo d’Errico, perchè dimostra il gusto raffinato e l’aggiornata cultura del mecenate lucano, vissuto nel XIX secolo.
La nuova esposizione del dipinto, in questa particolare occasione di festa, trova la migliorecollocazione nella cornice delrecente allestimento delle sale della Pinacoteca d’Errico, inaugurato lo scorso 25 aprile.
Ricordiamo, infatti, chenella sala centrale è stata riproposta la sequenza dei dipinti, così come Camillo li aveva esposti nella sua ‘Galleria’del palazzo di famiglia in Corso Manfredi a Palazzo San Gervasio, descritta per la prima volta dal sac. Michele Spezzacatene nel 1857 e ricostruita, a metà degli anni ’90 del secolo scorso, sulla base di una fotografia degli anni ‘30 messa a confronto con l’inventario delle opere lasciate dal collezionista alla sua morte nel 1897.
Davanti ai nostri occhi si squadernano sontuosi i dipinti della quadreria d’Errico, quelli che Camillo riteneva più importanti ed idonei a rappresentare al meglio le sue stesse ‘passioni’, posizionati sulle pareti, per la prima volta doppio ordine.
In tutto sono esposti 118 dipinti, contro i 60 del precedente allestimento cronologico.