Una grande mostra di cartapeste strappate dai Carri trionfali dedicati alla Madonna della Bruna, tra le quali spiccano anche alcune statue che decoravano l’ultimo manufatto realizzato dagli artisti della famiglia Daddiego, per ricordare nel migliore dei modi Pasquale Lamacchia, uno dei cavalieri della Bruna. L’idea di Angelo Rubino, consigliere comunale del PD e devotissimo alla Madonna della Bruna è stata accolta con entusiasmo dalla Soprintendenza per i beni storici artistici e demoetnoantropologici e grazie all’impegno profuso da Marta Ragozzino nel giro di una settimana i materani possono ammirare alcuni capolavori della cartapesta realizzati dagli maestri che negli anni si sono occupati di realizzare il Carro della Bruna. E così dalle 21,30 di domenica 8 luglio, giorno in cui i materani festeggiano l’Ottava della Madonna della Bruna, nella chiesa del Carmine di Palazzo Lanfranchi è possibile ammirare statue, angeli, putti e tanti personaggi religiosi che rappresentano oggi dei veri e propri trofei.
Così l’amico Franco Palumbo, cuore autentico della tradizione materana, a lungo Presidente del Comitato dei festeggiamenti, descriveva questo momento speciale:
«… Ecco il primo salto seguito da tanti altri, il Carro è preso: la festa vive il suo momento culminante. La “Madonna” di cartapesta inginocchiata è stata presa, l’Angelo ha perso il braccio, nel gesto dell’Annunciare. Le colombe hanno preso il volo guidate dal gesticolare di chi le ha strappate. A gruppi gli assalitori si difendono per non farsi prendere il pezzo staccato. Le fiancate non esistono più, sono state ridotte a piccoli pezzi».
Di generazione in generazione gli artigiani materani, gli Epifania, i Nicoletti, i Pentasuglia e oggi i giovani Daddiego, sulla falsariga degli artisti del 700 e dell’800 (dai D’Antona ai Bonamassa ai Coversi) si tramandano il sapere tradizionale della cartapesta con la quale realizzano la grande macchina rituale della festa patronale della Madonna della Bruna che dal 1700 ogni anno viene smembrata al centro della città.
Una straordinaria manualità, un campionario di motivi e soggetti, un patrimonio inesauribile e allo stesso tempo riconoscibile di elementi e simboli che si riversano e rendono unico il Carro, passano di padre in figlio e caratterizzano uno dei principali simboli identitari ed unitari della nostra città.
La mostra, aperta fino al 31 luglio 2012, è visitabile durante gli orari di apertura del Museo di Palazzo Lanfranchi. L’ingresso è libero.
La fotogallery della mostra dedicata alle cartapeste strappate (foto www.sassilive.it)
Ma dove si svolge? A Macerata?
Bellissima battuta!
Visto che ci siamo, non si può imbalsamare la Ragozzino e metterla insieme agli altri manufatti?