Gal Start 2020, Montalbano Jonico: gli scalini dello ionio che salgono i calanchi di argille bianche. Di seguito la scheda promozionale.
Montalbano Jonico è una cittadina della collina materana le cui origini risalgono al III secolo a. C., intorno al 280, anno della nota battaglia di Heraclea, allorché il re Pirro con l’aiuto dei suoi elefanti e degli alleati tarantini sconfisse le legioni di Roma.
Nel corso dei secoli successivi alla caduta dell’impero romano è stata terra di conquista, subendo le sopraffazioni e le violenze dei Bizantini, degli Svevi, dei Normanni, dei Francesi, degli Spagnoli, dei Borboni, come del resto tutto il sud dell’Italia.
Nel 1799, all’epoca della Repubblica Partenopea, rialzò la testa: alcuni suoi figli si distinsero nella lotta contro il governo borbonico per la libertà e per il patriottismo. Ricordiamo tra gli altri il filosofo Francesco Lomonaco, amico del Monti e del Manzoni, che gli dedicò un sonetto, di Nicola Fiorentino, giovannissimo talento della matematica che, al ritorno dei Borboni, fu arrestato e impiccato in Napoli, come tanti altri patrioti.
L’origine del toponimo risale all’epoca romana. Secondo lo storico montalbanese Placido Troyli (che parla di vasto territorio, benché cretoso in parte: in modo che dalla bianchezza di questa creta si crede che abbia sortito il nome di Montalbano) si riferirebbe alle argille bianche della sua collina e secondo altri, tra cui il Racioppi, deriverebbe dal gentilizio Albius. È da ritenere che, verso l’anno 278 a .C., i Lucani fondarono il castello sulla collina appartenente ad un certo Albius e chiamata Mons Albianus dal proprietario del luogo.
Divenne poi Mons Albanus e, quindi, Montalbano cui fu poi aggiunto, nel 1863, Jonico per distinguerlo da altri comuni omonimi del regno d’Italia. In seguito al successo di Pirro a Heraclea, gli abitanti di Montalbano si allearono con Roma e per ringraziarsi i romani misero sulla porta principale del castello l’immagine di Giano. Dopo la vittoria di Benevento, la fortezza fu occupata dai romani. Dai reperti archeologici, ritrovati nel territorio di Petrolla e conservati nel Museo Ridola di Matera, si è potuto stabilire che la zona è stata abitata sin dall’epoca ellenistica-romana. Il territorio fu fortificato dai Longobardi e in seguito alla conquista normanna appartenne ad Albereda, signora di Colobraro e di Policoro.
Notizie Storiche
Montalbano acquistò nel volgere dei secoli importanza per posizione topografica e per popolazione, ed al dire dell’avvocato Giambattista Fiorentini nostro concittadino, diceva che: sin dall’ottavo secolo era murato e quelle antiche mura, tutte di merli ornate, e di torri rotonde, da passo in passo tramezzate di torri quadrate, con le loro balestriere nei lati, quelle antiche mura racconciate e rinnovate dall’università il 1568 in memoria del passato e per timore dei futuro, giusta iscrizione latina d’una lapide tolta dalla demolita porta della terra poi detta porta Eraclea, ed ora fabbricata in una sala del palazzo municipale.
Quelle antiche mura rifatte dal comune nel primo decennio del secolo diciannovesimo, con una spesa superiore agli attuali nove euro e con maggiore dispendio di danaro dopo la rivoluzione politica del 1860, dicono appieno che i nostri padri tennero sempre alta e costante l’idea della difesa del patrio loco dagli assalti di nemici o malviventi, per cui si può lottare e cadere gloriosamente, anziché aprire con viltà le porte di casa e ricevere magari gli assalitori a suono di musica, con segni sforzati di festa che mal nascondono l’interna paura! Sicché il nostro paese, difeso ancora da profondi dirupi e burroni che in gran parte lo circondano, difeso dalle descritte sue mura e ben fortificato da torri fu detto castrum nelle carte medievali, e col nome di castello di Montalbano venne segnato nei dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli.
Dati generali
Montalbano Jonico (Mundalbàn in dialetto montalbanese) è un comune di circa 8.000 abitanti in provincia di Matera. Il territorio comunale è compreso tra i fiumi Cavone, che lo separa da Pisticci a est, e l’Agri, il fiume più grande della Basilicata, che lo divide da Tursi a ovest. A sud confina con il comune di Scanzano Jonico, mentre a nord con Craco. Il territorio è in massima parte collinare e di notevole impatto paesaggistico e scientifico per la presenza dei calanchi, infatti le che si presentano come delle creste argillose disegnate dall’erosione che circondano la collina.
Queste formazioni naturali racchiudono un importante patrimonio scientifico poiché formatesi nell’arco di oltre un milione di anni. Il geosito di Tempa è un condensato di storia, economia e natura. E’ stata di recente richiesta la salvaguardia di tale zona creando una “riserva naturale dei calanchi”.
In virtù di questi siti, molto visitati, anche a scopi scientifici, il turismo sta migliorando molto e le strutture ricettive sono in crescita. Il dialetto montalbanese, fa parte del dialetto metapontino, di derivazione in prevalenza latina e greca, e arricchito da influenze spagnole e francesi per via dei secoli della dominazione di Francia e Spagna. È definito un dialetto cantante perché caratterizzato da una fonetica che inclina spesso alla cantilena, probabilmente di derivazione greco-bizantina.
VISITIAMO IL TERRITORIO: I PRODOTTI SLOW TRIP
L’assessore alla cultura del comune di Montalbano ionico Avv. Ines NESI ci illustra le iniziative di turismo esperienziale e ci parla diffusamente dei Calanchi del paese di cui tutti i montalbanesi vanno fieri.
“I calanchi in tutti i sensi”
“Calanchi in tutti i sensi” rappresenta una originalissima iniziativa di “turismo esperienziale” che dona ai suoi fruitori un’esperienza di viaggio lento ed emozionale. Gli abitanti temporanei saranno immersi nelle antiche tradizioni del luogo e avranno un ruolo partecipativo in attività di vario genere: saranno accompagnati alla scoperta di racconti, profumi, attraverso un percorso sensoriale e significativo, in luoghi suggestivi che solo “i Calanchi” possono offrire.
Vari i percorsi proposti, in abbinamento alle escursioni: quello delle erbe aromatiche spontanee, fruibile da Marzo/Aprile; quello del vino fruibile da Settembre a Novembre; dell’olio da Ottobre/Novembre (Montalbano proprio recentemente è stata riconosciuta “Città dell’olio”; I Colori inaspettati dei Calanchi da Marzo a Maggio; Tradizioni e Calanchi: tutto l’anno.
“I sentieri del brigante” – Montalbano Ionico”
Altra lodevole iniziativa di turismo emozionale è rappreentata dalla rievocazione storica dei “Sentieri del brigante” ovvero un percorso di descrizione scenica della vita e della storia del brigantaggio in Basilicata.
Le bande dei briganti furono composte principalmente da persone di umile estrazione sociale, ex soldati dell’esercito delle Due Sicilie ed ex garibaldini, tra cui vi erano anche banditi comuni. Il più celebre tra i briganti lucani è stato sicuramente Carmine Crocco, classe 1830, che nasce in una famiglia contadina. In età adulta si mette a capo di una rivolta guidando numerosi soldati sbandati dell’esercito borbonico e anche contadini armati. Imprigionato, evade dal carcere e si dà alla macchia, seguito da una banda criminale. Nel corso degli anni, le file della sua banda s’ingrossano, fino a contare quasi duemila uomini. Dopo il 1870, quando Roma diventa capitale del Regno, Crocco viene catturato e, passato sotto la custodia italiana, processato e condannato a morte. Poco dopo la pena verrà tramutata nei lavori forzati a vita. Morirà in carcere nel 1905. Il progetto vuole riproporre la storia e le tradizioni della Basilicata rurale attraverso un viaggio alla scoperta della “terra dei briganti” con i turisti ospitati all’interno della masseria “Serra di pietra” – Tenuta Fortunato per dei soggiorni molto particolari. I partecipanti potranno vivere un’ emozionante esperienza nelle terra lucana e conoscere i suoi personaggi. Un viaggio da non perdere! I territori del GAL START 2020 non mancano di offrire emozioni.