Gal Start 2020: Rotondella “Rotunda Maris”, il balcone dello Ionio. Di seguito la scheda di promozione territoriale.
Definita il balcone dello Jonio per la sua bellissima posizione panoramica, era nota nell’antichità come Rutunda Maris. Al periodo Neolitico risalgono alcuni reperti archeologici venuti alla luce in una operazione di scavo sulla sommità di Piano Sollazzo mentre è documentata la presenza, sul territorio dell’attuale Rotondella, di complessi villaggi che rientravano nella sfera di influenza di Siris, e successivamente di Heraclea. E’ certa l’esistenza del villaggio di Trisaia (al centro della piana omonima) sino alla fine del XIV secolo ed in epoca anteriore del Monastero Basiliano di Santa Maria delle Lauree. Nel XVI secolo, nei pianori di Trisaia, si svilupparono i villaggi di Santa Laura e Santa Lucia, andati successivamente distrutti. Allo stesso periodo risale la presenza di una folta comunità albanese che si era trasferita in questa zona da Farneta, un piccolo borgo attiguo ad Oriolo, nel Cosentino.
Attualmente nella stessa area si sta sviluppando il nuovo abitato di “Rotondella Due” con le attigue aree artigianali e commerciali. L’attuale centro urbano porta sedimentati vari momenti di crescita e si è sviluppato attorno ad un nucleo originario (palazzo baronale e Torre) edificato tra il 1515 ed il 1520. Un punto eccezionale di osservazione in epoca romana e tardo medievale; un luogo sicuro dal quale era possibile difendersi dalla malaria, dalle incursioni turche successivamente.
Il Comune di Rotondella è situato nella parte meridionale della Lucania prospiciente il Mare Ionio, in un territorio a nord morfologicamente caratterizzato da pianure discendenti a gradonate verso la costa, intersecate da ampi letti torrentizi che giungono direttamente al mare, e a sud-ovest dallo sviluppo di catene montuose. Si trova in posizione quasi centrale rispetto ai limiti storico-geografici del vasto territorio della Siritide, ovvero quello dominato dall’antica Siri-Eraclea.
Le tradizioni a Rotondella
Pastizz R’Tunnar: pronunciare questo nome non è semplice, ma l’espressione dialettale chiarisce il legame tra cucina e territorio di cui gli abitanti di Rotondella vanno molto fieri. Le famiglie del paese si tramandano la ricetta del Pastizz da generazioni e questo prodotto da forno è stato riconosciuto come PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) dal Ministero delle Politiche Agricole.
La sua forma caratterizzata dal bordo ondulato richiama la topografia semicircolare del borgo. Il Pastizz è talmente identificativo al punto da costituire la radice dell’epiteto “Pastizzari” con il quale vengono affettuosamente soprannominati gli abitanti di Rotondella.
Si presenta come una sfoglia di grano duro ripiegata su se stessa fino a formare una mezza luna perfetta, dal colore dorato che richiama la tonalità delle spighe di grano che in estate ricoprono le colline materane.
Per il ripieno viene invece utilizzata carne tagliata a piccoli pezzi e condita con uova, formaggio, prezzemolo, olio extra vergine d’oliva, pepe e sale. Tradizionalmente la tipologia di carne del ripieno del Pastizz era legata a tre momenti particolari dell’anno: l’uccisione del maiale (carne di maiale), la Pasqua (carne di capretto o agnello) e la festa di Santa Maria d’Anglona – inizio settembre (carne di tacchino o pollo). Oggi si tende a utilizzare soprattutto la carne suina, più saporita e apprezzata dai consumatori.
La friabile mezzaluna di Rotondella vanta un equilibrio perfetto di proteine e carboidrati e può considerarsi pertanto un pasto sano e completo. Prestandosi ad essere consumato anche in modo rapido e informale, durante escursioni, viaggi o camminate, è molto in voga tra gli ”streetfood” locali. In un contesto “Glocal”, sarebbe più corretto parlare di “strìttelefood”, dove per “strìttele” s’intendono in dialetto rotondellese le viuzze molto strette del centro storico che si insediano tra le case disposte a spirale sul cucuzzolo collinare.
Per chi fosse curioso e volesse venirci a trovare nel borgo di Rotondella, sarà interessante sapere che da circa un anno è stata istituita ufficialmente la Sagra del Pastizz, che si svolge ogni anno nel mese di Agosto. Rotondella è inoltre la meta ideale per chi ama la cucina tradizionale, il mare, la vita rurale e il turismo sostenibile.
La “Trisaia” di Rotondella a forte vocazione agricola
Questo comprensorio ha sempre rappresentato un riferimento per tutti gli agricoltori dell’area del metapontino. In particolare per gli agrumi e le drupacee il microclima particolare ha sempre favorito delle produzioni di eccellenza. Per l’albicocco ad esempio, gli oltre 750 ettari coltivati, fanno di Rotondella (MT) uno dei poli più importanti d’Italia per la produzione di questa drupacea.
Proprio grazie a questi numeri ed a quelli della provincia di Matera, la Basilicata, è alle spalle soltanto dell’Emilia Romagna (5011 ettari totali) per la coltivazione di questo frutto prelibato. Negli anni scorsi alcune importanti aziende di trasformazione frutticola avevano creato proprio nella zona della Trisaia un’oasi biologica dedicata alla trasformazione di frutta da destinare all’infanzia.
In questo contesto si inserisce un’importante manifestrazione che in questa citadinasi ripete da molti anni, ovvero la Sagra delle Albicocche di Rotondella che ogni anno offre agli agricoltori tutte le novità e gli aggiornamenti del settore.
L’appuntamento, giunto ormai alla XVII edizione, è organizzato dall’Assessorato alle Politiche Agricole del Comune Jonico, ed ogni anno si ripete il rito del gemellaggio con il comune di Casalfiumanese, una cittadina del bolognese dove la coltivazione dell’albicocco ha una lunga tradizione.
La manifestazione dura due giorni e mentre nella prima giornata viene dato spazio agli aggiornamenti varietali ed ad altre tematiche agronomiche, con la presenza di qualificati esperti del settore, la seconda giornata vede la presenza delle istituzioni dei due centri ed un momento ludico e di festa, dei cittadini rotondellesi ma l’iniziativa richiama anche un vasto pubblico di tutta l’area metapontina.La due giorni dedicata alle Albicocche si conclude nella suggestiva “balconata” di Piazza della Repubblica, con la premiazione del Concorso “AlbicoccArte”, seguita, sempre da eventi di spettacolo e cabaret.
Il contributo di Rotondella al progetto Slow Trip
La cittadina, in virtù del suo splendido panorama è meta di tanti turisti, soprattutto nel periodo estivo, quando tanti turisti e villeggianti fuggono dalle spiagge del metapontino per trovare un po di frescura serale ed ovviamente anche della buona cucina che a Rotondella proprio non manca perché vi sono molti agriturismi che offrono ospetalità a prezzi molto contenuti ed anche nel borgo tanti locali caratteristici offrono piatti locali da gustare sugli splendidi terrazzi panoramici.
Inoltre merita menzione un’iniziativa che è nata da qualche tempo e ripercorre un po la memoria storica della cucina dei nostri genitori; l’iniziativa si chiama Nonne Chef.
Si tratta di signore “avanti negli anni” che hanno cositutito un’associazione con l’obiettivo di realizzare iniziative culturali ed esperienziali, laboratori intergenerazionali e tradizionali da replicare anche al di fuori confini lucani.“Uniamoci per emozionare ed emozionarci con gli oltre ottomila piatti tipici che sono la più grande ricchezza dei nostri borghi” è l’appello che le Nonne chef lanciano a tutte le nonne d’Italia”. Questo è il loro appello ed il loro motto. Ovvero sollecitare luoghi d’incontro e scambio tra comunità, con il cibo a fare da ponte tra generazioni e territori.
“Le Ricette della tradizione – scambio tra comunità” è il progetto social che ’associazione Nonne chef lancia, nello spirito della diffusione della buona pratica di valorizzare i luoghi attraverso il cibo e la buona tavola.
Partecipare è semplicissimo.
Se sei una nonna scegli una ricetta tipica, che ha un significato o un legame particolare con il tuo territorio o per la tua famiglia; racconta la storia del piatto o quello che rappresenta per te; indica gli ingredienti e le dosi; descrivi la ricetta con tutti i passaggi, le temperature e i tempi di cottura;fatti scattare una foto tra i fornelli; invia tutto all’indirizzo mail nonnechef@gmail.como su Messenger indicando nell’oggetto: “Le Ricette della tradizione”e nel testo “La sottoscritta (nome, cognome,data di nascita, e comune di residenza) autorizza l’associazione Nonne Chef all’utilizzo delle immagini e della ricetta per la pubblicazione sui social, sito internet e stampati”.
Tutte le ricette saranno pubblicate sulla pagina facebook@lenonnechefe, chissà, successivamente anche su un ricettario.
La presidente dell’associazione Tiziana Fedele spiega: “Partendo dalla Basilicata, chiediamo a tutte le nonne d’Italia e non solo di inviarci le ricette tipiche del luogo di origine per dar vita alla più grande community social di nonne che hanno voglia di raccontare e raccontarsi.
Mai come in questo periodo, tutti ci siamo cimentati nel preparare piatti tipici legati alla nostra tradizione culinaria.Abbiamo scelto di creare con le nostre mani, di riprendere le antiche ricette della cucina ‘antispreco’e le abbiamo condivise sui canali social.
Recentemente il presidente nazionale della CIA Agricoltori Italiani Dino Scanavino ha sottolineato: “La riscoperta delle ricette culinarie di un tempo e la valorizzazione degli antichi mestieri sono elementi di forza su cui scommettere e investire.
Del resto la capacità di mettere a sistema relazioni tra le risorse territoriali e di innescare percorsi progettuali sostenibili a esse riconducibili, è oggi la via obbligata di sviluppo delle aree rurali.
In tale ambito, le nonne sono i primi custodi di quei saperi e di quelle tradizioni senza le quali nessun processo di sviluppo sostenibile è prefigurabile”.