Nel primo pomeriggio a Palazzo Lanfranchi si è svolto il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Matera-Basilicata 2019, alla presenza del Ministro ai Beni Culturali, Dario Franceschini, e del Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano.
A seguire il punto stampa per la presentazione dei primi dati di Matera 2019 e dei progetti di Legacy che ha coinvolto il Presidente della Fondazione Matera Basilicata 2019, Salvatore Adduce, il Sindaco di Matera, Raffaello de Ruggieri, il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, il direttore dell’Apt Basilicata, Antonio Nicoletti, il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, Dario Franceschini, il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano, il Sindaco del Comune di Parma, Federico Pizzarotti in rappresentanza della Capitale Italiana della Cultura 2020 e il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli. Un incontro avviato con i saluti dei rappresentanti dei partner di Matera 2019 Tim, Intesa Sanpaolo, Enel.
Di seguito le dichiarazioni rilasciate dal presidente Fondazione Matera Basilicata 2019, Salvatore Adduce, dal Direttore della Fondazione Matera Basilicata 209, Paolo Verri e dal sindaco di Matera, Raffaello de Ruggieri
Dichiarazione presidente Fondazione Matera Basilicata 2019, Salvatore Adduce
In questi dieci anni di lavoro abbiamo costruito una piattaforma sperimentale che oggi mettiamo a disposizione di tutti, della città, della regione, dell’Italia e dell’Europa. E’ una cassetta degli attrezzi da cui ciascun cittadino può liberamente prendere quello che gli serve per affrontare con un approccio nuovo le sfide che lo attendono. Sono attrezzi che non servono a costruire mattoni, ma ad irrobustire competenze. Era questa la missione che ci eravamo dati con il dossier “Open Future”, ed è questo l’obiettivo che riteniamo di aver raggiunto. Lessbricks, more brain è stato il nostro slogan in questi anni convinti come siamo che lo sviluppo di una città passa si dalle infrastrutture tradizionali, ma anche e soprattutto dalle persone e dalle loro competenze.
Ecco perché abbiamo affidato a 27 associazioni culturali lucane, attraverso un avviso pubblico, la produzione di circa metà del programma realizzato in questo anno speciale. Gli artisti, i creativi lucani sono stati sempre al centro di questo viaggio, magari incrociando errori, distopie, che sono stati superati sempre pensando all’interesse collettivo.
Era tutto scritto nel dossier di candidatura. E tutto il lavoro fatto nel 2019 ha mantenuto fede a quell’impegno assunto davanti ai cittadini prima, davanti alla Commissione europea dopo dimostrando che una città del Sud è in grado di rispettare i patti non solo nei tempi annunciati, ma anche risparmiando risorse.
Matera 2019, come ci è stato più volte riconosciuto da osservatori esterni, grazie al lavoro svolto sia in fase di candidatura che nell’anno da capitale, è diventata un modello nell’ambito delle capitali europee della cultura perché è la città che più di altre ha saputo mettersi in gioco attraverso attività multidisciplinari, attraverso una solida partecipazione dei cittadini, attraverso un programma culturale fatto per l’85 per cento di progetti originali. E poi Matera 2019 è stata riconosciuta un modello anche sotto il profilo della comunicazione. Lasciamo in eredità una città sicuramente più conosciuta e apprezzata in Italia e in Europa. Abbiamo seminato, abbiamo innaffiato il terreno e l’albero sta iniziando a crescere con radici forti che abbiamo voluto così chiamare: Co-creazione, Inclusione, Allargamento della città, Remoteness.
Questa è la nostra eredità che bisogna continuare a innaffiare.
Dichiarazione del Direttore della Fondazione Matera Basilicata 2019, Paolo Verri
L’anno è volato via, e stiamo ancora cercando chi sia riuscito a vedere tutto quello che è stato prodotto e offerto da Matera Capitale Europea della Cultura. Migliaia di persone hanno frequentato un programma densissimo, trasversale, impostato sui grandi temi della contemporaneità ma capace di strizzare l’occhio alla tradizione e di non dimenticare i grandi totem del territorio: Levi, Scotellaro, Sinisgalli. E’ prematura l’analisi della qualità dei progetti, ma è chiara la direzione presa da Matera 2019: puntare sulla co-creazione, sulla relazione tra artisti, organizzatori, cittadini e spazio pubblico. Chi temeva che nel 2019 ci sarebbe stato un flusso di produzioni comprate e incapace di lasciare traccia e memoria si è dovuto ricredere. Si era puntato ad avere il 50% del programma realizzato da risorse locali; alla fine ben tre produzioni su quattro sono il risultato di una stretta interazione tra la scena creativa lucana e la rete italiane ed europea che si è messa al servizio del progetto. Il rimpianto è quello di aver troppo spesso lavorato fino all’ultimo per quanto stava per accadere il giorno dopo e non uscire in tempo dall’ufficio per godersi fin dall’inizio tutte le narrazioni che in forma diversa abbiamo avuto l’onore di proporre. Un rimpianto ampiamente ricompensato dalla felicità dei cittadini culturali e temporanei che fin dalla sera dell’inaugurazione ci hanno offerto le loro lacrime di gioia per quanto stava avvenendo. Oltre a loro, media e istituzioni di tutta Italia e di tutto il mondo ci hanno riempito di attenzioni, coccolato, apprezzato, portando all’attenzione di un pubblico vastissimo il nostro messaggio condensato nello slogan “Open Future”. Oggi più che mai, crediamo in un mondo senza muri e senza frontiere, senza distinzioni di razza, orientamento sessuale o religioso. Un mondo basato sulla cultura dell’accoglienza e del dono, che sarà la radice più forte e indiscusso di una città unica, che sta già alacremente lavorando ai prossimi dieci anni di sfide, con l’orgoglio di chi si è messo in gioco ed ha vinto una partita collettiva senza nemmeno avere un nemico da battere, ma solo tanti amici da tutto il mondo da ascoltare e a cui dare uno spazio in cui offrire le proprie idee, qualunque esse fossero.
Dichiarazione del Sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri
Dichiarazione Sindaco di Matera, Raffaello de Ruggieri
Il viaggio di capitale europea della cultura ha lasciato impressa in maniera incancellabile l’energia sociale che ha scatenato in una comunità che ha vinto la rassegnazione e che non ha avuto timore di competere, da Sud, con il resto del Paese.
Il 19 gennaio, dalla Cava del Sole, Matera si apriva all’Europa e l’accoglieva con il sorriso della fierezza che è proprio di quelle comunità che scelgono il proprio destino, che lo costruiscono e lo modellano consapevolmente.
Il 2019 è stato un anno importante per la città. Ha rappresentato la tappa finale di un percorso di rinascita avviato negli anni ’50 e che ha condotto alla legge di recupero dei Sassi nel 1986, al riconoscimento della città come patrimonio Unesco nel 1993 e, infine, al titolo di Capitale europea della cultura. E’ stato però anche l’inizio di una nuova fase della sua vita, quella della maturità, della recuperata autostima sociale e della consapevolezza del ruolo che, attraverso il suo capitale fisso di storia, è riuscita a raggiungere.
Nel 2019 si è avuta la saldatura tra un passato, colpevolmente dimenticato per tanti anni, ed un futuro che appariva asfittico. In un luogo unico ed universale, rimasto vivo per più di ottomila anni, la necessità di creare sempre nuova storia è un elemento identitario ineliminabile.
Matera ha vissuto il presente come anticipazione del futuro e, nell’anno in cui avrebbe potuto abbandonarsi ai festeggiamenti, ha impostato il suo avvenire lavorando alla creazione di presìdi per la produzione culturale, perché è la produzione la caratteristica che distingue le città che vivono di cultura da quelle che si limitano a consumarla senza crearla.
Alcuni sono già attivi come la Scuola di Alta formazione per la conservazione del patrimonio culturale, altri, come la sede del Centro sperimentale di cinematografia, contiamo possano esserlo presto.
La Cultura è, in altre parole, energia sociale. Matera ha dimenticato la vergogna e si è proposta al mondo come un esempio.
De Ruggieri ha inoltre commentato i fischi e i mormori indirizzati da parte di una minoranza di partecipanti alla cerimonia conclusiva dell’anno di Matera Capitale europea della cultura nei confronti del governatore Bardi durante il suo intervento a Cava del Sole.
La posizione critica tradotta in fischi e mormorii, da parte di una minoranza di partecipanti alla cerimonia conclusiva dell’anno di Matera Capitale, mentre parlava il Presidente della Regione Basilicata, sono espressione di una cultura da tifoseria e non di una città culturale.
Il tifo da stadio, in questi contesti, è fuori da ogni ragione perché è frutto di un’esplosione istintiva. La cultura è, invece, meditazione, riflessione e sforzo di pacificazione. E’ solo attraverso la pacificazione che possiamo raggiungere insieme i traguardi. Esprimere umori negativi in una serata di festa, non serve a nulla, non paga nessun risultato e non raggiunge gli obiettivi, che sono comuni, e che devono portare ad un salto in avanti della intera regione Basilicata e del Mezzogiorno d’Italia.