Mariacristina Appella, alunna della 2^ A della scuola media Torraca, ripercorre per Torraca News Live le tappe che hanno permesso a Matera di conquistare il titolo di capitale europea della cultura per il 2019.
Matera, la storia di un percorso
Il 17 ottobre 2014 Matera è stata designata Capitale Europea della Cultura 2019: la Commissione Europea le ha dato setti voti su tredici e la città è riuscita a trionfare su Ravenna, Cagliari, Lecce, Perugia e Siena.
Il percorso per arrivare a questo traguardo è stato bello e non senza alcune insidie che sono state superate grazie a una forte squadra: il sindaco Salvatore Adduce, il direttore del comitato Paolo Verri e il direttore artistico Joseph Grima.
La candidatura è partita nel 2008 e il logo selezionato per rappresentare Matera ricorda il vicinato dei Sassi con l’apertura delle cisterne.
Nel novembre 2013 la città è entrata nella short list insieme a Ravenna, Cagliari, Lecce, Perugia e Siena; a distanza di un anno circa è arrivata la designazione a Capitale Europea della Cultura 2019, ruolo che in quell’anno sarà condiviso con la città di Plovdiv, in Bulgaria.
Alla Commissione giudicante sono stati presentati due dossier, ognuno dei quali caratterizzato da un tema: nel primo dominava il tema della partecipazione e la parola chiave era “insieme” ad indicare un percorso da condividere anche oltre i confini della città; nel secondo, il tema principale era “Open Future”, ad indicare un percorso condiviso e destinato ad aprirsi al futuro perché Matera nella Basilicata è un luogo antico con la maestosità dei Sassi e delle tradizioni che ne hanno segnato la sua storia in cui si pongono le basi per lo sviluppo futuro e innovativo.
Il 7 ottobre del 2014 alcuni membri della Commissione, dopo aver visitato le altre città candidate, sono venuti a visitare Matera: la città si è rivelata in tutte le sue bellezze storiche, paesaggistiche e artistiche, mostrando anche alcune attività tradizionali, come la preparazione del pane in cui si è cimentata anche la Commissione.
Successivamente, ogni commissario è stato ospitato a pranzo da una famiglia della città, che ha avuto la possibilità di far assaggiare le diverse specialità del posto.
La giornata è stata intensa e grazie all’impegno dei materani e del Comitato la Commissione è andata via colpita non solo dalla bellezza e dalla storia di Matera, ma anche dall’accoglienza e dal calore dei suoi abitanti che hanno saputo nel corso degli anni riappropriarsi di quella identità culturale che negli anni ’50 era sembrata quasi una vergogna.
Oggi più che mai credo che nei materani vi sia la consapevolezza di abitare un luogo dove la vita si conserva sin dalla lontana preistoria e come tale merita di essere tutelata e valorizzata nel migliore dei modi.
L’attesa per la designazione è durata fino al 17 ottobre 2014, quando Matera è diventata Capitale Europea del 2019: in Piazza S. Giovanni era riunita la città intera e nel momento della proclamazione si è sprigionato un clima di gioia e di festa, con tutta la gente che urlava, piangeva e sventolava le bandierine con il simbolo della città.
Ultima tappa del percorso è stata l’attribuzione ufficiale del titolo: il 19 maggio 2015 alle 11.00 a Bruxelles, il Consiglio Europeo ha proceduto all’investitura ufficiale di Matera e Plovdiv.
A questo punto si può dire che il cammino è appena iniziato, perché adesso bisognerà passare alla realizzazione di tutte le idee enunciate nel dossier facendo molta attenzione a rispettare quanto detto perché la Commissione tornerà altre volte per verificare l’avanzamento dei progetti.
Oggi Matera 2019 rappresenta il prossimo appuntamento europeo per l’intera Italia dopo l’Expo di Milano dove la città di Matera Capitale della Cultura si è guadagnata in questa settimana un’area espositiva nel Padiglione Italia.
La conseguenza immediata di questo risultato, è stato l’arrivo di molti turisti: è stata raggiunta la quota di 200.000 provenienti non solo dall’Italia, ma anche dal resto dell’Europa. Naturalmente occorre essere bravi a gestire questa risorsa perché possa dare frutti e benefici economici, sociali e culturali a tutta la comunità.
Il mio augurio alla città è che, come si dice nell’inno dei Tarantolati di Tricarico (appositamente composto per questa occasione), i suoi campanili, come tante matite con la punta verso il cielo, possano ancora continuare a scrivere nel firmamento la prestigiosa storia di questa antica città.
Mariacristina Appella, 2^ A della scuola media Torraca