Martedì 23 aprile 2013, alle ore 10.30, al MIG. Museo Internazionale della Grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella”, il grande scultore giapponese Kengiro Azuma, confermando il suo legame alla Lucania, incontrerà i ragazzi della scuola media di Castronuovo S.A. e di Teana per tenere una vera e propria lezione di saggezza, alla quale l’arte conduce, soprattutto se la base di partenza è stata la filosofia Zen e la cultura orientale.
L’arte di Azuma nasce dal pensiero, dalla ricerca del mistero della vita, dal tentativo di rendere visibile l’invisibile, poi tradotti nel bronzo, nel legno, nel gesso, nella pietra. Nelle sue sculture, egli cerca di rappresentare la parte spirituale della vita di ogni uomo, ossia l’anima, l’amicizia, la vera solidarietà, il modo di convivere.
Tutto ciò che non riusciamo a vedere, Azuma lo esprime con piccoli e semplici segni, ormai elementi tipici del suo mondo espressivo. Tra tutti, i buchi, simboli del vuoto, finestre su un mondo tutto scoprire. “Essere Zen, significa essere vuoti come un bicchiere. Quello che rende un bicchiere tale non è il materiale con cui è costruito, ma il vuoto che viene riempito dalla bevanda che vi versiamo. Essere vuoti, infatti, significa essere sempre pronti a ricevere” scrive a tal proposito Azuma,
Trasportati dalle parole di Azuma, i piccoli partecipanti, in una fase successiva dell’incontro, proveranno ad esprimere i propri sentimenti e desideri sul foglio bianco che, simbolicamente, rappresenta il vuoto da cui parte il grande maestro, cercando di rendere visibile il loro mondo interiore attraverso la creazione di semplici segni e la scelta di determinati colori.
Nel pomeriggio, a partire dalle ore 17:30, alla presenza del Sindaco Sandrino Berardone, del Presidente della Pro Loco Pierino Ruberto, dei ragazzi del Liceo Scientifico “Carlo Levi” di Sant’Arcangelo e di quanti accorreranno per l’occasione, Azuma parlerà della sua esperienza di guerra, del suo rapporto con Marino Marini, della grande antologica di Matera del 2010 che ha portato la Regione Basilicata ad acquisire la “Grande goccia ” in bronzo, posta al centro della città e oggi simbolo della rinascita dei Sassi, del suo successo internazionale, che lo vede presente con numerose opere nei più grandi musei del mondo.
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Kengiro Azuma è nato il 12 marzo 1926 a Yamagata, un piccolo paese al centro-nord del Giappone, secondo di sette figli, in una famiglia di artigiani del bronzo con una secolare fonderia di vasi, figure di animali e oggetti di culto forniti ai templi buddisti e shintoisti. Dopo essersi arruolato nella divisione aeronautica, nelle truppe d’assalto della Marina Militare Imperiale e aver visto partire per missioni suicide molti compagni, è pronto ad imitarli, ma la guerra e la bomba su Hiroshima decidono altrimenti. Torna a Yamagata e comincia a frequentare la sezione di scultura dell’Università Nazionale d’Arte di Tokyo, laureandosi nel 1954. Nella stessa Università è assistente fino al settembre del 1956, quando ottiene una borsa di studio dal governo italiano, si trasferisce a Milano e frequenta per quattro anni i corsi di Marino Marini, all’Accademia di Belle Arti di Brera dove si diploma nel 1960. Diventa assistente personale di Marino fino al 1979, e, dopo la morte del maestro avvenuta a Viareggio nel 1980, è membro del comitato scientifico della Fondazione intestata al grande scultore toscano. Accademico di San Luca dal 1993, nel 1995 riceve dall’Imperatore del Giappone la decorazione “Shijnhosho” e nel 1996, dal Sindaco di Milano, l’Ambrogino d’oro. La prima personale di Azuma è del 1958 a Yamagata, presentato da Imaizumi Atsuo e Kikuchi Kazuo. Seguiranno, tra le tante, introdotte dalla migliore critica internazionale (Guido Ballo, Franco Russoli, Giulio Carlo Argan, Giovanni Carandente, Carlo Ludovico Ragghianti, Lamge Jorge, Gillo Dorfles, A. M. Hammacher, Irina Subotic, J. M. de Groot, Ooka Shin, Carlo Bertelli), le mostre di Milano (Minima, 1961 e 1962; Toninelli, 1963, 1966, 1969), Roma (Galleria L’Obelisco, 1962, Toninelli, 1969), Venezia (Il Cavallino, 1962), Stoccarda (Galleria Senatore, 1964, 1967), Livorno (Galleria Girali, 1965), Essen (Forum Haus, 1964), L’Aia (Galleria Nouvelles Images, 1972, 1975, 1983, 1989), Tokyo e Osaka (Contemporary Sculpture Center, 1974, 1978), Belgrado (Galleria 73, 1976), Monza (Villa Reale, 1979), Zurigo (Galleria Suzanne Bollag, 1980), Lugano (Galleria Pieter Coray, 1981), Dordrecht (Dordrecht Museum, 1983), Tokyo (The Seibu Museum of Art, 1988, in seguito trasferita a Toyama, Kamakura, Yamanashi, Miyagi, Osaka), Milano (Lorenzelli, 1990), Mendrisio (Museo d’Arte, 1994), Montemarcello di Ameglia (La Marrana, 1998), Teglio (Palazzo Besta, 1999), Piacenza (Solaria Arte, 2002), Tokyo (Università Nazionale d’Arte, 2002), Lugano (Christine Bader Art Consultant, 2005). Le partecipazioni, a livello internazionale, dal 1961, comprendono le più importanti biennali e toccano i musei e le piazze di Venezia, Milano, Rhode Island, Tokyo, New York, Kassel, Firenze, San Francisco, Bochum, Carrara, Padova, Monaco, Parigi, Basilea, Locarno, Long Beach, Lugano, Anversa, Bologna, Sion, Sendai, Los Angeles, Osaka, La Chaux-de-Fonds, Colonia, Spoleto, Londra, Mantova, Salisburgo, Roma, Città del Vaticano dove, e sono solo alcuni, vengono conservate le sue opere. È invitato, dal 1965, ai simposi di scultura di Long Beach (U.S.A.), St. Margarethen (Austria), Piroz (Yugoslavia), Tuoro (Italia), Salisburgo (Austria). Ha ricoperto la cattedra di scultura alla Sommerakademie di Salisburgo e alla Nuova Accademia di Belle Arti fondata da Guido Ballo e Tito Varisco.
Mostre in corso:
Alexander Calder. Incisioni per Santa Claus di E. E. Cummings
3 marzo – 1 giugno 2013
Fausto Melotti. L’opera grafica dal 1970 al 1985
3 marzo – 1 giugno 2013
Le 14 stazioni della Via Crucis di Fausto Melotti, dipinti su cartone, 1957 – 1967
29 marzo – 1 giugno 2013
Proposte didattiche:
Sculture di aria: durante l’attività didattica, sarà dato ampio spazio all’interazione con i partecipanti, veri protagonisti della scoperta del mondo di Alexander Calder attraverso l’osservazione guidata delle sue litografie in mostra al MIG, e, con opportuni sussidi audiovisivi, di un numero selezionato di opere di scultura rappresentative del percorso artistico del grande maestro.
Mediante la manipolazione di fili di carta e l’utilizzo di fogli di carta velina e cartoncino colorato, i partecipanti proveranno a realizzare delle sculture sull’esempio dei Mobiles e degli Stabiles di Calder, modellando le forme nello spazio e studiandone l’equilibrio cromatico e statico, in relazione con l’ambiente circostante e le possibili interazioni con il vento.
Un alfabeto dispettoso: osservando attentamente le incisioni di Fausto Melotti, precedentemente disposte in ordine sparso all’interno delle sale che le ospitano, i piccoli partecipanti proveranno a ricomporre, attraverso il gioco, l’esatta successione delle lettere dell’alfabeto. In una fase successiva dell’attività, poi, ogni bambino si improvviserà artista, provando a rielaborare e a trasformare in sottili intrecci lineari, come ali di una farfalla o petali di un fiore, le iniziali del nome di una persona cara, proprio come Melotti. Un’occasioni, dunque, per conoscere e imparare senza perdere di vista il gioco che Fausto Melotti, sempre animato da un lirico stupore e trasportato da un senso di ludica visionarietà, ha conservato nella sua vita e trasferito nelle sue opere, consapevole che “un gioco quando riesce è poesia”.
Prossimi appuntamenti:
C’era una volta un fiaba: Assadour illustra in tempo reale le fiabe di Gianbattista Basile
maggio 2013
Omaggio a Giacinto Cerone
18 maggio 2013 – Notte europea dei musei
Prossima mostra
Ben Shann, The Note-books of Malte Laurids Brigge di Rainer Maria Rilke, con 24 litografie originali, Mourlot, New York 1968
In controcanto: L’opera grafica di Mino Maccari 1924-1985.
2 giugno – 28 settembre 2013