A.S.L. 4: PER DIALIZZARE OCCORRE PAGARE L’AMBULANZA
Un paziente non autosufficiente sostiene spese ingenti per il trasporto in ambulanza.
Il 7 febbraio scorso abbiamo depositato presso la sede dell’ASL n. 4 di Matera, una lettera indirizzata al Direttore Generale dott. Maroscia, e , nella stessa giornata, inviato un fax per conoscenza all’Assessore alla Salute della Regione Basilicata, sig. Antonio Potenza, segnalando il caso di un paziente, residente a Matera, affetto da una patologia che comporta una grave limitazione permanente degli arti inferiori costringendolo a vivere in un letto.
Come se non bastasse, da circa un anno é in trattamento dialitico, un giorno si, un giorno no, semplicemente per sopravvivere.
Per recarsi in ospedale ed effettuare la dialisi, non essendo autosufficiente, il paziente è costretto ad affidarsi ad una ambulanza che lo preleva dalla sua abitazione nei giorni di martedì, giovedì e sabato, lo accompagna al Centro Dialisi e al termine della seduta emodialitica lo riporta a casa, sostenendo un costo pari a € 500-550 mensili.
La Regione Basilicata, da sempre sensibile ai problemi dei dializzati, prima ancora che il trasporto fosse riconosciuto come parte integrante delle prestazioni sanitarie della insufficienza renale, con la Legge n. 30/81 riconobbe ai dializzati un rimborso forfettario, che attualmente è pari a € 238 mensili per piccole distanze.
Questo contributo è largamente insufficiente per i pazienti che hanno bisogno del trasporto in ambulanza e per le persone in età avanzata che si rivolgono a noleggiatori privati per raggiungere il Centro Dialisi, pagando tariffe non certo popolari tre volte la settimana, e in situazioni di scarsa sicurezza. Ma, soprattutto, è superato dal DPCM del 29 novembre 2001, che considera il trasporto al centro dialisi tra i livelli essenziali di assistenza, vale a dire nelle prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, a completamento dell’assistenza dialitica.
Con la lettera citata lo abbiamo ricordato al Direttore Generale dell’ASL n. 4 e all’assessore alla salute della Regione Basilicata , chiedendo loro un conseguente adeguamento delle norme regionali. Nel rispetto di tale decreto riteniamo che le Aziende Sanitarie abbiano l’obbligo e la responsabilità di garantire l’accesso alle strutture sanitarie, in particolar modo ai pazienti non deambulanti, assicurando il trasporto degli stessi dal domicilio al Centro Dialisi e viceversa, al fine di rendere possibile il trattamento salvavita, le indagini e le visite specialistiche di controllo.
Ad oggi non ci è pervenuta nessuna comunicazione scritta né dalla ASL, né dalla Regione, nonostante abbiamo richiesto una sollecita risposta in considerazione della gravità del caso: un comportamento che rivela da una parte indifferenza e insensibilità verso la sofferenza, i disagi e la condizione di questo paziente e dall’altra incuranza delle leggi vigenti in questo Paese nonostante le tutele previste dalla Legge 241/90.
In molti discorsi e dichiarazioni programmatiche, diffuse a mezzo stampa, si parla e si afferma di mettere la persona e il malato al centro, ma più che le risposte ai loro bisogni di salute, al centro, troviamo le necessità di bilancio, spesso con una visione miope che fa dimenticare che in sanità, certo non bisogna sprecare, ma bisogna assolutamente dare i fondi necessari per rispettare i più elementari diritti di pazienti costretti a sottoporsi a terapie salvavita e per di più non autosufficienti. In altro modo significa negare la vita e la salute e scaricare sui malati e le loro famiglie i costi umani e sociali della malattia.
L’età dei pazienti sempre più alta e la compresenza di altre patologie, di cui la funzione renale è solo una delle insufficienze d’organo, richiede un’assistenza socio – sanitaria complessiva alla persona, una presa in carico che permetta l’accesso alle strutture sanitarie ed il trasporto organizzato come parte integrante della terapia dialitica, che eviti l’insorgenza delle complicanze e di nuove patologie, che impedisca l’emarginazione, che sostenga paziente e familiari nel percorso di adattamento alla nuova realtà di vita.
Molti pazienti moriranno ancora nel silenzio dei Centri Dialisi, ma noi continueremo a dare voce a chi non può dare testimonianza, a infondere speranza a chi non ha nessuna aspettativa, a difendere il diritto alla vita e alla salute, che è un bene di tutti, quando ci viene negato dalla colpevole inerzia di ASL e Regione.
Riportiamo di seguito la replica rilasciata dal direttore generale della ASL n. 4 Domenico Maroscia.
Maroscia: “ Rivediamo legge sul servizio trasporto dializzati’’
La segnalazione della sezione regionale dell’ Associazione nazionale dializzati (ANED), in merito alla inadeguatezza dei costi per il trasporto dei pazienti presso l’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera, è l’occasione per rivedere la legge regionale di settore, alfine di migliorare l’efficacia del servizio. E’ quanto sostiene il direttore generale della Asl n.4, Domenico Maroscia. “ E’ un problema oggettivo che conosciamo -ha detto Maroscia- ma che deve fare i conti con quanto prevede la legge della Regione Basilicata n.30/81, che fissa procedure e risorse precise in materia di trasporto dei dializzati. Forse è giunto il momento di rivedere e superare l’attuale normativa, togliendo il contributo economico ai singoli pazienti e trasferendo alle Aziende sanitarie locali le competenze sul servizio. Si consentirebbe, così, di attivare e garantire un servizio efficiente, anche a chiamata , razionalizzando la spesa che per questa voce è onerosa e attivando anche opportunità di lavoro per quanti saranno coinvolti nella gestione del trasporto’’.