In riferimento ad alcune dichiarazioni apparse in questi giorni su un quotidiano locale, con le quali qualcuno sostiene che la ASM ha pubblicato un bando per borsa di studio per psicologi durante il periodo natalizio al fine di impedirne la più ampia conoscenza, la direzione strategica dell’ASM è
costretta, ancora una volta, a precisare che le asserzioni sono completamente destituite di fondamento e sono frutto di fervida fantasia oltre che di gravissima ignoranza dei fatti.
In primis perché l’avviso è noto all’opinione pubblica dal lontanissimo settembre 2010, in secondo luogo perché, come è agevole ricavare da una lettura anche distratta del Bollettino Regionale, i termini non scadevano a Natale o a Capodanno 2010, bensì partivano dal 1 gennaio per spirare a metà mese.
Nello specifico, la borsa di studio per psicologi rientra in un più ampio progetto approvato dalla Regione Basilicata e denominato progetto integrato “Trattamento e prevenzione dell’obesità”. L’avviso di selezione è stato regolarmente pubblicato sul Bur n. 38 del 16.9.2010.
Tuttavia, successivamente, una divergenza rilevata tra i requisiti previsti dal bando e lo schema di domanda che vi era allegato, ha indotto questa Azienda a riaprire i termini portando nuovamente il bando alla pubblicazione, che è avvenuta sul Bur n. 51 del 31.12.2010, con scadenza al quindicesimo giorno successivo, permettendo una più ampia partecipazione (sono pervenute circa 50 domande).
Ciò significa, al contrario di quanto capziosamente asserito, che l’avviso è stato reso pubblico, e di guisa, conoscibile a tutti, una prima volta nel settembre 2010 e una seconda dopo la pausa festiva in un periodo dell’anno che ciascuno, notoriamente, dedica alle ordinarie occupazioni.
Senza alcuna pretesa di colmare lacune conoscitive, si evidenzia che il 31.12.2010 era in tutte le edicole anche la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, con termini concorsuali, anche lì, che partivano e non scadevano a Capodanno. A riprova che anche in sede nazionale vi sono bandi pubblicati il 31 dicembre.
Non è in discussione il diritto, specie in ambito politico, di affermare il proprio pensiero o rivolgere critiche, ma non è più tollerabile assistere ad uno stillicidio di notizie ed informazioni propalate ai giornali e completamente destituite di fondamento, che denotano una totale ignoranza dei processi organizzativi e decisionali, oltre che dei fatti, come prova questa
vicenda.