DONAZIONE CONSAPEVOLE. Se ne discute nella tavola rotonda organizzata dalla FIDAS Basilicata su “Servizi Trasfusionali e Raccolta Associativa”
Matera – Da una donazione emotiva ad una donazione consapevole. È questo il leit motif che la Fidas Basilicata (Federazione italiana associazioni donatori di sangue), insieme ai massimi esperti nazionali e regionali della medicina trasfusionale, vuole lanciare nel corso del convegno scientifico-divulgativo “Servizi trasfusionali e raccolta associativa”, che si è svolto nella mattinata di venerdì 18 settembre a Matera nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi.
Una tavola rotonda di caratura nazionale, organizzata dalla Fidas Basilicata per celebrare il trentennale dell’attività dell’Associazione e, soprattutto, ringraziare quanti si sono prodigati per fare raggiungere alla ns. regione l’autosufficienza di sangue intero. La donazione di sangue da volontari reperiti tramite l’associazionismo rimane tutt’oggi l’unica via per disporre di scorte necessarie a fare fronte alla richiesta di sangue sempre più crescente.
“Le donazioni del sangue servono in modo diretto per le trasfusioni in ambito chirurgico ma anche, in maniera indiretta, per mettere a punto farmaci salvavita sia in campo ematologico che in campo medico in generale -ci dice Paolo Ettorre – presidente Fidas Basilicata-. Da incentivare tra i donatori – prosegue il presidente dell’Associazione di volontariato che in Basilicata conta 3.228 soci di cui ben 2.540 donatori periodici – la pratica della palasmaferesi per offrire al Sistema Sangue Regionale il bene prezioso scomposto nei suoi prodotti derivati, ciascuno tagliato su misura del ricevente, in condizioni di sicurezza molto elevate.
Un’insufficienza che ancora oggi si registra su tutto il territorio nazionale, infatti, è proprio quella legata agli emoderivati, che registra, come del resto sul versante della donazione di sangue intero, un forte squilibrio tra le diverse regioni: con agli estremi il Friuli Venezia Giulia con 21,7 litri di plasma per mille abitanti e la Campania con appena 3,1 litri.
“Il sistema sangue in Italia – aggiunge Niccolo’ Pio Onarati, direttore Sanitario della Fidas Basilicata – ha prodotto nel 2008 circa 650 mila litri di plasma destinato all’industria farmaceutica per la produzione e il ritorno agli ospedali di farmaci emoderivati come l’albumina, le immunoglobuline aspecifiche per uso endovenoso ed i fattori anti-emofilici. Ma la quantità prodotta di plasma non soddisfa ancora l’occorrente annuo stimato in circa 11 litri per mille abitanti”.
Dagli Stati genarali del Sangue riuniti a Matera, grazie all’impegno della Fidas Basilicata, si rinnova l’invito a tutti i cittadini sani e forti della Basilicata di età compresa tra i 18 ed i 60 anni, a recarsi presso i Centri Trasfusionali degli Ospedali di Matera, Potenza, Policoro, Melfi, Villa d’agri, Lagonegro dal lunedì al sabato dalle ore 8 alle ore 13 e di aderire alle giornate di raccolta organizzate dall’Associazione nei diversi comuni della Basilicata. Prossime giornate di raccolta di sangue intero in programma: Salandra domenica 20 settembre, Grassano martedì 22 settembre, Vaglio di Basilicata, domenica 27 settembre e ben 4 giornate straordinarie di plasmaferesi su Grassano – Irsina – Bernalda a partire dal 29 settembre.
“Sangue: un cammino di solidarietà “: la Fidas ripercorre la storia della donazione e del volontariato del sangue con l’aiuto dell’ANSA
Matera – In occasione della tavola rotonda organizzata dalla Fidas Basilicata, in dono alle Autorità ed ai dirigenti associativi la pubblicazione “Sangue, un cammino di solidarietà”, curata da Francesco Marabotto, Redattore Capo Scienza e Sanità ANSA.
Un volume che illustra, con l’aiuto di circa 250 lanci dell’agenzia di stampa, la storia della donazione e del volontariato del sangue in Italia dal 1959 (anno della fondazione della Fidas) ad oggi.
Un testo che testimonia la lunga battaglia per procurarsi in misura sufficiente questo bene prezioso. Che mette in luce il protagonismo delle associazioni di volontariato che hanno affiancato gli operatori sanitari nella lunga marcia per la sicurezza di sangue ed emoderivati, per la diminuzione degli sprechi, per un uso più efficiente, per una migliore compensazione delle richieste regionali. Le prefazioni sono curate da Giampiero Gramaglia, direttore dell’Ansa; Aldo Ozino Caligaris, Presidente Nazionale Fidas; Giuliano Grazzini, direttore generale Centro Nazionale Sangue e Giuseppe Aprili, presidente della SIMTI (Società Italiana di Medicina Trasfusionale
e Immunoematologia).
“Attraverso notizie ed eventi siamo riusciti a tracciare il percorso della storia della donazione del sangue in Italia– ha sottolineato Antonio Bronzino, vice-presidente nazionale Fidas. Nel nostro paese – prosegue – siamo passati da una donazione spontanea al verificarsi di grandi catastrofi, ad una donazione “consapevole”, nella quale il gesto di solidarietà è motivato da responsabilità morali e civili che travalicano le emergenze e le necessità del momento, grazie anche all’impegno costante delle Associazioni di Volontariato”
“La famiglia Fidas – gli fa eco Paolo Ettorre, Presidente Fidas Basilicata- ha largamente contribuito anche nella nostra regione negli ultimi trentanni a creare un volontariato del sangue “responsabile”, nel quale il gesto della donazione viene fatto in maniera volontaria, periodica, informata per soddisfare il fabbisogno di sangue ed emoderivati della nostra regione e dare un concreto aiuto alle regioni che hanno storiche carenze legate alla presenza di enormi strutture ospedaliere come la Regione Lazio”.
La Famiglia Fidas Nazionale conta oggi ben 66 Associazioni federate con un patrimonio di ben 445.990 soci. Solo in Basilicata, gli aderenti sono 3.328 (dati aggiornati al 31 dicembre 2008), dato in costante crescita grazie all’apertura di nuove sezioni comunali e la creazione di gruppi organizzati di donatori nella Polizia di Stato, nella Polizia Penitenziaria, nei Carabinieri. Donatori che partecipano alle raccolte di sangue e plasma presso i Servizi Trasfusionali degli Ospedali di Potenza, Matera, Policoro, Melfi, Lagonegro e nei punti prelievo associativi autorizzati dalla regione Basilicata presso i distretti sanitari di base di tanti comuni lucani, al fine di assicurare agli ammalati una terapia trasfusionale sicura e disponibile e farmaci emo-derivati indispensabili per la cura di tante malattie.