DISTURBI ALIMENTARI. LA SFIDA PASSA DALLA CONSAPEVOLEZZA
«Volevamo approfondire questo tema che si sta rivelando un problema più diffuso che mai». Così la presidente della sezione materana della Fidapa. Giuseppina Beradi ha aperto ieri i lavori del convegno “I disturbi del comportamento alimentare: attualità, conoscenza e modelli di cura”.
«Si tratta – ha proseguito – di elementi che si stanno delineando sempre più chiaramente come un vero e proprio allarme sociale e che ormai colpiscono con un rapporto 9-1 donne e uomini».
Bulimia, anoressia nervosa, bige eating e disturbi vari appartengono all’universo delle sintomatologie correlate alla percezione del corpo come qualcosa da modificare e a quella del cibo come un nemico da combattere.
Nel corso dell’incontro è stata illustrata l’attività, già in atto da oltre tre anni, del Centro di riferimento regionale per la cura dei disturbi del comportamento alimentare e del peso di Chiaromonte diretto dalla dr.ssa Rosa Trabace.
«Si tratta di una malattia che possiamo definire cultural bounded – ha detto – che emerge ormai anche in un’età compresa fra gli 8 e i 10 anni. Non mettiamo sotto accusa, famiglia, società o scuola, ma differenti elementi che vanno dai fattori socio culturali a quelli territoriali». I dati della Basilicata indicano circa 200 casi dei quali 20 sono curati nel centro di Chiaromonte in trattamento residenziale con una degenza che varia dai tre ai cinque mesi e circa 30 in trattamento ambulatoriale. «Il nostro è l’unico centro del Mezzogiorno interamente convenzionato con il sistema sanitario e per questo i nostri pazienti vengono da regioni vicine come la Campania o la Puglia. Anche le isole, però, segnalano alcuni casi che seguiamo in questo momento a Chiaromonte». Il percorso passa attraverso una serie di attività che giungono fino ai laboratori teatrali, artistici e di cucina passando, ad esempio, per la “terapia dello specchio”, uno strumento per far abituare soprattutto le malate di anoressia ad accettare il proprio corpo con passaggi graduali che partono dal viso e giungono alla figura intera.
Il dr. Antonio Sanchirico, nutrizionista e componente dello staff medico del Centro di Chiaromonte considera l’approccio con i disturbi alimentari, il risultato di un rapporto sbagliato con il cibo che comincia dalla più tenera età. «In Val D’Agri, secondo una ricerca che ho effettuato recentemente, il 60% dei bambini non fa colazione, trascurando un passaggio che invece è fondamentale. Quello delle abitudini alimentari – ha aggiunto – è un disturbo antico che risale a Ippocrate e che dall’ascetismo passa all’anoressia ante litteram spesso confinata, in passato, nello spazio psichiatrico. E’ necessario – ha aggiunto – compiere un salto culturale e passare da una visione che vede l’uomo magro e la donna grassa e materna legati ai canoni del nostro territorio, ad una nuova visione. Nel corso della nostra attività, anche per questo, individuiamo tre momenti diversi per vivere il rapporto con gli alimenti: il cibo come medicina, come mezzo e come alleato». L’attività del centro è caratterizzata da un approccio multidisciplinare affidato ad esperti psicoteraputi, medici, operatori di ippo e opoterapia, sacerdoti (nel rispetto dei differenti credo religiosi) e dietisti.
«Le anoressiche cucinano benissimo – ha raccontato il dr. Sangiorgio – e sono insuperabili nella preparazione dei dolci. Per questo il nostro percorso passa anche dai corsi di cucina perché, ogni giorno, nel nostro centro, si vivono piccoli miracoli».