Fervono i preparativi per la mobilitazione generale di sabato 20 novembre, promossa dal Comitato Difesa Ospedale e dai Cittadiniattivi di Bernalda-Metaponto a sostegno del nosocomio di Tinchi, in presidio permanente dal 1° luglio sul tetto più alto dell’edificio per scongiurarne la chiusura. I due organismi ribadiscono di opporsi fermamente allo smantellamento di un ospedale eccellente per il servizio prestato, e rimesso a nuovo con notevole impiego di danaro pubblico, destinato ad azienda sanitaria privata. “Nel corso degli anni -si rileva da una nota- i cittadini del Metapontino hanno subito e sopportato solo ed esclusivamente tagli, mentre cifre enormi di denaro pubblico venivano spese in appalti milionari. Miliardi di lire, poi milioni di euro spesi per far dire alla classe politica che governa la Basilicata: -Guardate, lasciateci lavorare che non solo l’ospedale non sarà chiuso, ma addirittura potenziato-. In realtà appalti per rendere all’apparenza più efficienti il reparto di ostetricia e ginecologia, le due sale operatorie, per ristrutturare l’intero terzo piano, per costruire una piscina terapeutica per la riabilitazione e per erogare servizi non previsti neanche nel Servizio Sanitario Regionale. Appalti milionari, ma apparentemente inutili perché le sale operatorie dovevano poi essere chiuse, il progetto di ristrutturazione del terzo piano non prevedeva l’adeguamento alle norme antisismiche, la piscina doveva servire solo per il buffet dell’inaugurazione in pompa magna alla presenza delle solite autorità. Appalti milionari che apparivano inutili, ma in realtà seguivano una logica precisa: arrivare alla privatizzazione della struttura pubblica di Tinchi nonostante fosse stata un esempio di grande produttività.” I manifestanti sottolineano ancora che oggi di fatto l’Ospedale è chiuso, che non c’è più nulla, solo ambulatori e attività diurna; che anche il pronto soccorso è solo una finzione; che il laboratorio è ridotto a due turni e che i reparti di medicina e chirurgia sono chiusi. La lotta continua, dunque, perché, nel frattempo, nulla è cambiato. Nonostante gli oltre quattro mesi di presidio e le numerose manifestazioni, le istituzioni regionali ancora non vogliono incontrare i comitati. “La sanità nel metapontino è nel caos -denunciano i manifestanti- e con la chiusura dell’ospedale di Tinchi, la situazione si aggrava, con il sovraffollamento nell’ospedale di Policoro”. I comitati in lotta hanno accettato la proposta dell’amministrazione comunale e quella del PD locale ed il capogruppo regionale del PD ha preso impegni concreti per risolvere la vertenza Tinchi rapidamente e in maniera condivisa. Ma dopo circa sessanta giorni non si registrano fatti concreti. Per questo viene ripresa la lotta, tra l’altro mai interrotta, con più vigore di prima a partire dalla manifestazione del 20 novembre.