Capacità di relazione e di comunicazione dell’infermiere, aspettative e riscontri dell’assistenza infermieristica sono al centro di un lavoro svolto da Maria Epifania – infermiera neo laureata – in collaborazione con l’Ufficio per le relazioni con il Pubblico della Asl n.4 sul tema “La percezione dell’assistenza infermieristica: indagine presso l’ospedale Madonna delle Grazie di Matera’’. Lo studio, pubblicato sul sito internet www.aslmt4.it, ha rilevato attraverso la somministrazione di un questionario i giudizi e le opinioni dei cittadini,in merito ai servizi di degenza e ambulatoriali dell’Azienda sanitaria. Il questionario è stato somministrato, nel novembre 2007, a un campione di 158 utenti degli ambulatori e a 110 degenti di vari reparti ospedalieri. Gli aspetti presi in considerazione sono stati la cordialità, la gentilezza, la cortesia, la capacità dell’infermiere di fornire spiegazioni, la sua attitudine alla comunicazione e ad ascoltare, la qualità delle informazioni, l’efficacia delle informazioni, la professionalità, la fiducia che riscuote, le accortezze usate per tutelare la privacy, le denunce dei comportamenti poco professionali. Da qui il modello della “figura ideale” disegnata dagli intervistati, che è quella di un infermiere soprattutto “disponibile, attento e capace’’. Per grandi linee il 39 per cento degli intervistati ha affermato che tutti gli infermieri incontrati corrispondono ai requisiti da essi stessi attesi.
Il 60 per cento non sempre ha incontrato l’infermiere che si aspettava, pur ritenendo che i requisiti indicati siano abbastanza semplici e che possano essere acquisiti sia a scuola che nella vita. Solo l’1 per cento ha detto di non averli mai riscontrati nella realtà . L’infermiere che l’utente-degente si augura di trovare in una struttura sanitaria -riporta lo studio- è prima di tutto una persona in grado di accogliere le loro richieste, con una spiccata attitudine alla comprensione dei bisogni altrui, con capacità ad ascoltare e comunicare.Dai dati è emerso che il maggior numero di risposte negative è stato fornito dagli utenti degli ambulatori. Ma è anche vero, però, che lì si riscontra anche il maggior numero di risposte positive grazie al fatto che dove gli utenti si recano periodicamente, perché utenti cronici (Dialisi, Centro regionale trapianti, Talassemia),ci sono anche molte più attestazioni di merito. Si tratta di una considerazione rilevante poiché avvalora l’ipotesi che “più è duraturo il rapporto, più si ha la possibilità di entrare in sintonia, capirsi e quindi rimuovere o smussare eventuali problemi’’. Appena sopra la soglia della sufficienza sono gli aspetti riguardanti la “comunicazione’’ che, Indubbiamente, è da migliorare. Tali aspetti sono la esaustività, la qualità e l’efficacia delle informazioni e delle spiegazioni fornite dagli infermieri. Una buona capacità di comunicazione ottenuta fornendo spiegazioni chiare e complete è indispensabile per consentire al paziente di sfruttare a pieno tutte le informazioni che occorrono per continuare a curarsi. I risultati inducono ad osservare che quando la comunicazione è ridotta alla occasionalità dell’evento, come in ambulatorio, dove si va per una semplice prestazione e dove non ci sono molte occasioni per approfondire sintoniche relazioni, come in un reparto di degenza, la comunicazione è ridotta all’essenzialità e ciò non sempre va d’accordo con chiarezza e precisione.
La percezione della diligenza raggiunge la piena sufficienza, così come il giudizio sulla capacità degli infermieri di tutelare la riservatezza degli utenti. Al “Madonna delle Grazie” la presenza dell’infermiere che affianca quella del medico è sufficientemente apprezzata. La ragione sta nel fatto che l’utente percepisce come più vicina la figura dell’infermiere rispetto a quella del medico, come molti cittadini hanno affermato anche a margine dell’intervista. “ Lo studio presentato– ha detto il direttore generale della Asl4, Domenico Maroscia- evidenzia il ruolo strategico dell’infermiere nella organizzazione aziendale, quale figura di riferimento nei rapporti con l’utente;parimenti si evidenzia il valore strategico della “comunicazione”, quale componente fondamentale nella valutazione di efficacia dei servizi erogati. Per la nostra Azienda il 2008 è l’anno della comunicazione, che sarà caratterizzato da varie iniziative: dalla formazione del personale al potenziamento di strumenti e tecniche sempre più orientati verso il cittadino-utente che utilizza i presidi ospedalieri o i servizi dei Distretti. Comunicare bene e in maniera efficace è importante, anzi direi vitale sia per contribuire a migliorare l’efficienza organizzativa della Asl che la qualita’ delle prestazioni’’. Un obiettivo che è finalizzato a migliorare il rapporto con i cittadini.
“Anche un lavoro come questo -ha detto Pietro Centolanza, responsabile Comunicazione e Ufficio relazioni con il pubblico- accanto al costante lavoro di monitoraggio che effettuiamo periodicamente con diversi strumenti è utile per migliorare il rapporto tra utenti e personale medico, infermieristico e tecnico e ,quindi, la qualità dei servizi. La conoscenza della soddisfazione del cliente ormai è divenuto un elemento del sistema qualità. Così capire la soddisfazione dei cittadini riguardo al modo di comunicare all’interno di una organizzazione è importante perché serve a migliorare le relazioni tra struttura e cittadini. La soddisfazione, in questo caso, dipende indifferentemente sia dal modo in cui si comunica, sia da ciò che costituisce il messaggio. I dati e gli approfondimenti del lavoro hanno tratteggiato l’immagine dell’infermiere ideale cui deve tendere l’università che li forma e il sistema sanitario che ne organizza e utilizza il lavoro’’.
Gen 07