Medicina Live con Nicola D’Imperio: la salvaguardia della salute umana dall’inquinamento della plastica. Di seguito il primo intervento che inaugura un nuovo ciclo di appuntamenti con il dottor Nicola D’Imperio per “Medicina Live”, il nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
La nuova grafica è firmata dal graphic designer materano Peppino Barberio per Phibrilla (www.phibrilla.com).
Cressida Bowyere e Stephen Fletcher del Revolution Plastics Institute dell’Università di Portsmoutn hanno pubblicato sull’ultimo numero del “The bmj”, una delle riviste mediche più prestigiose a livello mondiale, il 2 gennaio 2025, un articolo interessante sull’inquinamento da plastica. A dicembre del 2024 la Commissione internazionale dell’ONU finalizzata ad affrontare il problema dell’inquinamento dalla plastica non ha dato nessun frutto a causa di pareri ed interessi contrastanti tra i Paesi, e la discussione sull’argomento è stata rimandata al 2025.
L’inquinamento da plastica è comunque, all’unanimità, stato riconosciuto come dannoso non solo all’ambiente ma anche direttamente sulla salute dell’uomo, il che predispone la Commissione ad un’azione urgente per affrontare tale problema, e che la Commissione ha ritenuto porre al centro del programma di lavoro per il 2025.
Nel mondo la produzione annuale della plastica è di 400 milioni di tonnellate e, se non si pone freno, è destinata a raddoppiare entro il 2040. I negoziati procedono con difficoltà a causa di controversie tra i paesi aderenti all’ONU; gli argomenti critici sono i limiti nella produzione, il controllo degli additivi tossici presenti nella plastica e il finanziamento di un programma per il controllo nei paesi più inquinati ed inquinanti, affrontando il problema attraverso tutto il ciclo della plastica, cioè dalla produzione, al confezionamento, all’utilizzo e allo smaltimento.
Due sono le questioni chiave: l’esposizione umana all’inquinamento da plastica e la inalazione di microparticelle che vengono liberate dalla combustione incontrollata. Particelle di microplastica, più piccole di 5 mm. e di nanoplastica, notevolmente più piccole, sono onnipresenti nell’ambiente; le troviamo dovunque noi siamo, nell’aria, nel mare, nei fiumi, nei ghiacci polari, nel suolo. Noi ingeriamo, inaliamo, assorbiamo queste particelle col cibo, con le bevande e con l’aria che respiriamo. Esse sono state ritrovate in numerosi organi e tessuti compresi il cervello, il sangue, la placenta, il latte materno e lo sperma. Il feto è esposto alle microplastiche già dal momento del concepimento.
Quali sono i danni che sinora si sono dimostrati? Un recente studio ha rivelato le micro e le nanoplastiche nelle placche arteriosclerotiche e sono legate a un aumentato rischio di ictus ed infarti. Studi di laboratorio hanno dimostrato un danno al DNA con stress ossidativo di numerosi organi (cioè la rottura dell’equilibrio fisiologico fra la produzione e la eliminazione di specie chimiche ossidanti da parte dei sistemi di difesa antiossidanti) e del sistema immunitario, indubbio e ormai provato è l’aumento delle malattie cardiocircolatorie, respiratorie e di alcuni tumori come l’epatocarcinoma e i tumori dell’apparato digerente.
Un importante studio ha anche dimostrato un ruolo delle micro e nanoplastiche nella demenza. Inoltre centinaia di additivi chimici e tossici per l’uomo, gli animali e le piante, sono usati nella produzione della plastica aumentandone ulteriormente i rischi. Mentre alcune microplastiche sono intenzionalmente aggiunte ai prodotti per ottenere l’effetto desiderato, come i saponi liquidi e i dentifrici, la maggior parte delle micro e nanoplastiche proviene dalla degradazione ed usura di prodotti plastici di più grandi dimensioni: pneumatici, tessuti sintetici, tappeti sintetici, contenitori, che sono i maggiori contribuenti di inquinamento nel corso del loro uso attraverso la continua eliminazione delle particelle micro o nanoplastiche di cui sono costituite. Anche gli impianti di riciclo moderni generano una sostanziale liberazione di microplastiche nell’ambiente.
La combustione delle plastiche come metodo di smaltimento pone severi rischi alla salute specie nei paesi che hanno delle infrastrutture inadeguate. Nel mondo 2,7 miliardi di persone non usufruiscono di sistemi di adeguato smaltimento delle plastiche.
Il primo metodo della degradazione della plastica usato dalla società moderna è stato quello della combustione che, oltre alle micro e nanoparticelle di plastica, libera centinaia di prodotti chimici tossici che sono in essa contenuti come additivi. Nei paesi più poveri la combustione all’aria aperta riduce il volume dei rifiuti plastici ma produce enormi danni per la salute, anche a causa delle sostanze chimiche tossiche in essi presenti.
Queste emissioni sono la causa dell’aumento delle patologie respiratorie e cardiocircolatorie di quelle popolazioni. Un totale di un 16% della plastica mondiale è bruciata all’aperto, nei paesi a basso e medio sviluppo arriva al 65%. Nei paesi sottosviluppati la plastica viene usata, data la sua alta combustibilità, addirittura per usi domestici, per cucinare ed illuminare. In tali paesi, e sino a qualche anno fa anche da noi, le industrie bruciano prodotti plastici perchè costituiscono una fonte energetica a buon mercato.
La regolamentazione nel bruciare la plastica è essenziale per diminuire l’inquinamento atmosferico. Combattere l’inquinamento da parte della plastica è una opportunità storica per proteggere la salute del genere umano; non sarà possibile eliminarla completamente dalla vita dell’uomo moderno, si dovrebbe rinunciare all’uso dei pneumatici per il trasporto su ruote, alle bottiglie di plastica, ai piatti, bicchieri, posate di plastica, agli utensili da cucina, ai contenitori di plastica, alle pellicole per conservare i cibi, agli indumenti sintetici, ai tappetini, ai rivestimenti per le auto, ai telefonini, e così via, ma si può ridurre il suo uso usando materiali alternativi e non inquinanti, come il vetro, i metalli, o i tessuti naturali.
Un particolare a proposito delle ormai diffusissime bottigliette di plastica contenenti acqua o bibite: è provato che le nanoparticelle della plastica delle bottiglie vengono liberate nell’acqua in particolare con le temperature che superano i 40 gradi o ad opera di alcune sostanze acide o alcaline contenute nel liquido conservato nelle bottiglie e la loro liberazione è proporzionale al tempo di permanenza nel contenitore.
Il personale sanitario ha un ruolo critico in questa battaglia attraverso la ricerca scientifica sui danni che la plastica può arrecare e attraverso la riduzione dell’esposizione umana alle particelle di micro e nanoplastica.
Se un consenso non si potrà raggiungere raggiungere alla Commissione ONU sull’inquinamento da plastica, a causa di interessi discordanti tra i vari Paesi, resta sempre possibile promuovere una campagna di sensibilizzazione che porti la società, le amministrazioni ed il singolo individuo a limitarne il suo uso. Ciò potrebbe dimostrare l’interesse nel proteggere se stessi, la gente e il pianeta dalle grinfie dell’inquinamento plastico.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it