L’alimentazione nella prevenzione tumori del retto-colon. Di seguito il 4° intervento del nuovo ciclo di appuntamenti con il dottor Nicola D’Imperio per “Medicina Live”, il nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
L’alimentazione ha un rapporto stretto, ormai ampiamente provato, con l’insorgenza dei tumori del retto-colon (e quindi dei polipi che ne rappresentano i precursori). E’ ormai dimostrato che una dieta scarsa di fibre, che sono contenute nella buccia, nei semi, nella trama della frutta, della verdura, dei legumi, dei prodotti cereali poco raffinati (pane e pasta integrali) agisce nella prevenzione primaria di questi tumori, cioè sulle cause. Il meccanismo d’azione è sia diretto che indiretto; diretto perché nei vegetali sono contenute sostanze antiossidanti che contrastano la deviazione delle cellule dalla normalità, indiretto perché ostacolano la stipsi che determina uno stato infiammatorio cronico della parete del colon. La prova più eclatante dell’azione benefica dei vegetali sul colon è la seguente: in Africa (ma anche in alcuni paesi dell’America latina e dell’Asia), dove la dieta è ricca di fibre, cioè frutta, verdura, legumi, pane non raffinato, e povera di carne, il tumore del retto-colon è molto raro, al contrario dei Paesi occidentali la cui alimentazione è costituita da poche fibre, molte proteine, grassi e carboidrati sempre più raffinati. Ma, senza andare lontano, in Italia, sino agli anni settanta, relativamente al tumore del retto-colon, c’era una netta differenza tra il Nord, con una alimentazione in cui le fibre erano scarse e si faceva un maggiore uso di carne e di grassi, ed il Sud, dove le fibre erano abbondanti, specie quelle contenute nelle verdure (che spesso rappresentavano il primo piatto), con inferiore consumo di carne: nel Sud d’Italia il tumore del retto-colon aveva un’incidenza molto più bassa rispetto al Nord, circa il 50% in meno. Ma nei decenni successivi le abitudini alimentari del Sud si sono progressivamente avvicinate a quelle del Nord e le due curve d’incidenza negli anni si stanno progressivamente avvicinando, anche se ancora non coincidono. Se vogliamo prevenire il cancro del retto-colon dobbiamo in primis farlo noi e quindi insegnare ai nostri figli, sin da bambini, a mangiare molta frutta, verdura, legumi, pane e pasta integrali, limitando la carne a due volte alla settimana. Ricordo che per ottenere un risultato concreto è necessario che queste abitudini alimentari si attuino sin da bambini, perché l’effetto di prevenzione si esplica nei lunghi tempi, nei decenni, iniziando dall’infanzia. Ciò dovrebbe essere doveroso in particolare se tra i familiari di primo grado c’è stato qualcuno che è stato affetto da polipi o tumori del retto-colon, in quanto, come è noto, c’è una predisposizione genetica per tale patologia a cui si aggiunge un ulteriore fattore esterno, la dieta carente di fibre. Come abbiamo accennato, anche la carne e i grassi sembrano favorire l’insorgenza del cancro colo-rettale (CCR), in particolare la carni rosse, e la prova è sempre il paragone tra l’Africa e i Paesi occidentali e tra il Nord ed il Sud d’Italia sino a tre o quattro decenni fa. Un altro dato a riprova dell’azione preventiva delle fibre: nelle famiglie vegetariane, in cui sin da bambini non si mangia carne, l’incidenza del cancro del retto-colon è notevolmente più bassa rispetto al resto della popolazione. Quindi, se si vuole fare prevenzione primaria del CCR, limitare la carne a quella bianca (polli, conigli, tacchini), con una assunzione non superiore a due volte alla settimana, come si faceva al Sud sino agli anni sessanta del secolo scorso dove la carne, per chi se lo poteva permettere, si mangiava solo al giovedì e alla domenica. Le proteine della carne possono essere sostituite da quelle del pesce (infatti un tempo il venerdì si mangiava pesce) e dei legumi (che, in alcuni paesi d’Italia, si mangiavano il lunedì e il sabato). Infine la stipsi, che è sempre condizionata dallo scarso uso alimentare delle fibre, è un ulteriore fattore che, con lo stato infiammatorio cronico del colon che comporta, aggrava ulteriormente il rischio di tumore al colon.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it