Rischi e benefici del fumare la pipa. Di seguito il 7° intervento del nuovo ciclo di appuntamenti con il dottor Nicola D’Imperio per “Medicina Live”, il nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
Non sempre fa male alla salute. Prendo spunto nello scrivere questo articolo insolito (per chi, come me, è un medico), da una serie di conferenze che tenni a Bologna tanti anni fa, come presidente del CBP (Club Bolognese della Pipa), ormai scomparso per esaurimento soci, e da un articolo che scrissi sui benefici e i rischi del fumare la pipa sulla pagina della medicina del Resto del Carlino di Bologna e Firenze, (ripreso poi dal periodico “La Pipa) e che mi riservò le attenzioni e i ringraziamenti di un grande uomo della storia d’Italia che era costantemente accompagnato dalla sua pipa, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini. La pipa è un simbolo di meditazione, di distensione, di pace interiore, al contrario della sigaretta, simbolo della società moderna, delle nevrosi, delle ansie, dei conflitti, delle tossicodipendenze. Sono due modi diversi di fumare il tabacco e si differenziano profondamente nel contenuto, nel significato e nelle influenze sull’organismo dell’uomo. Analizzerò da un punto di vista medico alcuni degli effetti del fumare la pipa, pratica divenuta quasi obsoleta. Ormai il fumare la pipa è oggi confinato a pochi “eletti” perché è difficile imparare a farlo correttamente, implica procedure non semplici e perché poco si confà al mondo in cui viviamo, sempre più convulso ed agitato. Non voglio in queste righe fare l’apologia della pipa, ma, contrariamente a quello che si può immaginare, essa possiede non solo effetti negativi per la salute dell’uomo, ma anche positivi. Le principali azioni benefiche si esplicano attraverso due meccanismi: l’effetto antiansia e quello antidepressivo. Spesso per ottenere questi risultati la farmacologia ufficiale è costretta ad utilizzare sostanze potenzialmente tossiche per il fegato, il sangue, i reni e il sistema nervoso, che inducono, inoltre assuefazione e dose dipendenza: gli psicofarmaci. L’effetto ansiolitico e psicorilassante determinato dalla pipa è la conseguenza di un insieme di fattori: la sensazione di pace e di serenità determinata dalla brace che cova viva sotto la cenere bianca; il lento volteggiare e giocherellare delle volute di fumo non manovrato dal caso, ma da una volontà razionale e abile che fa compiacere di se stesso il fumatore; l’atto del tirare periodico sapientemente calibrato, sincrono con gli atti del respiro regolare, tranquillo. Queste componenti portano alla distensione dell’uomo, alla riflessione sulle cause delle sue ansie e dei suoi problemi quotidiani e alla ricerca della loro soluzione. Nelle antiche civiltà dell’America il fumare la pipa suggellava la pace, la serenità, il benessere. Causa di impegno, soddisfazione e compiacimento sono le manovre di caricamento e accensione, la luminosità della fiamma e il suo volteggiare allegro e vitale, il braciere ben formato che richiama ancestrali ricordi e senso di sicurezza e protezione. La ricerca delle pipe, la selezione, la collezione, il desiderio e l’aspirazione a pipe sempre più belle, la loro arte, il soppesare e l’impugnare compiaciuti un bell’esemplare, la sua cura, pulizia, venerazione, le quasi carezze affettuose, sono tutti momenti di grande soddisfazione per il cultore. Tutto ciò esplica l’importante azione terapeutica della pipa che, col tempo, lentamente, modella e cambia l’uomo e, eliminando le tensioni e i conflitti, può farne un pensatore, un poeta, un artista, e, lasciatemelo dire, lo sublima. Purtuttavia non è tutto rose e fiori perché il fumo prodotto dal tabacco contiene una vasta gamma di sostanze tossiche quali la nicotina, il catrame, la piridina, alcuni acidi volatili fenolici, il furfurolo, che, tuttavia, se la pipa è fumata sapientemente e trattata amorevolmente arrecheranno danni minimi o addirittura trascurabili specie se paragonati ai suoi effetti positivi. Lo stress e le tensioni a cui l’uomo è quotidianamente sottoposto determinano spesso tachicardie, cioè accelerazioni del ritmo cardiaco, extrasistoli, cioè battiti anomali ed irregolari del cuore, che allarmano il soggetto.
La stessa nicotina possiede un effetto interferente sulla frequenza cardiaca, purtuttavia l’azione ansiolitica della pipa non solo annulla questo effetto ma elimina spesso le tachicardie e le extrasistoli da stress. Non tutti sanno che il fumo della pipa non va inalato nelle vie respiratorie e perciò rispetta la integrità delle vie respiratorie profonde, bronchi e alveoli polmonari e il passaggio in circolo delle sostanze tossiche del fumo è praticamente nullo. A volte, se il fumatore di pipa è un neofita, tende ad aspirare il fumo al di là dell’orofaringe con conseguente irritazione di questa regione e del laringe con le corde vocali, ma l’inconveniente viene subito eliminato con l’esperienza. A livello delle vie digestive alte il fumo della pipa stimola la secrezione di acido cloridrico da parte dello stomaco e la contrazione della sua muscolatura liscia, cioè involontaria; questo è utile per aiutare i processi digestivi, specie nei soggetti che soffrono di digestione lenta. Ma non è controindicata neppure in coloro che producono molto acido cloridrico, come chi soffre di ulcera gastroduodenale o di reflusso gastroesofageo, perché alcuni dei fattori determinanti tali patologie sono gli stress, le nevrosi, le introversioni, l’Helicobacter pilori: l’effetto antiansia e antidepressivo della pipa annulla quello antisecretivo. E’ però necessario che la pipa sia ben pulita, non amara, asciutta, riposata da almeno una settimana perché altrimenti l’effetto ipersecretivo supererebbe quello antisecretivo indotto dall’azione ansiolitica. I pazienti sofferenti di ulcera duodenale o di reflusso gastro-esofageo sono spesso nevrotici, forti fumatori di sigarette: a questi, da medico, dovrei consigliare di smettere di fumare, ma, da uomo pratico, mi rendo conto che spesso sono parole vane e che la sospensione costrittiva creerebbe o addirittura aggraverebbe la patologia, allora ai fumatori di sigarette che non riescono a smettere consiglio di provare a passare al fumo di pipa e, a volte, fornisco la opportuna documentazione e bibliografia , come quella di Giuseppe Bozzini, “La mia pipa” , edito da Feltrinelli. Il colon irritabile è un’altra patologia dell’apparato digerente molto diffusa; si calcola che almeno il 40% della gente abbia sperimentato almeno una volta nella sua vita la “sindrome da colon irritabile” sulle cui cause i momenti psicologici, gli stress, le ansie, sono una componente sostanziale. Ritengo che anche a tale livello gli effetti antiansia e antidepressivi della pipa possano fare da vera medicina senza ricorrere a sostanze farmacologiche. E’ noto che il fumo della pipa esplica un’azione negativa a livello del cavo orale e dell’apparato dentario a carico dei quali si possono sviluppare fenomeni infiammatori e, rarissimamente, anche neoplastici, ma si è anche dimostrato che una continua e buona pulizia della pipa e un suo riposo di almeno una settimana eliminano tali rischi. Il danno a livello dentario è determinato dal microtrauma sulla struttura dei denti che stringono il bocchino e dai prodotti di combustione del tabacco che si depositano sulla corona dentaria e sull’orletto gengivale. Il fumatore di pipa dovrà allora recarsi almeno due volte all’anno dal proprio dentista per un controllo e per rimuovere i depositi gengivali. Non ho voluto, con quanto ho detto, sostenere tesi miracolistiche sulla pipa, ma credo di avere dimostrato che a fianco agli ovvi risvolti negativi per la salute ci sono aspetti positivi che nessuno avrebbe mai immaginato.