In occasione del trentennale di attività di chirurgia laparoscopica effettuata presso l’Ospedale di Lagonegro, Giuseppe Falcone (Primario della Chirurgia Generale dell’Ospedale di Lagonegro, Azienda ospedaliera San Carlo Potenza) ripercorre l’attività svolta in ospedale e sottolinea la figura del dr. Rocco Miranda che è stato il pioniere di tale disciplina in Basilicata nel Sud Italia, un medico al quale tutti suoi allievi devono tanta stima e riconoscenza;
1992-2022 Trenta anni di chirurgia laparoscopica a Lagonegro. Grazie a Rocco Miranda.
Nel 1987 Philippe Mouret a Lione realizzò la prima colecistectomia laparoscopica diventando il pioniere di una nuova modalità di approccio chirurgico, quello mini-invasivo, una rivoluzione.
Sulle prime fu contestato aspramente dai soloni del tempo, che in genere sono quei colleghi che in sala operatoria ci vanno poco, e questo accade di solito per ogni tipo di novità emergente, ma di lì a breve, altri colleghi europei si cimentarono nella procedura e nel 1990 anche in Italia, e a Napoli in particolare, alcuni chirurghi portarono a termine efficacemente l’intervento.
Rilevanti risultarono i vantaggi in termini di accuratezza chirurgica, miniinvasività e conseguente eccellente gradimento da parte dei pazienti, che dopo due giorni venivano dimessi in ottime condizioni generali e dopo poco tempo rientravano al lavoro, mentre prima era necessaria almeno una settimana di ricovero ospedaliero, con tempi di recupero ulteriormente dilatati.
La nostra storia.
Nel luglio del 1990 il dr. Rocco Miranda veniva nominato Primario di Chirurgia Generale a Lagonegro (chi scrive arrivava a Lagonegro appena un mese dopo, con la vecchia qualifica di Assistente).
Era un professionista con ottime referenze, motivatissimo, esponentedi una Scuola Chirurgica Lucana di indubbia caratura, nominava infatti ad ogni occasione i suoi Maestri dr. Pesce, dr. Russo, dr. Barbieri, dr. Marcuccio, dr.Vita, dr. Straziuso ed i suoi Colleghi di reparto, in particolare il dr. D’Alessandro, il dr. Tramutoli, e il dr. Zupa;
è stato tra gli ultimi esponenti del cosiddetto “ chirurgo generale e di urgenza completo” dell’era open, figura questa che a torto o a ragione oggi è quasi evaporata.
Solido di ben 4 specializzazioni conseguite in vari atenei italiani (Generale, Toracica, Vascolare e Urologia), dopo aver dimostrato sul campo già nel corso del primo anno a Lagonegro di sapere approcciare ogni tipo di patologia con abilità e sicurezza, curioso com’era per sua natura, intuì immediatamente la portata rivoluzionaria della nuova procedura chirurgica e, con grande impegno, si adoperò perché anche a Lagonegro si creassero le condizioni per effettuare quel tipo di intervento.
Contattò subito il dr. Luigi Angrisani di Napoli (il cui papà Giuseppe era stato Primario Chirurgo al Cardarelli di Napoli) che si era da poco cimentato nella procedura, e nel novembre del 1992 con il supporto di Angrisani e del fido Carmelo, un tecnico capace di assemblare e fare funzionare il primo tipo di colonna laparoscopica, portò con successo a termine la prima colecistectomia laparoscopica nel nostro ospedale (allora ex USL 3 di Lagonegro).
Stupore e ammirazione seguirono a quell’ evento. Allora il gruppo chirurgico era costituito dal dr. Alessi, Camaldo, Fulco,Caputi,Armiento e il sottoscritto, successivamente arrivarono Nipote (oggi Vicario), Arenella, Cataldo, Di Trani, Damiani, Vitale, ancora dopo Sommella,Pici e Nasti .
Lagonegro fu quindi il primo centro Lucano ad avere avviato questo tipo di chirurgia. Noi tutti, discepoli, ne eravamo orgogliosi.
In un paesello incastonato tra mare e monti noto ai più per le continue segnalazioni di maltempo sulla vecchia A3 da parte di Infostrada, e per avere dato i natali a quel genio di Pino Mango che di fatto ha poi un po’ offuscato anche la più universale, incerta e ingombrante storia della Gioconda, era iniziata una nuova era.
Di li a poco si è assistito ad una sorta“pellegrinaggio” continuo di pazienti dalle regioni meridionali (oltre la nostra) verso Lagonegro per essere operati dal dr. Miranda per calcolosi della colecisti in laparoscopia.
Era il 1992, in Italia finiva mestamente la prima repubblica, a Lagonegro si faceva strada una storia lunga e nuova di un’affascinante chirurgia. Anche noi collaboratori cominciammo presto ad avere dimestichezza con la procedura ed io stesso mi cimentai di li a breve,quando un giorno, in assenza del Capo perché bloccato per strada dalla neve, portai a termine la mia prima colecistectomia laparoscopica senza il suo conforto diretto ma in presenza di un gruppo già maturo di colleghi a Lagonegro, già integrato (era il 1994) da altrettanto validi colleghi provenienti dalla Chirurgia dell’Ospedale di Maratea con cui abbiamo condiviso gli anni a venire.
L’entusiasmo viaggiava a mille, venivano effettuate oltre 300 colecistectomie all’anno per diversi anni, poi la metodica ha preso piede anche negli ospedali della nostra regione e nelle realtà ospedaliere limitrofe (Sapri, Praia a Mare) e l’approccio laparoscopico si è progressivamente e giustamente diluito anche in queste altre strutture, pur mantenendo noi ottimi standard di operatività.
Il nostro gruppo, unico al sud Italia, faceva orgogliosamente parte del Lap Club di Napoli, la prima associazione di chirurghi campani di Laparoscopia che ci invitava regolarmente alle riunioni periodiche che si svolgevano nella sede di Coroglio, nei pressi di Nisida. Li ci siamo confrontati e abbiamo familiarizzato con i chirurghi più esperti del settore, ormai in crescita esponenziale, e con quelli che sarebbero stati poi il nostro riferimento costante (dr. Corcione, dr. Tricarico, un giovane dr. Crafa, dr. Pirozzi, dr. Cuccurullo, dr. Tartaglia e tanti altri);
a proposito, mi piace ricordare con affetto quando l’amico chirurgo Nunzio Tricarico (titolare della chirurgia laparoscopica al Cardarelli) si rivolse a noi a Lagonegro con fiducia per operare insieme, in urgenza, la splendida Alessia, sua figlia, in vacanza a Maratea improvvisamente ricoverata in peritonite, a causa di una un’appendicite flemmonosa perforata. L’approccio laparoscopico andò a buon fine e da lì nacque una sincera amicizia che è ancora tutta in essere.
Abbiamo rappresentatola nostra casistica laparoscopica a tanti congressi, valga ad esempio il compendio di attività svolto fino al 2000, anno del Giubileo, a Roma, alla Società Italiana di Chirurgiagià 2.400 casi operati, all’epoca numeri da policlinici, era oggettivamente difficile pensare che i colleghi di tutta Italia e oltre potessero credere che in un paesello del genere (Lagonegro ??ma dov’è questo posto??) si potesse svolgere tanta attività chirurgica laparoscopica.
Utilizzavamo pertanto le meravigliose immagini del Cristo di Maratea nelle nostre presentazioni per significare che provenivamo da li vicino; la Perla del Tirreno dei nostri cugini marateoti era senz’altro più nota di Lagonegro.
E’ pur vero che per tanti anni la Chirurgia Generale di Lagonegro è stato l’unico reparto chirurgico presente in ospedale, (all’epoca ostetricia e ortopedia erano strutturate a Maratea e l’urologia non c’era ancora) si faceva il bello e cattivo tempo, eravamo in 9 chirurghi, si operava ogni giorno con estrema facilità e con soli due anestesisti (un grande dr. Pandolfi e un grande dr. De Leo da ricordare con affetto) ….. quanta abbondanza diremmo oggi!!!
Del pari ci chiediamo adesso cosa può essere successo di nuovo (al netto del periodo delCovid) per riuscire a stento a superare continue difficoltà organizzative e logistiche che di fatto rendono il nostro lavoro meno scorrevole rispetto a prima.
Un pensiero di cuore al mai dimenticato dr. Nino Caputi, ottimo professionista e grande persona che purtroppo ci ha lasciati prematuramente. Con lui abbiamo condiviso tante esperienze di lavoro e di vita.
Nel 2001 eroa Chiaromonte ma ho continuato a frequentare Lagonegro per la chirurgia laparoscopica almeno un giorno alla settimana, poi abbiamo iniziato anche lì con grande entusiasmo e soddisfazione, mettendo a punto anche una nuova tecnica miniinvasiva per l’approccio al varicocele.
Un grazie di cuore va pertanto a Rocco Fulco e a Nicoletta Fittipaldi per la preziosa collaborazione accordatami, grazie alle d.sse Corrado e Iorio, ai Colleghi Crocco, Sommella, Pede, Carlucci; grazie al personale di reparto e di sala sia di Lagonegro che di Chiaromonte.
Rocco Miranda nel 2007 è andato in pensione, lo ha sostituito a Lagonegro il dr. Arenella (2007-2012) e, nel solco della continuità stata ampliata l’offerta laparoscopica approcciando casi di diagnostica come ultimo step, biopsie, anastomosi intestinali, perforazioni gastro enteriche, appendicectomie, patologie annessiali, e urgenze ginecologiche, trattamento delle vv. perforanti, trattamento sequenziale della calcolosi colecistica e della VBP (rendezvous), con il dr. Festa e Nipote,
Quando sono rientrato a Lagonegro nel dicembre 2012, si è in parte ricomposto il gruppo di lavoro originario, abbiamoconsolidato quanto di buono già era stato fatto e ulteriormente allargato il campo di azione laparoscopico approcciando più di frequente patologie oncologiche e di parete grazie anche al prezioso contributo del dr. Nasti e l’utilizzo di nuove tecnologie e dispositivi medici.
L’esperienza laparoscopica complessiva della Chirurgia Generale è di oltre 5000 casi ad oggi ……..e la storia continuerà….
Non si può non citare in questo breve racconto che anche gli altri Reparti dell’Ospedale di Lagonegro hanno raggiunto alti livelli di professionalità nell’ambito della chirurgia mini-invasiva;
la Ginecologia di Lagonegro, grazie al dr. Chiacchio con il quale spesso collaboriamo, si è brillantemente cimentata nella procedura laparoscopica che è diventata approccio routinario per le patologie ginecologiche e riferimento intra ed extraregionale;
lo stesso dicasi per la Broncopneumologia diretta dal dr. Palo con cui già negli anni ’90 abbiamo condiviso l’approccio video-toracoscopico per talcaggi pleurici, biopsie e altro che l’ottimo professionista ha ulteriormente sviluppato;
idem per l’Ortopedia ove sotto la guida del dr. Alagia si effettua brillantemente la chirurgia mini-invasiva di ginocchio e spalla;
e anche l’Urologia del compianto collega Vassallo, prematuramente scomparso, che ha portato la chirurgia endoscopica urologica a Lagonegro, e che oggi continua grazie ai Colleghi Fortunato e Jasuolo con ulteriori attività.
Grazie ai Direttori Sanitari Ospedalieri, Gagliardi e La Rocca in particolare e agli Anestesisti(dr. Schettinoper tutti)e al personale della Rianimazione con cui abbiamo condiviso organizzazione e lavoro quotidiano tra mille difficoltà e costruttive incomprensioni, grazie al Primario della Radiologia dr. Salsano per il suo valore professionale e la sua intrinseca e originalissima simpatia; grazie agli altri servizi e UU.OO. dell’Ospedale. Grazie al personale del Comparto. Grazie a chi non è più tra noi e riposa in pace.. Grazie a chi ho dimenticato di nominare.
Il dr. Rocco Miranda è stato un leader indiscusso, sobrio, a volte anche austero, ma dotato di un umorismo molto british e di una autoironia capaci di alleggerire le sue e le nostre lunghe giornate di lavoro, la moglie Franca lo ha affiancato e incoraggiato durante il suo intenso percorso professionale con amore e discrezione, i suoi figli hanno trovato diversi sbocchi professionali in posti diversi e lontani, pronti a riunirsi in ogni occasione ai loro genitori. Egidio adesso è degno erede di suo papà in quel di Siena.
Mi piace ricordare Rocco quale ottimo fisarmonicista,lui mentre balla su ogni brano di musica folk messo su durante le feste organizzate da tanti pazienti in segno di affetto e ringraziamento per l’intervento chirurgico appena superato.
Senonchè quando i pazienti organizzavano queste feste, invitavano Rocco e noi altri,ristretta equipe chirurgica, ma lui puntualmente e senza esitazione alcuna, estendeva l’invito ad almeno altre cinquanta persone dell’entourage medico-infermieristico che ovviamenteaccettavanosenza riserve di partecipare a questifesteggiamenti seguitisempre da lauti banchetti.
Succedeva che i pazienti si riprendevano veramente presto dopo gli interventi subiti,ma, nel contempo, venivano mandati in braghe di tela all’atto di pagare l’esoso contonel ristorante di turno, sede dei festeggiamenti.
Poi , ad un certo punto, stranamente, gli inviti si sono rarefatti……le voci già correvano.
Epiche rimarranno nel nostro immaginario le sue solitarie arrampicate in bici per le vie del circondario, segnate a volte da pericolosi incontri con cani pastori maremmani di dimensioni jurassiche che con sguardo feroce spuntavano dal nulla sulla strada,e con i quali, in paurosa solitudine e riferita angoscia allo stato puro, cercava diimprovvisare una sorta di dialogo per evitare di essere dilaniato. (e noi questi cani li ringraziamo sempre per averti risparmiato!!)
Ti giunga un plauso da parte mia e da tutti i colleghi e il personale con cuiti sei interfacciato nei tuoi diciassette anni di primariato a Lagonegro, hai fatto del nostro Ospedale l’ombelico di un mondo chirurgico nuovo e moderno, a te dobbiamo sostanzialmente quello che poi è stata la nostra carriera e l’orgoglio di essere stati parte di un gruppo che hai diretto con l’autorevolezza silenziosa di chi sa fare, e per questo non deve alzare la voce.
E’ sempre bastato un tuo sguardo per capire e per capirsi ; quello di approvazione mi ricordava la tua visione felice ed estasiatadel profilo delle montagne che hai sempre ammirato, quello di diniego mi rimandava invece ad una tua espressione sconcertata e riluttantetipica di quando dovevi raggiungere la tua famiglia al mare in compagnia del solleone (cosa che odiavi al primo posto!!) quando proprio non potevi farne a meno..
Ah dimenticavo, la tua smisurata passione per il computer (…….al secondo posto!!… forse, dopo il caldo….)
Grazie ancora per esserti rivolto a noi quando tu e la tua famiglia avete avuto bisogno della nostra disponibilitàper problemi di salute, ci avete ricambiato valore e fiducia.
Trenta anni di chirurgia laparoscopica di cui i primi diciassette sotto la tua regia rappresentano un patrimonio di attività e di cultura medica propri di Lagonegro, del Lagonegrese, e dell’intera Regione Basilicata;
un lungo periodo forse mai considerato a dovere, dato chela gente ci conosce e apprezzaanche per questo, è una storia bella, con tanti interpreti che hanno saputo prendere in mano il testimone della tua scoperta e in varia misura lo hanno valorizzato e consolidato come si fa con lecose preziose o con un figlio; se ciò fosse stato politica sarebbe stato di sicuro una buona politica. E non finirà qui.
Oggi speriamo di potere tutelare questo ed altri valori nell’ambito di un’Azienda Ospedaliera che mi auguro si soffermi e rifletta sulle storie belle, come quella della Nostra Chirurgia (e oggi dell’intero Ospedale) che deve tanto al tuo lavoro e alla tua meravigliosa intuizione.
Con tanto affetto e riconoscenza, mi hai insegnato tanto, dentro e fuori dall’ Ospedale.
Giuseppe Falcone