Si è svolta in un proficuo clima di proposte e risposte, la settima Conferenza dei sindaci Asm, convocata dal presidente, il primo cittadino di Matera Domenico Bennardi, con la presenza fisica e da remoto di 17 sindaci, il presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani di Basilicata Andrea Bernardo, l’assessore regionale alla Sanità Francesco Fanelli, il Direttore generale dell’Azienda sanitaria materana, Sabrina Pulvirenti, l’omologo amministrativo fresco di nomina Marcello Tricarico, e il direttore generale del dipartimento regionale Francesco Bortolan. Il documento predisposto nei giorni scorsi dall’Anci, con una serie di proposte per affrontare le criticità del sistema sanitario provinciale, è stato il canovaccio su cui si è articolata una discussione proficua e con risposte circostanziate nel tempo. Il documento Anci parte dalla preoccupante emigrazione sanitaria (56 milioni di euro spesi per le cure dei lucani fuori regione nel 2021), declinando ancora una volta le proposte prioritarie e concrete per la sanità di Basilicata, come il rafforzamento della rete oncologica, la rete emergenza/urgenza, quelle ictus e cardiologica, quella traumatologica e riabilitativa, oltre che sull’assistenza territoriale e liste d’attesa. Ma si parla anche delle future Case di comunità, della necessità di incrementare il numero dei Distretti sanitari oggi fermo a 6 e inadeguato alle caratteristiche del territorio regionale. I sindaci chiedono tra l’altro anche di prevedere un Centro unico prenotazioni regionale, sia per le aziende pubbliche che per i privati accreditati, nonché la possibilità di prenotare anche presso le farmacie; consentire l’accesso diretto ai laboratori di analisi pubblici; completare l’iter inerente il fascicolo sanitario elettronico, in linea programmato già con precedenti delibere di giunta regionale, nonché prevedere l’integrazione tra il fascicolo sanitario e quello sociosanitario. Il sindaco di Grassano, Filippo Luberto, ha sollevato la questione del medico di base nel suo comune rimasto uno, quindi inadeguato per una popolazione di 5.000 abitanti, chiedendo l’intervento urgente dell’Asm. Il sindaco di Pisticci, Domenico Albano, ha sollevato la questione dei tanti gravi disservizi negli ospedali territoriali, soprattutto rispetto alla cura dell’acuzie, ma anche di hospice da distribuire meglio e vuoto nell’assistenza territoriale: “La sanità non può attendere i tempi del Pnrr -ha detto Albano, che ha chiesto la settima conferenza dei sindaci- ovvero il 2025, chiedo ufficialmente un cronoprogramma di interventi”. Il sindaco di Pomarico, Francesco Mancini, ha sollevato il problema dell’assistenza territoriale mancante nel suo comune: “Da noi se c’è un’emergenza dopo le 17 non abbiamo un medico -ha detto- quindi dobbiamo per forza ricorrere all’ospedale, non ci hanno assegnato la Casa di comunità e abbiamo solo due medici di famiglia, quindi chiediamo l’istituzione di una postazione 118, che possa sopperire al vuoto nell’assistenza durante parte della giornata”. Lucido e circostanziato l’intervento del sindaco di Irsina, Nicola Morea, secondo cui “è necessario invertire la rotta -ha detto- noi sindaci vogliamo una bozza del Piano sanitario regionale su cui discutere, il report di Agenas non ci basta. Oggi ci sono problemi seri sia sull’assistenza ospedaliera che su quella distrettuale, per cui serve un mandato della Regione accompagnato da risorse, per sopperire ad esempio alla mancanza di almeno 10 Unità operative nel Materano; stiamo facendo fatica a garantire i turni in Utic a Policoro e in Pronto soccorso a Matera, perché troppi buchi continuano ad aprirsi anche sulla medicina territoriale”. Bernardo ha poi rilanciato sulla necessità di rafforzare tutti i presìdi esistenti nel Materano in un unico Dea di primo livello, cercando di capire meglio come integrare pubblico e privato, reinvestendo sul territorio le risorse che si risparmierebbero limitando l’emigrazione sanitaria. Qualche risposta su temi pregnanti è arrivata da Bortolan, che ha definito “pienamente condivisibile” tutto il documento Anci, specificando che su tanti temi la Regione sta lavorando già, ma ridimensionando l’allarme sull’emigrazione sanitaria in quanto il dato riferito al 2021 potrebbe cambiare per il 2022, pur restando meritevole di attenzione. “Il lavoro sulla rete oncologica è già partito -ha detto il Dg della Regione- con l’aggiornamento del Registro tumori al 2019, ma contiamo di procedere presto fino al 2022. Si sta lavorando anche alla Centrale di gestione regionale della rete oncologica, che potrebbe vedere la luce molto presto. Sul tema del soccorso si potenzierà la rete dei mezzi territoriali, in modo da abbattere i tempi di risposta”. Chiusura assoluta sui Distretti: “Restano sei -ha detto Bortolan- e non si può fare nulla, perché ce lo impone lo stop a livello nazionale. Sulla telemedicina il discorso si è definito da poco a livello nazionale, ma noi abbiamo già fatto il Piano approvato giovedì scorso. Per le Case di comunità si sta ragionando, perché pur potendone aumentare il numero, con la disponibilità dei Comuni, poi occorrerà riempirle di contenuti e soprattutto personale, rispetto al quale non ci sono soluzioni a breve-medio termine. Per l’Assistenza domiciliare integrata (Adi) abbiamo fondi del Pnrr che non possiamo perdere, quindi si sta già lavorando”. Buone notizie per il Centro unico di prenotazione e liste d’attesa: “Per stare sicuri -ha detto Bortolan- vi dico che il Cup unico si avvierà dal 1 luglio prossimo, ma stiamo cercando di accelerare al 1 maggio. Sempre entro il 1 luglio, rispetto alle liste d’attesa saremo pronti con il primo strumento di misurazione puntuale delle criticità, che in regione non c’è mai stato. Quindi, ogni mese avremo un report di fabbisogni e liste d’attesa aggiornato struttura per struttura, con l’andamento degli ultimi 13 mesi. Su questa base si interverrà in modo oculato, partendo dal migliorare il sistema delle prescrizioni, oggi per nulla diligente soprattutto da parte dei medici ospedalieri, più che di quelli distrettuali: vanno istruiti meglio, per non intasare inutilmente il sistema. Finora si procedeva al buio, ma dal 1 luglio avremo questo importante sistema”.
Buoni i passi avanti sul fascicolo elettronico, ha precisato Bortolan, in linea con l’andamento nazionale, mentre sul problema dell’accreditamento delle due Residenze per anziani di Matera (Centro geriatrico e Villa Anna), il Dg si è detto ottimista nella definizione entro un mese. Nessuna risposta è arrivata sulla cronica e drammatica mancanza di medici di base in molti comuni.
La Dg Pulvirenti ha rimarcato di aver pubblicato 3 Avvisi di reclutamento tutti andati deserti per Grassano, nessuna risposta è arrivata neppure da disponibili e incarichi temporanei, resta aperta solo la via del richiamo dei medici pensionati. “Un problema serio -ha detto Pulvirenti- perché ci sono 1.994 assistibili a cui dare risposte. Stiamo lavorando anche su lungodegenza e post acuzie, distribuendo al meglio i posti letto anche per decongestionare gli ospedali”.
Qualche spunto di riflessione è arrivato dai dati sull’accesso dei codici bianchi e verdi ai Pronto soccorso, che non dovrebbe proprio avvenire, ma ha numeri allarmanti: “Nel 2022 -ha spiegato ancora Pulvirenti- al Dea di I livello di Matera sono affluiti 739 codici bianchi e ben 10.927 codici verdi su 17.992 accessi totali, ovvero 11.666 persone si sono recate in Ps a Matera senza necessità, quindi vuol dire che non hanno avuto risposta adeguata sul territorio. Non va meglio a Policoro con 205 codici bianchi e 8.171 verdi su 9.457 accessi totali. Per attivare un Dea servirebbero almeno 50mila accessi, qui non li abbiamo neanche sommando i due Dea esistenti. Allora stiamo pensando di allestire una tenda del Qatar davanti all’ospedale, dove operare un primo pre-triage sui codici bianchi e verdi, senza farli arrivare inutilmente al Pronto soccorso”.
Infine, Pulvirenti ha rimarcato la predisposizione da parte dell’Asm della bozza di Rete oncologica, con l’aggiornamento dei dati del Registro tumori al 31 dicembre 2022; dati che saranno presto elaborati e fruibili. Ha concluso l’assessore Fanelli, rimarcando la necessità di lavorare insieme al Piano sanitario regionale: “Ben venga questo documento Anci -ha detto- con tante proposte condivisibili, ma sui Distretti si deve ragionare meglio perché la norma dice che se ne deve fare uno ogni 100mila abitanti, noi ne abbiamo già 6 e dovevamo averne 5. Di questi 6 ben 4 sono al di sotto della soglia dei 100mila abitanti. Si può, invece, ragionare su altre Case di comunità con fondi regionali, vista la conformazione del territorio. Il dato dell’emigrazione sanitaria non mi conforta -ha rimarcato Fanelli- ma non è così drammatico come sembra, mentre sui medici di medicina generale stiamo dialogando con i sindacati di categoria, che ci hanno fatto alcune proposte, a fine mese le discuteremo. Abbiamo attivato il Tavolo sull’emergenza-urgenza e daremo delle risposte anche su quello”.
Il sindaco Bennardi ha sottolineato la grande utilità di questa Conferenza sul piano pratico, soprattutto rispetto a Cup unico e liste d’attesa, rilanciando la richiesta già avanzata dal collega Morea: “L’Anci deve essere presente ai tavoli di confronto sul Piano sanitario regionale, per dare un contributo attivo e fattivo al dialogo. Ringrazio i vertici dell’Asm e la Regione per la presenza e l’impegno, auspicando che si arrivi presto alle soluzioni concrete indicate, rispetto alle quali abbiamo chiesto a Fanelli un cronoprogramma che ci fornirà”.
Il Direttivo dell’ANCI Basilicata, riunitosi lo scorso 28 febbraio 2023, ha formulato le proposte contenute nel presente documento ritenute prioritarie per la Sanità di Basilicata.
Le proposte scaturiscono da quanto emerso nel corso dell’incontro di presentazione del Piano Sanitario Regionale (PSR), avutosi con il Direttore dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari (AGENAS), il Presidente e l’Assessore alla Sanità della Regione Basilicata, nonché successivi incontri territoriali sull’annoso tema della Sanità lucana.
Il Piano Socio-Sanitario Regionale della Basilicata comprova un’estrema debolezza della sanità lucana e, nonostante riporti dati non aggiornatissimi, in quanto riferiti al 2019/2021 (e dopo si percepirebbe una situazione persino peggiorata), dimostra che il sistema socio-sanitario attuale è inadeguato ad assicurare livelli di prestazioni accettabili per i cittadini lucani, in particolare per coloro che risiedono nell’area sud della Regione, come si evince incontrovertibilmente dalla stessa rete ospedaliera.
Peraltro, conseguenza diretta di alcune criticità e disfunzioni irrisolte, consiste nella fuga dei lucani verso le strutture sanitarie delle regioni limitrofe e del centro-nord d’Italia, per una spesa regionale superiore ai 56milioni di euro per l’anno 2021 (con le Regioni limitrofe sarebbe auspicabile la stipula di accordi di confine per ridurre questa spesa).
Parimenti si riscontra una spesa elevata per l’acquisto dei farmaci, rispetto la media nazionale e per l’ammortamento di macchinari e strumentazione.
Il risparmio di tali ingenti risorse potrebbe essere utilizzato per migliorare/rafforzare il sistema sanitario della Nostra Regione, oltreché evitare ai cittadini disagi ed ulteriori spese per curarsi altrove.
Lo stesso Direttore Agenas in sede di presentazione del documento ha individuato molte criticità della sanità lucana e avanzato varie proposte, affermando che le scelte spetteranno alla politica e la politica non potrà non tener conto di queste proposte:
RETE ONCOLOGICA – PROPOSTE
• Aggiornare il Registro Tumori regionale;
• Attivare la centrale telefonica regionale di gestione della rete oncologica;
• Rafforzare la chirurgia oncologica;
• Identificare i Centri di riferimento di Matera, che oggettivamente va potenziato, di Potenza e del CROB di Rionero, prevedendo un coordinamento unico regionale presso lo stesso CROB;
• Fornire ai predetti Ospedali un’idonea e moderna dotazione strumentale e tecnologica;
• Prevedere ulteriori Hospice (di cui urgerebbe uno nell’area metapontina) e strutture di post-acuzia;
• Coinvolger le altre strutture territoriali ed ospedaliere nell’assistenza oncologica.
RETE EMERGENZA/URGENZA – PROPOSTE
• Rafforzare la presenza di personale presso i presidi ospedalieri dedicati all’emergenza (insostenibile oramai la carenza di medici presso alcuni pronto Soccorso, in specie dell’ASM);
• Incrementare il numero di automediche con medico e infermiera (attualmente ve ne sarebbe soltanto una in tutta la regione), prevedendole almeno per quelle aree del Territorio distanti di oltre trenta minuti dal punto di soccorso;
• Potenziare gli Ospedali periferici della Regione.
RETE ICTUS E CARDIOLOGICA – PROPOSTE
• Prevedere almeno due Centri Trombosi, uno per ciascuna azienda sanitaria, con accesso alla riabilitazione nello stesso istituto ospedaliero o in altro nelle immediate vicinanze;
• Prevedere ulteriori Centri per la riabilitazione Cardiopolmonare e Neurologica.
RETE TRAUMATOLOGICA E RIABILITATIVA – PROPOSTE
• Rafforzare i Centri esistenti di Ortopedia e Traumatologia, ponendoli in connessione con i centri di riabilitazione presenti;
• Prevedere un coordinamento unico regionale tra gli Ospedali che attualmente si occupano di patologie traumatiche.
ASSISTENZA TERRITORIALE – PROPOSTE
• Mantenere inalterati i 9 Distretti Sanitari;
• Attivare immediatamente la Centrale Operativa Territoriale (COT);
• Avviare rapidamente i servizi socio-sanitari mediante la Telemedicina, comprendente anche le televisite;
• Prevedere e finanziare la realizzazione di altri Ospedali di Comunità (infatti dal Piano emerge che alcune aree di entrambe le aziende sanitarie risultano scoperte da OdC nell’arco di 30 km);
• Prevedere e finanziare la realizzazione di altre Case di Comunità, nonostante dal Piano emerga che quanto programmato è coerente con gli standard nazionali, senza tener conto della vastità del territorio, della densità abitativa, dell’alta percentuale di anziani (sopra la media nazionale con prospettive a breve e medio termine peggiorative), della complessa orografia del territorio e dell’inadeguato reticolo viario (per non parlare dell’assenza assoluta di trasporti pubblici);
• Prevedere somme adeguate nel Bilancio 2023/2025 per attrezzature e dotazioni strumentali in Ospedali e Case di Comunità;
• Prevedere alcuni hospice, nonché posti letto per la riabilitazione e la lungodegenza (che risultano inferiori a quanto previsto dal vigente PSR di 0,7 posti letto per mille abitanti), oltreché il rafforzamento delle RSA;
• Rafforzare l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI);
• Prevedere, nell’immediato, assunzione di medici per assicurare l’assistenza territoriale (si pensi che vi sono Comuni senza MMG o con un numero di medici inadeguato rispetto alla popolazione); nonché, nel prossimo triennio, assumere sia medici che infermieri (per gli Infermieri di Famiglia o Comunità è previsto l’impiego in diversi setting assistenziali in cui l’assistenza territoriale si articola), oltreché prevedere l’assunzione di tutte le altre figure professionali necessarie a garantire, sin da subito, il corretto funzionamento della medicina territoriale e, successivamente, l’avvio di Ospedali e Case di Comunità.
ALTRE PROPOSTE
• Prevedere un Centro Unico Prenotazioni regionale, sia per le aziende pubbliche che per i privati accreditati, nonché la possibilità di prenotare anche presso le farmacie;
• Consentire l’accesso diretto ai laboratori di analisi pubblici;
• Completare l’iter inerente il fascicolo sanitario elettronico, in linea programmato già con precedenti delibere di giunta regionale, nonché prevedere l’integrazione tra il fascicolo sanitario e quello sociosanitario;
• Favorire l’effettuazione di prestazioni presso la rete costituita dalle tante farmacie presenti sul territorio regionale (presenti in quasi tutti i 131 Comuni);
• Implementare i percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali (PDTA);
• Garantire un’effettiva integrazione tra i servizi sanitari, socio-sanitari e socio-asistenziali;
• Esemplificare e favorire i percorsi di accreditamento delle strutture di ricovero e ambulatoriali private, nonché delle strutture sociosanitarie (si pensi che nel territorio regionale non risulta presente alcuna RSA).
Il Direttivo ha anche fatto propri i seguenti documenti pervenuti da alcuni enti locali: il “Patto sulla Sanità” siglato tra i Comuni della Provincia di Matera; le osservazioni al Piano Sanitario Regionale del Comune di Venosa.
Pertanto, Il Direttivo rinnova al Presidente Bardi e all’Assessore Fanelli la richiesta di un incontro urgente sulle predette tematiche, nonché chiede di essere celeri a definire il PSR, comunque dare –sin da subito- le dovute ed opportune risposte sanitarie ai cittadini lucani, individuando, già con il redigendo Bilancio di previsione per l’anno 2023/2025, le necessarie risorse economico-finanziarie per effettuare gli investimenti in infrastrutture e strumentazioni e le indispensabili assunzioni di personale, in modo da intraprendere una nuova fase della Sanità in Basilicata e rendere effettivo il Diritto alla Salute per le nostre Comunità.
Il Presidente – Andrea Bernardo
Membri del Direttivo presenti:
Andrea BERNARDO (Presidente Anci Basilicata – vicesindaco Colobraro);
Felicetta LORENZO (Coordinatrice Piccoli Comuni – Sindaco di Rapone);
Domenico BENNARDI (Sindaco di Matera);
Sabino ALTOBELLO (Sindaco Lavello – Consigliere Nazionale Anci);
Franco Mollica (Consigliere Comune Venosa);
Graziano SCAVONE (Sindaco Tito);
Giovanni LETTIERI (Sindaco Picerno);
Nicola MOREA (Sindaco Irsina);
Antonio MURANO (Sindaco Barile);
Antonio RIZZO (Coordinatore Anci Giovani – Sindaco Viggianello)
Nicola SABINA (Consigliere Comune Pietragalla – Consigliere Nazionale Anci);
Filippo LUBERTO (Consigliere Nazionale Anci – Sindaco Grassano).