La tecnologia e la ricerca sono fondamentali per affrontare tutti gli aspetti della vita dei cittadini nell’attuale fase di ripresa e resistenza. Se si vuole concretezza vera nelle azioni per dare risposte ai bisogni di salute oltre che per contenere il contagio, bisogna produrre immediatamente tecnologia e ricerca. È questa la conclusione dell’8° Webinar promosso da Sanità Futura a cui hanno partecipato: la Vincenza Colonna (Ricercatrice presso il CNR dirigente del laboratorio di Genetica di Popolazioni dell’Istituto di Genetica e Biofisica), Lucia Terzoli (Strategic Marketing Specialist per Dedalus Italia SPA), il Prof Angelo Rosa (Direttore del Laboratorio Lean & Value Based Healthcare presso la School of Management dell’ Università LUM “Jean Monnet”), il Gianvito Corona (Direttore UOC “Oncologia Critica Territoriale, Cure Domiciliari e Palliative” ASP), il dr. Antonio Ppapaleo (Associazione lucana assistenza diabetici – segr. nazionale FAND) e Oreste Lo Pomo (giornalista e scrittore, Caporedattore Rai Tre Basilicata e Consigliere nazionale dell’ordine dei giornalisti).
In tema di ricerca il presidente di Sanità Futura Michele Cataldi ha annunciato che l’Associazione è diventata il soggetto proponente del Progetto “Blocc” (Basilicata Laboratorio Contro Covid) – messo a punto dalla prof. Vincenza Colonna, ricercatrice genetista del CNR ed originaria di Lavello – che si occuperà del sequenziamento di campioni che si raccoglieranno a partire dalla Basilicata sui pazienti positivi al Covid-19 e anche sugli ex positivi. Un progetto nato e diffuso proprio attraverso i webinar di Sanità Futura che sarà presentato al Comitato Etico della Regione e potrà contare sulla “Rete Laboratori COVID-19”, i laboratori di analisi della specialistica ambulatoriale accreditata ai quali è data la possibilità di effettuare i tamponi. Per i costi vivi necessari, che sono esclusivamente di laboratorio, Sanità Futura lancia la campagna “1 euro lucano per la ricerca”.
Nel sottolineare che sta crescendo l’interesse scientifico ed istituzionale sul progetto, la Prof. Colonna ha evidenziato che a livello nazionale allo stato esistono solo 7 sequenze sul Sars-CoV-2 accessibili in modo aperto e pubblico e che l’obiettivo della ricerca è di raggiungere quota 50. In questi giorni uno scienziato italiano trapiantato negli Usa Antonio Giordano ha ripreso una tesi che già circolava da qualche tempo: ci potrebbe essere anche «un’interazione fra Dna e ambiente» che spiegherebbe, in qualche modo, il numero più basso in Basilicata e al Sud di positivi. «L’ipotesi – ha commentato la ricercatrice – è da validare prima di trarre conclusioni certe, ed è una delle tante motivazioni che racchiude il Progetto “Blocc” che tra l’altro parte dalla Basilicata ma intende “sequenziare” anche campioni provenienti da altre regioni”.
Sull’uso delle tecnologie il confronto a più voci è stato ampio e particolareggiato, partendo dalla constatazione che l’emergenza Covid ha aperto nuovi scenari e soprattutto si è incentrato sul decongestionamento gli ospedali da pazienti no-Covid, sulla reale possibilità di abbassare il rischio di contagio in presenza e sul tracciamento anche “clinico” dei cittadini. Sono già disponibili nel Paese alcune importanti “buone pratiche” in materia di teleassistenza e telemedicina, l’obiettivo da perseguire è di fare in modo che il paziente trovi a casa tutte le cure di cui ha bisogno tempestivamente, tutto quello che si può dematerializzare va dematerializzato e subito. Particolarmente interessante l’esperienza del dr. Gianvito Corona, responsabile dell’U.O. Cure Domiciliari e Palliative che si occupa di assistere circa 6.500 pazienti lucani. Nonostante non poche complicazioni e difficoltà – ha raccontato Corona – siamo riusciti nel periodo di lockdown a garantire a tutti le cure domiciliari. In Basilicata – ha poi aggiunto – c’è la disponibilità di 9 milioni di euro per realizzare un progetto di Telemedicina con centrale operativa presso l’ospedale di Venosa. Sulla gestione pratica di prestazioni e servizi che saranno garantiti con la piattaforma di telemedicina Corona ha indicato una strada: integrare l’attività con l’intervento diretto della specialistica ambulatoriale accreditata che è in grado di svolgere una funzione importante perché il pubblico da solo non può farcela. Del resto – ha detto – senza l’esternalizzazione dei servizi le cure domiciliari e palliative in Basilicata non sarebbero possibili.
Ma anche sul fronte della tecnologia e della ricerca la burocrazia è in agguato.
Cataldi ha sottolineato il senso di responsabilità che le imprese sanitarie hanno dimostrato e continuano a dimostrare con i fatti, assumendo un ruolo di “resistenza” più che di ripartenza, dall’11 maggio, infatti, le strutture di specialistica ambulatoriale hanno ripreso e, rispondendo a bisogni sanitari dei pazienti, hanno immediatamente cominciato a erogare prestazioni sanitarie, in molti casi intensificando le ore di apertura al pubblico di poliambulatori e strutture. Oggi, Sanità Futura chiede un incontro urgente al Presidente Bardi perché si superi rapidamente, in discontinuità con il passato, la penalizzazione delle imprese della sanità non ammesse ad alcun Avviso di aiuti e contributi della Regione e si approvino specifiche misure per la specialistica ambulatoriale accreditata.
Giu 01