A.DI.M. Onlus (Associazione Diabetici Matera): “”Il diabete mellito tra associazionismo sociale e politica”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
La regione Basilicata è agli ultimi posti in Italia per la qualità dell’assistenza al diabete. Non esiste alcun percorso diagnostico terapeutico e neanche l’idea di un piano individuale assistenziale per la cronicità. Recentemente l’assessore alle politiche per la persona nonché presidente della regione facente funzioni ha avviato uno screening territoriale della retinopatia diabetica con discutibile organizzazione. L’A.DI.M. Onlus ritiene che la retinopatia e le altre complicanze del diabete devono essere diagnosticate presso le U.O. di Diabetologia con personale competente e mezzi adeguati. Qualche giorno fa lo stesso assessore ha presentato un progetto finanziato per il diabete gestazionale che certamente non avrà riscontro, perché i diabetologi lucani non hanno tempi ambulatoriali da dedicare alla medicina di genere (tanto cara alla Franconi per altri fini e non nell’interesse della Basilicata) se si tiene conto dei carichi di lavoro con lunghe liste di attesa. Del resto la Commissione Regionale Diabete (non più convocata da oltre un anno forse perché scomoda) aveva già bocciato tale progetto, indicando invece l’imminente progetto “Giunone 3.0” dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD) ora in attuazione in tutte le regioni italiane. La malattia diabetica merita più attenzione e più impegno. Il bisogno di cura e di salute non deve essere strumentalizzato e diventare occasione solo di obiettivi propagandistici ed elettorali. Questa regione negli ultimi 5 anni nulla ha fatto per la malattia diabetica. Non è stato fatto un piano sanitario, non sono stati organizzati percorsi diagnostico-terapeutici pur essendoci apposite leggi regionali, sono state addirittura falsificate le piante organiche della diabetologia nell’atto aziendale 2017 dell’ASM. L’assessore che proclama la sua grande attenzione alla prevenzione, perché non chiarisce le motivazioni per cui gli Annali diabetologici della Basilicata (dati epidemiologici raccolti dai medici delle diabetologie lucane), unica regione italiana, non sono stati resi disponibili? Invece è indispensabile, a cominciare dalla prevenzione, come sostenuto dalla Commissione Nazionale Affari Sociali, il coinvolgimento attivo di settori esterni al sistema sanitario e delle Associazioni dei pazienti. La gestione della salute appartiene innanzitutto, nel nostro caso, alla persona con diabete, senza padroni e decisionismi di impronta politica. Questa Associazione ribadisce, inoltre, che non si ritiene rappresentata da altri soggetti, negli ambiti istituzionali, se non da se stessa, diffidando personaggi che fanno associazionismo di primo piano pro-diabete e politica contemporaneamente. Non si dimentichi che i diabetici in Basilicata sono oltre 40.000. Il diabete è spesso l’occasione per ciance, passerelle e fake news come quella del pancreas artificiale presso il S. Carlo di Potenza, il tutto per pubblicità autocelebrativa. Nelle altre regioni c’è un fiorire di progetti e investimenti per la cura del diabete. Ci sono direttori generali (ad esempio in Romagna) che per definire il PDTA del diabete di tipo 1 hanno invitato come primi interlocutori, intorno al tavolo, le associazioni di pazienti per un percorso partecipato. In Lombardia esiste già un piano individuale assistenziale per la cronicità. In Basilicata la “continuità terapeutica” equivale alla definizione della prossima data di appuntamento e tutto il peso organizzativo, terapeutico e sociale della malattia diabetica viene scaricato sul paziente e la famiglia. In conclusione è necessario che, per ricominciare in modo costruttivo e partecipato, deve essere prima di tutto rivisto l’atto aziendale del 2017, devono essere corrette le false piante organiche nell’attesa di un piano sanitario regionale: tutto questo sarà di competenza del prossimo governo regionale in considerazione delle imminenti elezioni.