L’A.DI.M. Onlus (Associazione Diabetici Matera) ha consegnato al consigliere regionale materano, Giovanni Vizziello perché lo condivida e lo discuta con il Presidente Vito Bardi, l’assessore Rocco Leone e con tutta la nuova Amministrazione Regionale, un dossier in cui vengono presentati recenti dati statistico-epidemiologici, si analizzano le cause delle criticità circa la cura del diabete, evidente esempio di come è stata gestita l’assistenza sanitaria in Basilicata; si considerano gli allarmanti legami fra ambiente e diabete e infine si fanno proposte di urgente riorganizzazione. La prevalenza del diabete di tipo 1 sarebbe, secondo AMD (Associazione Medici Diabetologi) – SID (Società Italiana di Diabetologia), dello 0,3%; l’incidenza nei bambini di età fra 0 e 14 anni sarebbe pari a 18/100.000 persone/anno. La prevalenza del diabete di tipo 2 ha superato l’8% della popolazione. I lucani over 65 sono passati dal 20,1 per cento del 2007 al 22,3 per cento del 2018 (ISTAT): vale a dire che di 567.000 abitanti circa, 128.000 sono ultrasessantacinquenni. Recenti studi epidemiologici suddivisi per classi di età, evidenziano che la popolazione anziana è la classe maggiormente colpita dal diabete: su 100 persone affette da diabete mellito 70 hanno più di 65 anni e 40 più di 75 anni, con maggiore prevalenza nel genere maschile. Questa popolazione diabetica regionale (oltre 50.000), distribuita in un territorio ampio e spesso impervio, pone una domanda di salute e di assistenza caratterizzata da complessità dei bisogni. Nonostante una chiara legislazione la regione Basilicata è agli ultimi posti in Italia per la qualità dell’assistenza al diabete. In merito in questa regione nulla è stato realizzato: non esiste un piano sanitario regionale, non esiste alcun percorso diagnostico terapeutico per organizzare l’assistenza ospedale-territorio di una malattia cronica che costa oltre 150 milioni di euro all’anno. Siamo ancora fermi ai carrozzoni inviati nelle piazze dei paesi per fare screening senza alcun progetto e programma secondo le indicazioni delle Società Scientifiche: ovviamente l’iniziativa è stata solo politica. Questa Associazione non ha mai avuto risposta, da parte della Regione e dell’ASM, alle reiterate richieste di dialogo e collaborazione. Anche la commissione regionale tecnica è stata ignorata da una amministrazione risultata poco trasparente, approssimativa e spesso inappropriata nella gestione delle risorse materiali e umane. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. La percezione dei benefici assistenziali da parte dei cittadini è pessima sia per i lunghi tempi di attesa che per la qualità delle prestazioni. Il termometro di tale affermazione è il graduale e preoccupante aumento della migrazione sanitaria: 1 ricovero su 4 dei lucani avviene in strutture ospedaliere extraregionali. Inoltre, se si considerano le SDO (schede di dimissioni ospedaliere) 2017, il tasso di ospedalizzazione per diabete mellito è aumentato di 8,07 (il più elevato in Italia) e questo, di conseguenza, consente di valutare i livelli essenziali di assistenza sul territorio. Il nuovo governo regionale dovrebbe innanzitutto varare un piano socio-sanitario che la precedente amministrazione è stata incapace di produrre. Andrebbe anche razionalizzato il ruolo degli ospedali: troppi (17 plessi ospedalieri), alcuni anacronisticamente campanilistici, per poco più di mezzo milione di cittadini. Al contrario andrebbe ridisegnata l’assistenza territoriale. E’ evidente che in un sistema sanitario regionale con eccessiva migrazione, che spende molto per i troppi ospedali e in cui è deficitario il territorio, riesce difficile e azzardato ipotizzare di mantenere un polo di eccellenza rappresentato da un’azienda ospedaliera autonoma. In tale contesto l’ospedale di Matera è stato fortemente penalizzato con un ridimensionamento e un declassamento in termini quali-quantitativi. Altrettanto si può dire dell’ospedale di Policoro. In assenza di programmazione ed obiettivi specifici, per l’ASM e il nostro ospedale di Matera, l’amministrazione Quinto ha inteso applicare le solite metodologie , con criteri ben lontani dai reali bisogni della popolazione. Per la Diabetologia dell’Ospedale di Matera si sono consumati atti deliberativi che sono emblematici di come è stata gestita la sanità in Basilicata (confusione fra l’identità di ospedale e quella di territorio, abuso d’ufficio per false piante organiche e relative manovre concorsuali, cancellazione “politica” negli ultimi atti aziendali della struttura di Diabetologia ed Endocrinologia dell’ospedale di Matera). Serve dunque e subito un ripensamento dell’assistenza sanitaria in Basilicata tenendo conto, come suddetto, dell’anzianità della popolazione. I dati delle fonti ufficiali internazionali e nazionali (Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – OCSE, ISTAT, Ministero della Salute) stimano che circa il 70-80% delle risorse sanitarie a livello globale sia oggi assorbito dalla gestione delle malattie croniche. I pazienti cronici anziani richiedono cure primarie per il follow-up della malattia e spesso, per complicanze o pluripatologie.