Si è svolto questa mattina all’hotel San Domenico di Matera un incontro tecnico sul tema “La gestione del paziente con scompenso cardiaco tra cardiologo e MMG” con la partecipazione in qualità di responsabile scientifico e relatore del dottor Antonio Cardinale.
La prevalenza di scompenso cardiaco è in forte aumento; alla base di questo fenomeno vi è probabilmente sia l’incremento della durata media della vita sia l’aumentata sopravvivenza dopo un evento coronarico acuto. Lo Scompenso Cardiaco (SC) o Insufficienza Cardiaca (IC) è una sindrome clinica complessa, definita come l’incapacità del cuore di fornire il sangue in quantità adeguata rispetto all’effettiva richiesta dell’organismo o la capacità di soddisfare tale richiesta solamente a pressioni di riempimento ventricolari superiori alla norma. Il paziente con scompenso cardiaco rappresenta una criticità per il nostro Servizio Sanitario perché i pazienti con età > di 65 anni,sono soggetti ad un elevato numero dei ricoveri per questa patologia. Molti di questi ricoveri sono generati dalla difficoltà dei setting territoriali di assistenza nell’affrontare in modo appropriato le sfide che questa patologia propone. Le principali criticità esistenti in tal senso coinvolgono, in realtà, sia il setting assistenziale Territoriale, nell’ambito del quale le cure primarie occupano un ruolo preminente sia quello ospedaliero. Il loro superamento è perseguibile da un lato migliorando le competenze professionali e potenziando la formazione implementando il processo di integrazione ospedale –territorio. Sembra inoltre emergere dalla comunità scientifica che l’approccio di “Heart Failure Care” da parte dei clinici si dovrebbe orientare verso una maggiore attenzione al concetto che la stabilità dei sintomi di insufficienza cardiaca non è un indicatore di stabilità di malattia. Questa misperception per esempio riguardo la presunta stabilità della classe NYHA 2 porta a sottovalutare il rischio cardiovascolare sempre presente nella condizione di malattia. La “stabilità del sintomo” frequentemente induce i medici a non apportare modifiche alla strategia terapeutica della patologia, portando a volte ad interventi di ottimizzazione della terapia solo in fasi troppo avanzate di malattia, con scarsi effetti sul possibile miglioramento degli outcome stessi di malattia. E’ In questa ottica che il lavoro di team tra Mmg e specialista ospedaliero/territoriale diviene indispensabile per garantire una più corretta assistenza al paziente HF. Alla luce di questo HF CONNECT 2021 vuole creare l’opportunità di realizzare e attivare network territoriale tra i principali attori di determinati territori della gestione clinica del paziente con Scompenso Cardiaco (SC).
Obiettivi del convegno sono stati quelli di diffondere ed evidenziare best practices per ottimizzare la gestione clinica del paziente con Scompenso Cardiaco (SC), promuovere il concetto di gestione integrata del paziente e valutare gli snodi decisionali che incidono nelle scelte di gestione dei pazienti, i tempi di intervento e le variabili da prendere in considerazione nella pratica clinica reale
Interessate dal convegno le seguenti discipline: Cardiologia, Medicina Interna, Medicina di Comunità, Continuità assistenziale, Geriatria, Medico di Medicina Generale, Nefrologia, Medicina di Accettazione e di Urgenza.
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La fotogallery del convegno (foto www.SassiLive.it)