Nei giorni scorsi si è svolto a Stigliano, presso l’Istituto Comprensivo “R. Montano”, un seminario formativo-informativo, rivolto agli insegnati ed al personale socio-educativo che opera nelle scuole, sulla tematica dell’ansia sociale nei bambini.
L’evento organizzato dalla S.C. Psicologia della ASM, e dalla Direzione dell’Istituto “R.Montano” ha visto la partecipazione di numerosi insegnanti e personale socio educativo della scuola.
Le relazioni della Dirigente scolastica Prof.ssa Michela Antonia Napoletano dal titolo “Verso una scuola inclusiva: interventi e progettualità nei BES”e del Dott. Salvatore Gentile dirigente Psicologo ASM membro del comitato scientifico AIMuSe, dal titolo“Interconnessioni tra emozioni e linguaggio per la comprensione dei bambini silenziosi” hanno fatto da filo conduttore dei lavori.
La Prof.ssa Napoletano, dopo un excursus sulla normativa di riferimento alle nuove funzioni di inclusività della scuola, che vanno dalle norme contenute nella legge 104/92 alle più recenti disposizioni del L. 170/2010 e alla D.M. 27 dicembre 2012, ha evidenziato come “…Il MIUR riconosce la necessità di un Piano Didattico Personalizzato per alunni con particolari bisogni (BES) calibrato su livelli minimi attesi per le competenze in uscita…. Con ciò intendendo perseguire la piena inclusione degli alunni, valorizzando le professionalità interne alla scuola e le risorse del territorio”.
Il Dott. Gentile ha evidenziato il ruolo delle emozioni all’interno di tale problematica sottolineando come “..per arrivare ad una forma di inclusione sia necessario il riconoscimento dell’altro….non solo in senso cognitivo ma anche e soprattutto in senso emotivo” in quanto “…l’emozione è una risposta adattiva ad una situazione nuova”. Rifacendosi alla casistica ha illustrato casi in cui l’intervento organizzato e strutturato tra vari servizi (scuola, ASL, Comunità) abbia fatto superare in modo “naturale”, non traumatico la situazione di difficoltà del minore. Ciò a conferma , ha sottolineato il dott. Gentile “..di come situazioni che apparentemente farebbero propendere verso una clinicizzazione di un disagio, in realtà sia possibile risolverle nella dimensione psico-educativa attraverso un’integrazione di servizi e professionalità” senza la creazione di “stigmi” che possano connotare negativamente gli studenti.