In Basilicata la prevalenza dei consumatori di sesso maschile di almeno una bevanda alcolica e quella dei consumatori di birra sono aumentate tra il 2012 ed il 2013 rispettivamente di 5,2 per cento e 6,6 per cento; non si evidenziano tuttavia variazioni statisticamente significative tra i dati rilevati in Basilicata ed i dati medi, ad eccezione della prevalenza dei consumatori di aperitivi alcolici e superalcolici che risultano essere inferiori alla media. Tra le femmine invece, i valori degli indicatori sono tutti statisticamente inferiori alla media nazionale ad eccezione di quello riguardante le consumatrici di super alcolici, per il quale la differenza comunque non è significativa. Lo rileva la Relazione al Parlamento del ministro della Salute per il 2014 – riferisce Sanità Futura – sottolineando che continua ad essere una criticità il fenomeno del binge drinking soprattutto nella popolazione più giovani, che comporta l’assunzione di numerose unità alcoliche al di fuori dei pasti in un breve arco di tempo, con gravi rischi per la salute e la sicurezza non solo del singolo bevitore ma anche dell’intera società. Nel 2013 i binge drinkers rappresentano complessivamente il 6,3% della popolazione di 11 anni e più, il 10,4% tra i maschi e il 2,5% tra le femmine, in leggero calo rispetto al 2012. Il fenomeno del binge drinking negli ultimi anni (2010-2013) mostra pertanto una interruzione del trend in crescita che era in atto a partire dal 2003. Tuttavia è importante rilevare che, al contrario, nella fascia di età 18-24 anni maggiormente interessata a questo genere di consumo, il dato del 2013 è leggermente superiore rispetto al 2012, il fenomeno continua ad interessare soprattutto i maschi di 18-24 anni.
Per Sanità Futura bisogna raccogliere la sollecitazione a monitorare con attenzione anche la popolazione di età inferiore ai 18 anni, per la quale la legge stabilisce il divieto di vendita e di somministrazione delle bevande alcoliche in considerazione dei gravi danni causati dall’alcol nell’organismo dei giovanissimi, da ciò si deduce che i giovani di età inferiore ai 18 anni che consumano anche una sola bevanda alcolica durante l’anno presentano un comportamento a rischio nel consumo di alcol. Ciò anche se nella fascia d’età 11-17 anni si riscontra una riduzione della percentuale totale sia del fenomeno “consumo giornaliero non moderato” (ovvero: consumo abituale eccedentario) tra il 2012 ed il 2013, sia del fenomeno del “binge drinking”, tuttavia è assolutamente rilevante il dato riportato da fonte ISTAT riguardo al fenomeno correlato ad almeno un comportamento di consumo a rischio che vede nella fascia di età 11-17 anni un valore del 10,2% (11,7% maschi e 8,5% femmine), valore che dovrebbe tendere allo zero. La popolazione di età compresa tra i 65 e i 74 anni è a rischio soprattutto per il consumo giornaliero non moderato ovvero abituale eccedentario, per la quale tali modalità di assunzione di bevande alcoliche è quella largamente prevalente.
Quanto ai servizi specifici offerti dalla Regione il Rapporto segnala l’erogazione, sotto controllo medico ed in forma gratuita, dei farmaci per terapie antiabuso ed anticraving presso i Servizi Alcologici. Inoltre, l’attuazione del Progetto “SCUOLA = cultura + salute” (I 4 Ser.T. dell’ASP da oltre 15 anni realizzano interventi di prevenzione con i gruppi classe e con i docenti) perché la Scuola non è solo un luogo di apprendimento ma un luogo in cui s’impara il mestiere di vivere; il Progetto “Conoscere per prevenire” che ha coinvolto adolescenti studenti Scuola Media ed ITIS di Corleto Perticara.
E’ evidente – conclude Sanità Futura – che c’è molto ancora da fare sul piano della comunicazione e della prevenzione e le strutture della sanità privata accreditate sono impegnate a farlo sollecitando la piena attuazione delle deleghe attribuite alle Regioni dalla LN 125/2001, come del resto sta accadendo per iniziativa di numerose Aziende Sanitarie del Paese.